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VOLVOX Universo expandido Viajero Immovil Records 2018 ARG

La seconda prova in studio dei Volvox, quartetto che proviene dall’area metropolitana di Buenos Aires, è estremamente godibile, mai sopra le righe in tutti la durata del disco. “Universo Expandido” è un lavoro totalmente strumentale che spazia dal progressive sinfonico allo hard prog fino ad arrivare alla fusion. Come capita per tutti i lavori strumentali, i quattro componenti hanno un ottimo background tecnico che viene mostrato in tutte le nove tracce di questo cd.
Gli sprazzi di vivacità e di originalità son dovuti quasi totalmente al lavoro chitarristico di Cristian Violante che, senza mai eccedere in virtuosismi esagerati, riesce attraverso molti cambi di stile a rendere più originale e colorato il tappeto sonoro creato dal bravo Marcelo Pijachi alle tastiere.
I cinquanta minuti di “Universo Expandido” rappresentano la lunghezza ideale per un lavoro esclusivamente strumentale. Né troppo corto, consentendo al gruppo di mostrare tutte le notevoli dote tecniche, né troppo lungo, rischiando di annoiare un ascoltatore non troppo attento.
Ricordiamo tra tutte le tracce “Otro dia en el infierno” dove echi jazzistici, a tratti addirittura gershwiniani, si mischiano a una base hard rock, permettendo alla sezione ritmica basso e batteria di ritagliarsi il proprio momento di gloria.
”Degeneración en generación - Parte II” è forse il momento più canonicamente progressive di tutto il lavoro, belle linee melodiche e bel lavoro chitarristico.
“Tiempo de cambios “è la traccia che apre il lavoro con una bella carica energetica ed è stata scelta dal gruppo per creare un videoclip che si può trovare sui social più importanti. Per qualcuno potrebbe risultare un brano troppo “ruffiano” e costruito ma la qualità comunque viene fuori alla distanza.
Concludendo, siamo di fronte a un gruppo che sa suonare, cosa non sempre scontata e come tutti coloro che conoscono i propri strumenti”; i Volvox sanno dosare bene il fragilissimo rapporto che c’è tra tecnica fine a sé stessa e melodie che possono risultare scontate.
Alla fine un lavoro più che discreto.



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Antonio Piacentini

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