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WALRUS (JAP) Colloidal ADDA/Music Term 2005 JAP

Ad un anno di distanza dal mini cd d’esordio, tornano a farsi vivi i giapponesi Walrus, band che continua a mostrare come la sua fonte di ispirazione sia rappresentata nettamente dai Genesis. Rispetto al precedente lavoro, vengono accentuate le componenti rock della musica proposta e, conseguentemente, viene un po’ meno quel lato pastorale che tra tenui melodie ed un forte romanticismo di fondo favoriva i momenti migliori di quell’album. Alla fin fine, è proprio quando i musicisti puntano sui toni acustici che riescono a mostrare spunti di interesse e di un certo fascino. Così, quando possiamo ascoltare un flauto, un arpeggio leggero alla dodici corde, qualche spunto dal sapore folk, sembra davvero di essere immersi in un mondo ricco di fantasia. Ma stavolta si tratta di brevi momenti di composizioni sì complesse, ma i cui cambi di tempo e di atmosfere risultano forzati e questi Walrus più cervello e meno cuore perdono molto in gradevolezza d’ascolto (e non dimentichiamo che anche in questo caso le parti vocali, in lingua madre, sono un po’ troppo prolisse e possono sembrare a tratti fuori luogo). Non che manchino situazioni di interesse e coinvolgimento, vedi la raffinatezza di “A dark side house” o le melodie malinconiche di “Paper plane”, o anche qualche fugace riferimento ai Beatles psichedelici, ma in generale si può dire che non si riesce in questo lavoro ad esprimere il fascino di fondo che si prova ad emanare quando una prog-band punta sul romanticismo genesisiano. Con “Colloidal”, quindi, abbiamo un leggero passo indietro: se i Walrus nel debut-album mostravano buon gusto ed un Genesis-sound gradevole, stavolta proprio non riescono ad essere convincenti più di tanto.

 

Peppe di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

WALRUS (JAP) In the room of a singular point 2004 

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