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VV.AA. Hamtaï! – Hommage à la musique de Christian Vander Welcome Records 2007

E’ il luglio del 2005 quando Alain Juliac, grande ammiratore dei Magma, decide di dar vita alla sua ambiziosa idea di organizzare un tributo che omaggi il genio di Christian Vander, da sempre leader della band. In breve tempo riceve sostegno e adesioni da numerosi musicisti e nel 2007, grazie alla Welcome Records, il suo progetto diventa realtà ed esce il doppio cd “Hamtaï!”, contenente circa due ore e venti di musica. Ben ventisei gli artisti partecipanti ed è impressionante scorrerne la lista: molti dei presenti hanno in passato collaborato con Vander in qualcuna delle innumerevoli incarnazioni dei Magma (e alcuni nomi sono davvero “pesanti”, vedi Klaus Blasquiz, Jannick Top, Benoit Widemann, Dider Lockwood e Patrick Gauthier), altri appartengono alla attuale scena zeuhl, altri ancora fanno invece parte di mondi musicali almeno apparentemente molto più distanti… Cimentarsi con composizioni firmate Vander non è affatto facile, ma viste le qualità enormi dei musicisti intervenuti, mi sento di dire che i risultati sono ampiamente positivi, anche perché non ci sono cover del tutto identiche alle originali (cosa che avrebbe fatto uscire con le ossa rotte chiunque). Ad aprire il tributo, in maniera quasi emblematica, troviamo un medley dei giapponesi Koenjihyakkei, tra i più affermati esponenti dell’odierno zeuhl, che con i loro ritmi vertiginosi ci fanno entrare subito nel pieno del lavoro. Tra le performance più riuscite segnaliamo l’eleganza vocale degli Ad Vitam impegnati con “Morrison the storm”, l’orientamento jazz dei Troll in “Day after day”, la trasformazione acustica che subisce “Retrovision” grazie ai Cernunos (gruppo di Jean-Luc Chevalier), la raffinatezza del tocco di Widemann in “Blüm Tendiwa”, la breve, ma incandescente versione di “Mekanik destruktiw kommandoh” guidata dal violino di Lockwood, i sapori etnici dei Sidji Moon su “Klaus Kombalad”, la potenza devastante dei Nebelnest e degli Zaar, che si cimentano, rispettivamente, in “Zombies” e “Troller tanz”. Incredibile la prova di Blasquiz, con una straordinaria versione di “De Futura”, ridotta a quattro minuti di sovraincisioni vocali. Eccellente anche Jannick Top, che in “Zombies” mette ovviamente il basso in primo piano, adornandolo poi con i suoni più disparati. “Hamtaï!” presenta quindi tutte le caratteristiche dello zeuhl vanderiano, nelle varie sfumature comprese tra i momenti più solenni, distruttivi e carichi di inquietudine quelli più leggeri, introspettivi e d’atmosfera. Un tributo davvero ben fatto e non finisce qui, perché nel 2009 arriva un seguito, “Hur!”. Ma questa è una storia che potete leggere in altra recensione…


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Peppe Di Spirito

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