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XII ALFONSO Claude Monet Vol. 2 Musea 2005 FRA

A distanza di tre anni, dopo un live ed il curioso progetto “Le chant des pierres”, i XII Alfonso realizzano l’atteso seguito della loro opera dedicata al pittore Claude Monet. La band transalpina prosegue questo discorso analizzando in chiave musicale la storia dell’artista dal 1889 al 1904 e lo fa con una classe che conferma ampiamente quanto di buono era stato fatto col primo volume. Stavolta l’album è in pratica interamente strumentale (se si eccettua qualche parte recitata): Michael Geyre, Philippe e François Claerhout suonano di tutto e di più e sono accompagnati da altri musicisti che danno un quadro timbrico ricchissimo! Le basi della strumentazione rock ci sono tutte e si hanno sia sonorità vintage che moderne; si aggiungono fisarmoniche, percussioni di ogni tipo, flauto, tromba, stranezze etniche, ecc. di modo che si avvertono bei contrasti e ottime soluzioni elettroacustiche. Partendo da queste fondamenta, la proposta dei XII Alfonso richiama vari generi musicali, liberandosi in un progressive personale che ha pochi eguali al girono d’oggi. Si ha, così, principalmente una musica d’insieme che fonde tanti stili, con un prog infarcito di folk, di rimandi medievali, di romanticismo sinfonico, di melodie francesi e/o esotiche, di atmosfere religiose, magari con molte di queste influenze presenti nella stessa traccia; eppure non mancano spinte molto nette verso il jazz (“Partition pour pinneaux et coquelicots”), o verso una sorta di classicismo moderno (“Visite à Giverny” o la chitarra acustica hackettiana di “Dans la claque du petit jour”). Nel corso delle varie composizioni, poi, si affacciano spesso divertenti intermezzi con musichette e melodie da ragtime o da canzone di inizio secolo, che creano buffi, ma affascinanti contrasti col resto del brano, che magari si caratterizza per un umore diverso. Ed ecco che possiamo notare come anche le atmosfere sono variabili, visto che si passa da situazioni allegre ad altre più malinconiche e/o meditative. Forse non raggiunge (magari perché un po’ troppo “ragionato”, alla ricerca di una perfezione formale) le vette toccate alla grande con il volume 1, lavoro di una leggerezza sopraffina e magnifica, ma questo nuovo cd dei XII Alfonso è la dimostrazione assoluta di una piena maturità ampiamente acquisita.

 

Peppe di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

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