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ZELLO Zello Ad Perpetuam Memoriam 1996 SVE

La label scandinava APM, fino ad ora, ci ha reso partecipi di episodi musicali progressivi stupefacenti per l'originalità del loro approccio stilistico. Non possiamo dire altrettanto per questa opera prima degli Zello. E' infatti evidente fin dalle prime battute del CD, forse per la presenza del violino, forse per le timbriche intubate dell'Hammond, forse per le dinamiche e aggressive melodie, che viene pagato un esplicito tributo stilistico al power-progressive statunitense dei Kansas di "Leftoverture" o di "Point of know return". Ciò non toglie che è assai difficile restare emotivamente indifferenti all'esordio di questo quintetto svedese. Qualità tecnica e sentimento si fondono assieme per regalarci uno dei migliori episodi progressivi dell'ultimo anno. Si può universalmente affermare che il lavoro è ottimo: può piacere o non piacere, ma è solo questione di gusti... Bisogna dar merito al gruppo di aver messo in chiaro, fin dalle note di copertina, cosa ci si possa aspettare da questo lavoro. Traduco testualmente dall'inglese: "questo album non avrebbe mai visto la luce senza l'ispirazione data dai Jethro Tull, dai Kaipa, dai Kansas, dagli Uk e dagli Yes". Quest'atteggiamento è senza ombra di dubbio sinonimo di umiltà e reale modestia, dote rara dei novelli maestri progressivi dei nostri tempi. Quello che può non piacere è, come avrete capito, una certa mancanza di personalità stilistica. Grande è invece la padronanza del pentagramma e degli strumenti. I due addetti ai sintetizzatori (A. Altzarfeldt e M. Olsson) realizzano quanto è realizzabile con le sole due mani che il buon Dio gli ha messo a disposizione, mentre L. Glenberg, con il suo violino, caratterizza ottimamente il sound verso le direttrici di cui più volte abbiamo parlato. Ottima anche la ritmica, dotata di un batterista (J. Batal) preciso che fa quanto deve fare e di un bassista (D. Lindell) dal tocco inconfondibilmente anni 70. Buona anche la prova di P-O Saether, vocalist che deve limare qualche ingenua sbavatura. Volete sapere se questo CD merita di essere acquistato? Non so. Vi posso comunque dire che se non apprezzassi i Kansas, difficilmente troverei argomentazioni valide per appassionarmi agli Zello.

 

Giovanni Baldi

Collegamenti ad altre recensioni

ZELLO Quodlibet 1999 
ZELLO First chapter, second verse 2004 

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