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VV.AA. To Canterbury and beyond: A tribute to the Canterbury scene Mellow Records 2002

Uno dei fenomeni più in voga negli ultimi anni, in ogni ambito musicale, è quello dei dischi tributo. Ma con il lavoro che mi appresto a presentare non viene omaggiato un artista in particolare, bensì una delle più importanti scene del progressive: quella di Canterbury. Tutti sanno che tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70, in questa cittadina del Kent si sviluppò un filone musicale molto acceso, innovativo e sperimentale, grazie a musicisti di straordinaria classe che confluirono in gruppi del calibro di Soft Machine, Caravan, Gong, Hatfield and the North, National Health, Matching Mole e molti altri. Ed ecco il tributo ad essi dedicato, con due ore e mezza di grande musica in cui artisti italiani e non si cimentano in alcune perle di questo panorama. I più omaggiati risultano Robert Wyatt, i Soft Machine ed i Caravan e tra le performance migliori segnalo quelle di Zoo Lunaire, che aprono l'album con una bella versione della gonghiana "The isle of everywhere", Phil Mercy, alle prese con la superba e non facile "The bryden 2-step" (National Health), David Bagsby che esegue un medley di brani che vedevano protagonista Dave Steward e i Dono Celeste che mantengono quel misto di delicatezza e visionarietà nell'accoppiata wyattiana "Alifib/Alife". Su tutto, spicca un brillante Patrick Forgas, che canta in francese il medley formato da "Hope for happiness" e "Joy of a toy" (tratte dal primo album dei Soft Machine), risultando allo stesso tempo onirico e travolgente. Da menzionare anche le buone performance di Chameleon, Marco Masoni, Hostsonaten, Tilion, L'Imbroglio e Mary Newsletter. Come tutti i tributi, ci sono artisti che provano a fornire delle versioni molto personali dei brani eseguiti, mentre altri preferiscono una riproposizione fedele all'originale. Alla fine dei conti, non ci sono gravissime cadute di tono e la qualità musicale si mantiene abbastanza elevata grazie ad un repertorio che, seppur non completo (sarebbe stato impossibile dare il giusto risalto a tutti i canterburiani meritevoli), è di assoluto rilievo. Senza dubbio uno dei migliori dischi tributo che mi sia capitato di ascoltare.

 

Peppe Di Spirito

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