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VAN & BORNER Miracles B&T Records 2003 POL

Da Katowice, in Polonia, giunge questa interessante proposta a opera di un duo tastieristico al femminile: Barbara Zielinska-Van e Sabina Borner. Il progetto esiste fin dal 1995 e, nel paese d’origine, ha accumulato svariate partecipazioni a concerti e programmi radiofonici, ma il debutto discografico “Miracles” risale al 2003. Con l’ausilio di un chitarrista, un bassista e una cantante, Van & Borner srotolano tappeti di sintetizzatori di vario tipo, privilegiando atmosfere dilatate e solenni. Infatti l’opener “Shadow Dancing” va subito a sondare gli abissi dello spazio, per poi vivacizzarsi in chiave ritmica fornendo un insieme abbastanza orecchiabile che può ricordare i Kraftwerk o i Tangerine Dream. Cospicuo è l’apporto dei tre ospiti; le parti vocali, benché qui come altrove rivestano solo un ruolo di accompagnamento, donano sfumature importanti. La più concisa “Walking in Clouds” si addentra nei meandri dell’ambient, mentre con i sette minuti e mezzo di “Golden Spirits” approdiamo alla canonica new age: ammalianti le pacate evoluzioni pianistiche. La mia traccia preferita è però l’ultima delle prime cinque (tutte collegate fra loro), ovvero “Evening on the Island”, dove i soavi rumori della Natura preludono a un’azzeccata architettura melodica e armonica che shakera Andreas Vollenweider e progressive. All’eterea title-track, semplice ma ben concepita, segue poi l’urgente “Mystic”, che riesce a emergere dal resto grazie alla positiva partitura riservata alla chitarra elettrica; di tutt’altro genere la dolce nenia di “Lullaby for Goodnight”, che ci culla con infinito garbo.
Le recenti news danno Sabina Borner fuori dalla band, che per questo ha accorciato il nome in Van intraprendendo altresì una strada più vicina al rock progressivo. Tornando a “Miracles”, in generale non vi sono sconvolgenti invenzioni, né in fase compositiva né arrangiativa, e per questo il CD non passerà forse alla storia, ma l’insieme è ben a fuoco e si lascia piacevolmente ascoltare. E comunque è sempre meglio di tanta infame paccottiglia che oggi si trova in giro.

 

Francesco Fabbri

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