Home
 
TIMOTHY PURE Blood of the berry Isosceles 1997 USA

Il secondo disco della band americana raggiunge livelli qualitativi sicuramente migliori del primo. Meno sonorità easy new Prog, qualche ambientazione floydiana, più pesantezza dei suoni... ciò che non comporta l'appesantimento della musica bensì una sua maggiore corposità ed incisività. Così come sono, i Timothy Pure ricordano molto gli Eloy, giusto per esser precisi, ma anche un po' i Depeche Mode, viste le tonalità oscure e vagamente new wave che spesso vengono adottate. Le loro composizioni sono piuttosto brevi, anche se alcune di esse sono legate assieme a formare delle mini-suite, ma la musica è ad ampio respiro, talvolta addirittura maestosa, anche se la ritmica si mantiene per lunghi tratti pacata e soffusa, quasi incantatrice, con largo uso di chitarra acustica e tastiere a far da tappeto ad un cantato molto sotto le righe. In definitiva l'album è abbastanza interessante; le atmosfere oscure possono attirare molte creature della notte, ma il Prog-fan medio può considerare l'acquisizione di questo cd con tranquillità.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

TIMOTHY PURE The fabric of betrayal 1995 

Italian
English