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WALRUS (JAP) In the room of a singular point ADDA/Music Term 2004 JAP

L’opera che segna il debutto discografico dei giapponesi Walrus si concreta in un mini album (appena poco più di mezz’ora la durata totale) datato 2004. Già prima di inserire il cd nel lettore si capisce come questo quartetto debba ispirarsi ai Genesis: la foto del cantante su un palco, vicino al microfono, con guanti e maschera che ricorda quella del fiore di gabrieliana memoria, è emblematica! Così non si può rimanere sorpresi più di tanto quando, ascoltando il primo pezzo, intitolato “A moss green screen”, si viene catapultati in un sound pastorale e elettroacustico, pronto a qualche cambio di direzione e di intensità e che può ricordare le sonorità contenute nei primi capolavori dei Genesis “Trespass” e “Nursery cryme”. Le chitarre, il mellotron, i solos pregni di romanticismo, la teatralità di fondo mostrano chiaramente le influenze, in questo e negli altri brani che presentano simili caratteristiche. A tratti riemergono persino sensazioni sonore derivanti da brani ben specifici, come dimostrano certi chiari rimandi a “The fountain of Salmacis”. I Walrus non disdegnano qualche momento più deciso e tirato, evidenziato in particolare nella seconda traccia “Freedel and Cartel-leath”, o più spensierato (in “Deceiver”), ma in questi casi sono molto meno convincenti. Altro piccolo difetto è che a volte le parti vocali si prolungano un po’ troppo e penso che chiunque abbia ascoltato un po’ di musica che proviene dalla terra del Sol Levante sa bene che in casi del genere si corre il rischio di pensare più ai cartoni animati che non al progressive… In ogni caso, bisogna ammettere che è un piacere scoprire che anche i giapponesi, se ci si mettono, sanno essere padroni del buon gusto e non della tecnica virtuosistica fine a sé stessa… Esordio piacevole; sufficienza meritata; per genesisiani!

 

Peppe di Spirito

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WALRUS (JAP) Colloidal 2005 

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