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WICKED MINDS From the purple skies Black Widow 2004 ITA

Il secondo album pubblicato da questa giovane band piacentina ci porta indietro… indietro… fino agli inizi degli anni '70 e agli albori dello hard rock, quando miriadi di gruppi sperimentavano nuove soluzioni musicali, sulla scia di Deep Purple e Zeppelin, senza chiedersi se ciò che facevano era Prog o meno. I Wicked Minds, visti dall'esterno, si mantengono costantemente in bilico appunto tra hard rock e soluzioni più tipicamente Prog, con inoltre più di una movenza psichedelica nella loro musica. Immediatamente viene da pensare agli Uriah Heep, sia per l'utilizzo che viene fatto dell'organo Hammond, sia anche per il cantato di J. C. (?) che ricorda molto David Byron; non a caso, comunque, è presente sull'album una ottima cover di "Gypsy", proprio degli Heep appunto, assieme peraltro a una dei Pentagram ("Forever my queen"). Ci si può sbizzarrire cercando punti di somiglianza con altre bands dell'epoca, inglesi, tedesche e persino italiane (le Orme di "Collage" non sono così lontane…). L'atmosfera è decisamente early '70s, il gruppo fa di tutto per mantenerla tale, sia per le tastiere utilizzate (solo Hammond e Mellotron), per i suoni, grezzi, decisi e graffianti ma non privi di una loro eleganza; il gruppo persegue con convinzione la propria strada, senza chiedere neanche idealmente scusa se i loro suoni possono apparire datati e fuori moda, anzi rincarando la dose con l'utilizzo di un flauto che qua e là va ad arricchire un sound che non è certamente povero e scarno ma che anzi risulta piacevolmente pieno e corposo. A parte le due cover summenzionate, l'album consta di 7 canzoni di minutaggio medio, tra i sei e i nove minuti, tutte dai connotati abbastanza simili, ancorché ovviamente non standardizzati, tranne forse le belle "Drifting" e "Space child" ove a tratti sembrano prevalere sonorità più melliflue, dal sapore folk. Ogni canzone fa storia a sé ma le tendenze del gruppo paiono chiare, dicevo, e difficilmente gli amanti di certe sonorità potranno rimanere impassibili ascoltando questo ottimo album. Finita qui? Ma no… prima di chiudere è il momento della suite: "Return tu Uranus" è un pezzo di 18 minuti che rappresenta un po' la summa della concezione musicale dei Wicked Minds, un brano che tuttavia risulta un po' discontinuo e slegato, ancorché apprezzabile nelle sue singole parti.

 

Alberto Nucci

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