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VV.AA. Electroacoustic Music Volume IV/Archive Tapes Synthesiser ANS 1964-1971 Electroshock Records 1999 RUS

La composizione musicale è da sempre interpretata come una delle principali espressioni artistiche: cosa può succedere quando il processo della composizione si integra con l’arte visuale? La risposta viene dall’arcaico sintetizzatore di suoni ANS, una misteriosa entità tecnologica ideata dal geniale scienziato russo Evgwniy Murzin nel 1937 e completata nel 1957, genitore esoterico dei più moderni sintetizzatori: tramite l’ANS si può allo stesso tempo comporre, registrare ed eseguire la propria musica, un miracolo di ingegneria musicale che appare ancora più particolare nel suo processo creativo, determinato da un complesso sistema di dischi in vetro su cui vengono impressi dei simboli e disegni tramite un apposito e tradotte in suoni tramite un sistema ottico di lampade… Il termine “esoterico” rivolto all’ANS appare appropriato specialmente per il suo acronimo, dedicato ad Alexander Nikolaevitch Scriabin, mistico pianista e compositore russo nonché personaggio decisamente eccentrico e fuori dal comune. L’unico esemplare di ANS esistente è proprio l’originale costruito da E. Murzin, custodito presso l’Università di Mosca ed ancora funzionante… Insomma, l’ANS rappresenta il prototipo della più avanzata tecnologia musicale dell’epoca, l’avanguardia di una rivoluzione che nell’arco di un decennio avrebbe cambiato radicalmente la percezione comune del suono. Questa raccolta edita dalla Electroshock è un documento prezioso in quanto riunisce una serie di composizioni eseguite su ANS fra il 1964 ed il 1971 ed eseguite da alcuni tra i principali compositori-ricercatori musicali sovietici del periodo, fra i quali i nomi a noi più noti sono Edward Artemiev e Stanislav Kreitchi. Dal punto di vista timbrico e tonale l’ANS ha un elevato spettro d’azione e la varietà delle situazioni sonore presenti in questo cd testimoniano un’enorme capacità espressiva che ancora oggi lascia affascinati e stupefatti. Inevitabilmente una parte delle composizioni sono orientate verso la musica concreta e l’elettronica pura e dura degli albori, quindi accanto a sonorità non dissimili da quelle prodotte dal Theremin si possono ascoltare suoni ancora più astratti e sofisticati che a distanza di anni non possiamo evitare di paragonarli alle successive ondate della kosmische musik tedesca oppure alle più radicali tendenze drone-ambient. L’ispirazione mistico-religiosa di alcuni pezzi appare evidente nell’evocazione di atmosfere liturgiche in “Sacrament” di Oleg Buloshkin, mentre in altri momenti l’ispirazione alla realtà industriale sovietica sembra trasparire dall’aspra e stridente drone music realizzata da Alfred Schnittke in “Steam”. La versatilità dell’ANS riusciva ad evocare sia le sonorità celestiali di un organo da chiesa che il clangore infernale delle macchine. C’è il gusto per la pura ed estrema stratificazione sonora come accade nell’eccellente “12 Looks At The World Of Sound” di Artemiev, non mancano esperimenti di field recordings come nell’incubo ornitologico di “Birds’ Singing” ad opera di Edison Denisov… però si ascoltano anche i primi tentativi di unire l’ANS a discorsi più melodici ed accessibili, come fa Stanislav Kreitchi nel suo finale “Intermezzo” lounge, oggi ovviamente datatissimo ma di immancabile fascino per i cultori di certe atmosfere retrò, e nella grottesca fantasia jazz di “Voices Of The West”, tanto strano e alienante che ascoltato in retrospettiva potrebbe rappresentare un buono spunto per i Residents! Kreitchi appare in coppia con Artemiev in uno dei pezzi centrali del disco, estratto dalla colonna sonora del film “Kosmos Anno 2000” di Budimir Metalnikov, esempio di sci-fi sovietica con una colonna sonora adeguatamente ricca di suggestioni spaziali. L’unico vero aspetto negativo di questa preziosa raccolta è la mancanza di note di copertina più approfondite, soprattutto l’assenza precisa di una datazione dei brani può creare un certo disappunto... Al di là di questo, “Electroacoustic Music Volume IV” è un disco praticamente imprescindibile per tutti i cultori di musica elettronica e per chi vuole scavare e scoprire le radici storiche di un certo tipo di sonorità spesso a noi così vicine…


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Giovanni Carta

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