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VV.AA. Back against the wall Cleopatra 2005

Un altro tributo? Eh! Ma che diavolo! Eppoi un tributo agli stra-tributati Pink Floyd? Siamo sicuri che valga la pena ascoltare tutto The Wall risuonato, riarrangiato, rimpastato e stra-arci-super-mega-ricotto? Ok, dai, visto che magari qualcuno vuole sapere di cosa si parla, mi tiro su le maniche e vediamo di mettere un po’ di ordine.
Questo tributo a The Wall dei Pink Floyd è stato fortemente voluto da Billy Sherwood (già nei World Trade e recentemente in Yes e Conspiracy) il quale ha sostanzialmente costruito tutta la musica dei due cd, o come meglio spiega lui stesso, ha costruito il muro, poi ha permesso a vari ospiti di estrarre i mattoni che lo compongono per inserire la loro versione. Un po’ complicato come sistema ma alla fine delle finite efficace. I nomi che partecipano alla realizzazione dell’opera sono di tutto rispetto: Ian Anderson, Steve Howe, Adrian Belew, Steve Morse, Vinnie Colaiuta, Robby Krieger, Glenn Hughes, Tommy Shaw, Tony Levin, John Wetton, Steve Lukather, Rick Wakeman, Chris Squire, Dweezil Zappa, Tony Kaye, Alan White, Malcolm McDowell, Keith Emerson… e sono sicuro che sto dimenticando qualcuno. Ma tutto questo gruppo di rispettabilissimi musicisti cosa danno ad un opera che nella sua versione originale e persino in quella cinematografica aveva probabilmente già detto tutto? The Wall ha rappresentato per il sottoscritto un momento particolare della vita e della crescita musicale: adoro questo disco, anche se ne sono sempre stato un po’ vittima, per le sue tematiche, per quella malinconia che esprime a volte, ma anche per quella rabbia repressa che nel mio animo di adolescente aveva fatto subito presa (si cantava “Another brick in the wall” a squarciagola per i corridoi del liceo!). Dire che questo tributo non aggiunge nulla è una verità proprio per la completezza e bellezza dell’originale, però nello stesso tempo non rende giustizia ad una operazione davvero mastodontica e lodevole. Se non si può a questo punto discutere la musica di questo tributo, potremmo spostare la nostra attenzione sulla qualità audio o sulla originalità degli arrangiamenti; e in questo ambito poco si può criticare, perché quel poco di nuovo che c’è, è ben fatto, perché la registrazione è curatissima, perché in definitiva la rivisitazione dei brani è originale (scusate il gioco di parole) e piacevole. Dal punto di vista delle interpretazioni (soprattutto per la parte vocale) fa sicuramente effetto sentir cantare Ian Anderson o Tommy Shaw, e il risultato finale, soprattutto al primo ascolto, può risultare fastidioso a chi adora la versione originale. In questo senso pur apprezzando la voce di Glenn Hughes, non mi piace molto la sua interpretazione vista nel contesto dell’opera.
Ho ascoltato diverse volte questo Back Against The Wall, e mi è piaciuto. Poi ho tirato fuori il mio vecchio vinile originale...

 

Marco Del Corno

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