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XHOHX Karyotypexplosion autoprod. 2007 BEL

Math-rock in opposition-brutal-death metal prog... Qualche critico sulla rete si è già sbizzarrito nel ricercare una definizione adatta per la musica contenuta in questo lavoro e sicuramente non si tratta di un'operazione semplice: dare un'interpretazione precisa del caos totale rappresentato dai belgi Xhohx può richiedere una certa predisposizione al rischio in quanto l'ascolto di "Karyotypexplosion", con il suo stile musicale in delirante equilibrio fra l'isteria e l'epilessi, è organizzato in modo da risultare assai snervante e deleterio per la nostre povere menti! Insomma, "Karyotypexplosion" è uno di quei cd da prendere con le molle, riservato possibilmente ai più estremi ed impavidi lettori di Arlequins. Sorta di concept apocalittico-fururista dai risvolti politici, questo cd nasce dalla mente di due loschi figuri come Ramon Ribas Coca e Oregolakatzor. Chitarra, basso, batteria programmata e vocals pseudo growl-hardcoreggianti: questi sono gli elementi base che compongono gli oltre cinquanta minuti di aggressione belluina ed incessante di "Karyotypexplosion", dodici pezzi di fredda geometrica violenza in cui gli i nostri bravi Xhohx ripercorrono con pretese avantgarde diverse tappe della dissonanza rock-metal, dai Voivod ai Meshuggah, dai Flying Luttenbachers agli Alboth!, Dysrhythmia, Guapo, Atheist, Hella ed i nostri Garden Wall... Il risultato è un autentico minestrone piuttosto indigesto da digerire, a dispetto dei suoi ingredienti, anche se a tratti non totalmente privo di qualche elemento interessante... giusto a tratti. In "Karyotypexplosion" la concettualità dell'epilessi in musica viene portata a livelli così estremi di autoindulgenza da lasciar cadere nel vuoto della noia quello che sulla carta poteva sembrare un esperimento interessante; salvo momenti sporadici diventa davvero difficile sostenere l'ascolto per intero di questo cd senza distrarci in qualche altra, decisamente più interessante, attività. Non c'è dubbio come questo cd sia discretamente suonato e curato nei minimi dettagli, tanta cura formale però non rimedia certo alla sua pretenziosità onanistica e banalmente ipertecnica in cui si cerca di spacciare per avanguardia dei collages di riffs dissonanti arrangiati alla meno peggio. Insomma, evitate tranquillamente questo cd ed orientate i vostri risparmi verso qualcos'altro...

 

Giovanni Carta

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