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ZZOLCHESTRA Zzolchestra Trovarobato Parade 2010 ITA

Undici musicisti provenienti dall’area bolognese, una casa discografica, la Trovarobato con la sua collana Parade, sempre attenta a supportare proposte alternative, vecchi insegnamenti di “un certo” Frank Zappa ed un’atmosfera ironica costante. Sono le fondamenta su cui è costruito l’esordio di questo ensemble denominato Zzolchestra e guidato da Alberto Danielli, impegnato alla chitarra elettrica, alla quale affianca tuba e ukulele, e coadiuvato dagli strumenti più disparati, tra vari sax, cornetta, vibrafono, piano, basso, Theremin, violoncello, batteria e percussioni, ecc (la sezione ritmica è in pratica quella dei Mariposa, nota band indie bolognese. n.d.r.). Un po’ jazz, un po’ R.I.O., un po’ circense e zappiana, “Il segreto valzer di Alessia” apre le danze con un andamento scanzonato da piccola orchestra con fiati in evidenza, ma anche con vari suoni percussivi ad accompagnare in maniera encomiabile. Più evidenti certi riferimenti al genio di Baltimora con episodi che possono portare alla mente, di volta in volta, il jazz-rock di “Hot rats” o gli sviluppi orchestrali di “The Grand Wazoo” e “Waka Jawaka”, come “Seicinque”, “Pasta e fagioli”, “Somaro” e “Romeo”, in cui un turbinio di fiati duella con la chitarra su ritmi mutevoli. In altre circostanze, nello specifico in “Alblues” e “Lejos”, si ascolta un jazz fumoso e notturno, che flirta col blues, ma che riesce a mantenere melodie scanzonate e gradevoli. Un piccolo gioiello è poi “Framartime”, in cui gli amanti della scuola canterburiana troveranno pane per i loro denti. Curioso il brano “Vanda” (uno dei due episodi cantati, l’altro è il citato “Romeo”), che unisce sapore latino, buffe melodie vocali ed una vivacità che mi fa pensare anche ai Gatto Marte. La Zzolchestra, nonostante le mille combinazioni, nonostante lo spirito di ricerca, nonostante le contaminazioni di stili diversi, riesce sempre a rassicurare l’ascoltatore: lo culla in un fluire di note scorrevoli; gli strappa un sorriso con una sezione sgangherata eppure ancora lineare e brillante; gli offre un insieme timbrico variegato e colorato; gli presenta suoni senza tempo in un piatto gustosissimo destinato soprattutto a quei palati che apprezzano l’opera zappiana, il jazz-rock progressivo e le stramberie.


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Peppe Di Spirito

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