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UNICORN Emotional wasteland Mellow 1995 SVE

Secondo album per questi svedesi, un po' il contro-canto del Prog attuale delle loro fredde lande; mentre la maggior parte dei loro connazionali prediligono atmosfere piuttosto impegnative e pesanti (in senso buono, ovviamente), gli UNICORN si propongono con un rock melodico leggero e digeribile, che si può buttar giù come un panino alla mort... ehm... molto facilmente, voglio dire. Digeribile non vuol dire comunque necessariamente banale; la title-track che apre il CD rimane un ottimo esempio della loro musica; refrain orecchiabili, atmosfere ariose, riff comunque abbastanza interessanti. La domanda sorge spontanea: Progressive? Perché no? Se lo sono i Jadis, perché non gli UNICORN? Il trio nordico se la cava comunque egregiamente per ciò che riguarda la voce composizione, arrangiamenti e perizia tecnica, pur non abbisognando la loro musica di mostruosità tecniche particolari. Volendo elencare alcuni pregi e difetti, potremmo dire che, da una parte molti dei brani qui presenti potrebbero rappresentare potenziali singoli o, in un paio di casi, bei pezzi che possono solleticare la fantasia anche del Prog-fan intransigente (bella in tal senso "Hiding again"). D'altra parte, le restanti composizioni (diciamo 3-4) risultano essere piuttosto anonime, andando così a sciupare la media. Rispetto al CD d'esordio ("Ever since"), questa seconda prova può essere descritta un po' più leggera, ma anche un po' più convincente; una produzione comunque che, l'avrete capito, si addice a un certo tipo di palato, non troppo esigente quanto ad atmosfere elaborate e concettuali.

 

Alberto Nucci

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