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VELVET ROOKS Cybernetics battle autoprod. 2010 ITA

La terra siciliana, in campo progressive rock, ultimamente ha spesso sfornato lavori interessanti, pensiamo ai messinesi Conqueror o tornando indietro di una decina d’anni ai catanesi Edith, ed è proprio dalla provincia catanese che provengono questi Velvet Rook.
Questo gruppo, seguendo oramai il classico iter di una formazione rock, comincia la propria carriera come gruppo cover anni 70/80, per poi provare a sfornare materiale originale.
La collocazione nel filone metal progressive forse va stretta per i Velvet Rook, ma è innegabile l’influenza di gruppi come Dream Theater o Pain of Salvation nella loro proposta musicale, seppur mischiata con elementi sonori più tradizionali.
Gli undici brani scorrono via abbastanza piacevolmente tra elementi sonori riusciti e altri meno riusciti. Essendo un esordio forse si voleva attirare l’attenzione, ma a volte si è andati troppo fuori dalle righe. Penso al cantato spesso troppo urlato in situazioni dove non serviva (e comunque Salvo Ialuna ha una bella voce), o al suono della chitarra un po’ troppo penalizzato dalla registrazione.
Tuttavia i lati positivi sono di più di quelli negativi, e brani come “The conversation between the two forces” o “The wood of crystal” fanno vedere di che pasta sono fatti questi siciliani.
Discorso a parte per la bonus track “Ora so”, unico brano cantato in italiano che ha permesso al gruppo, dopo aver vinto un concorso, di partecipare alla compilation “Sanremo rock 2009”.
Ci troviamo di fronte quasi ad una ballad che, pur entrandoci poco con le altre tracce di questo cd, rivela una forte potenzialità e mi fa pensare che ultimamente dai gruppi italiani emergenti questo campo abbastanza tradizionale sia lasciato spesso e ingiustamente da parte, preferendogli aspetti musicali più duri e contorti, non sempre apprezzati dal pubblico. Non è detto infatti che fare cose che sembrano tecnicamente difficili sia necessariamente sinonimo di qualità.
Questo aspetto vellutato (prendendo spunto dal nome del gruppo) dovrebbe essere approfondito dai cinque ragazzi siciliani.
Un esordio sulle scene quindi positivo, anche se ovviamente bisogna limare qualcosa.
La volontà e l’ambizione non mancano ai Velvet Rooks, che sapranno far tesoro delle esperienze che matureranno presentando in giro questo lavoro, per creare qualcosa di più organico e appetibile per gli appassionati e che gli permetta di emergere dal calderone sempre più pieno e in fermento della nuova scena rock italiana.



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Antonio Piacentini

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