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ZEN Gaze into the light WMMS 1997 ITA

Comincio col dire che è un vero piacere recensire una band italiana che ci regala un album così bello. Gli Zen sono un quintetto di Aprilia all'esordio in cd. La loro musica si inquadra a prima vista nell'ormai inflazionato filone Dream Theater. In realtà, ascoltando ripetutamente questo cd, ci si accorge che i momenti progressivi non sono pochi e soprattutto non sono trascurabili. Il tutto ruota intorno alle preponderanti tastiere suonate egregiamente da D. Di Pasquale (ottima la scelta di suoni e timbri); la voce di A. Polidoro è bella, interessante e, a mio avviso, destinata a futuri miglioramenti. La sezione ritmica è OK. La chitarra svolge un discreto lavoro evitando tuttavia e inspiegabilmente i classici assoli tipici del metal-prog. 53 minuti di musica che scorrono via molto piacevoli e vien subito voglia di ricominciare. La musica è sempre, direi... ispirata. Impossibile, nonostante i limiti di spazio, non citare il terzo brano, "Water can cover the next", un autentico gioiellino di 10 minuti in cui l'aspetto progressivo della band emerge in tutta la sua forza. Trovo la musica degli Zen in un certo senso addirittura originale pur, lo ripeto, ricalcando essa fondamentalmente sonorità già arcinote. Un cd pressoché imperdibile per tutti gli amanti del prog venato hard e una band da tenere sotto stretta osservazione.

 

Emiliano Di Stasio

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