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TCP Temporal chaos Watt Records 2016 USA

I TCP (Temporal Chaos Project) sono una band statunitense formata nel 2008 dal cantante e tastierista Henry Tarnecky, dal bassista e tastierista Blake Tobias e dal chitarrista e batterista Jack Wright. Dopo due album piuttosto validi come “The way” del 2009 e “Fantastic dreamer” del 2011, si ripresentano oggi con “Temporal chaos” che vede, tra l’altro, l’inserimento a tempo pieno nella line-up di Glenn Arpino (tastiere) che era solo ospite nei due precedenti album. Il sound dei TCP, seppur debitore a grandi linee dei Genesis anni ‘70 e di altri gruppi minori, ha comunque raggiunto una buona maturità ed autonomia “sonora”. La voce di Henry Tarnecky contraddistingue, fin troppo e rischiando di “alterare” il giudizio finale, la proposta dei ragazzi statunitensi. Un mix tra Peter Gabriel, Michael Schubert (dei Kirye Eleison), Fish, Cyrus (dei Citizen Cain) e del “nostro” Simone Rossetti (The Watch), con grande capacità espressiva ed enfasi esecutiva che risulta ottimale per il tessuto musicale della band. La qualità delle 8 tracce presenti è mediamente piuttosto alta con menzione particolare per le tracce più lunghe e complesse. L’ottima “Forest of lovelies” è un bel pot-pourri che fa incontrare vecchio e nuovo in modo sobrio, ma efficace con interventi mirati del duo tastiere-chitarra dai connotati melodici in evidenza. Brillante e senza sbavature la successiva “Impetus”, eterea e sognante con le tastiere di Arpino a definirne le linee guida. Le atmosfere dilatate e floydiane (notevole l’apporto di Nicole Tarnecky, figlia di Henry, alla voce) incontrano i… Citizen Cain… Più tirata “Fantasize-Into the blue” che, anche per questo, si discosta un poco dagli altri brani pur risultando sempre gradevole all’ascolto. Il brano di chiusura, “In the flame”, ci riporta verso approdi più conosciuti: un prog romantico, senza voli pindarici alla voce “originalità”, ma ben fatto ed ispirato e tanto può bastare. I quattro brani più brevi non sono certamente dei riempitivi ed offrono qualche spunto di valore. Uno sferzante guitar-solo in “The forces”, un apprezzabile, anche se breve, sezione strumentale in “Chrysalis” e la voce di Nicole Tarnecky a doppiare, sul finale, quella del padre e, ancora, un “flavour” floydiano in “Third eye limited”. Abbiamo, dunque, un album compatto e coerente con la scelta stilistica partita con “The way” e confermata con “Fantastic dreamer” a cui questo “Temporal chaos” si accoda rassicurante e gradito.


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Valentino Butti

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TCP The way 2009 

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