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TALE CUE Marco Del Corno
 

I Tale Cue sono una realtà tutta italiana. Entrati prepotentemente sul mercato con il loro primo lavoro "Voices beyond my curtain", stanno riscotendo un discreto successo. I veterani del nostro amato genere li conoscevano probabilmente già per i loro concerti e per il loro demo-tape "Four tales". Io ne ero rimasto impressionato fin dal primo ascolto. Tra me pensai "questo gruppo farà molta strada". Ora sono solo all'inizio della loro carriera, ma hanno già le idee chiare. Ho avuto l'opportunità di intervistare il gruppo quasi al completo. Laura Basla (voce), Giovanni Porpora (tastiere), Silvio Masanotti (chitarra) mi hanno ricevuto alla loro corte insieme al nuovo batterista Alessio Cobau. Reclutato un mese prima del festival di Mondovì, già drummer dei Theatre, Alessio doveva aver passato la notte prima a gozzovigliare: ogni singola sua cellula urlava "datemi un letto!". Mancava solo Davide Secchione (e non Vicchione, some appare sul CD) che ora sta svolgendo il servizio di leva. Adesso però bando alle ciance e leggete un po' quello che è venuto fuori dall'incontro nella cantina dei Tale Cue.

OK ragazzi, raccontatemi come si è formato il gruppo…
Della formazione originale siamo rimasti in tre (Laura, Giovanni, Silvio). Ci siamo incontrati nel lontano 1987, per suonare in un gruppo che faceva tutt'altra musica, con un repertorio esclusivamente di covers. Dopo due cambi di bassista e batterista, siamo giunti all'attuale formazione. Abbiamo registrato un demo-tape intitolato "Four tales" e, successivamente, altri quattro brani racchiusi in una cassetta ad uso promozionale. Questi quattro pezzi, unitamente ad altri due nuovi, sono poi divenuti parte integrante del CD.
Come mai avete scelto Musea per la produzione del CD… e poi vi ha veramente prodotto?
Musea ha curato la parte grafica e le stampe del disco. Le spese dello studio di registrazione le abbiamo sostenute noi. Ci avevano consigliato varie case discografiche; ci avevano parlato bene anche della casa francese. Abbiamo avuto poi l'opportunità di andare lì a parlare con loro. Il contratto ci è sembrato onesto e allora li abbiamo scelti. All'epoca avevamo già il master, per cui cercavamo solo una casa distributrice.
Le vostre composizioni, a mio parere, hanno un non so che di sognante, di etereo che poi si concretizza repentinamente, sia per quanto riguarda la musica che per i testi, Qual è la vostra fonte di ispirazione?
Per quanto riguarda la musica, a livello di sensazioni è una cosa abbastanza spontanea; cioè uno di noi scrive un pezzo nuovo, lo vediamo insieme, ne discutiamo e lo arrangiamo tutti e cinque insieme. E' difficile rispondere a questa domanda riguardo a "Voices…" in quanto lo abbiamo inciso nel marzo '90. Sono passati due anni ed ora è un po' vecchiotto. Adesso si lavora diversamente, grazie ad Alessio che partecipa attivamente all'arrangiamento. Le idee saltano fuori in cantina, mentre si prova. Un certo giro di chitarra, magari viene sviluppato assieme. Il testo nasce dopo, come di conseguenza.
Cosa pensate della situazione del Prog in Italia?
Secondo noi la gente che ama il prog sembra un po' chiusa e questo è realmente un controsenso, se teniamo conto del genere di musica che ascolta. Si tende a catalogare come prog un qualcosa che ricorda gli anni '70. In quel periodo il progressive non era una musica catalogabile, totalmente al di fuori degli schemi che esistevano prima. Il gruppo che non ripropone il sound dei Genesis, dei King Crimson o degli EL&P non è prog, anche se fa cose diverse. Oggi in Italia il prog è il suono di tastiera anni '70. Con una sorta di mentalità simile non vediamo futuro, già all'interno del movimento (diciamo così) progressive c'è qualcosa che non va.
A proposito, quali gruppi italiani apprezzate?
Gli Aton's hanno qualcosa di particolare, fanno sicuramente quello che vogliono. Non ci piacciono i gruppi che si rifanno troppo a cose vecchie. Poi i Leviathan ci sono piaciuti al festival di Mondovì. Sono influenzati parecchio dagli IQ, soprattutto nelle tastiere, però hanno suonato professionalmente. I Malibran sono molto bravi, ma suonano ancora come i Jethro Tull. In pratica quasi tutti ci piacciono… ma non faremmo mai musica come loro.
Beh… questa sembra una buona cosa… Passiamo a qualcosa che vi è più vicino. Qual è il vostro sogno utopico e quale il vostro futuro reale?
Il nostro sogno utopico: adesso entra uno dalla porta e dice: "Ehilà, sono il direttore artistico della EMI, venite che c'è lo studio pronto per sei mesi…".
Scendereste anche a patti con una major?
Scenderemmo anche a patti, ovviamente dipende anche da quali patti. Se per incidere 55 minuti di musica dobbiamo farne 10 commerciali, lo facciamo. Con due anni di gestione economica del gruppo alle spalle… ci rendiamo conto che andare avanti così sarebbe un continuo investimento di denaro. Il ritorno non c'è, se non per quanto riguarda la soddisfazione personale. Se si potesse avere più appoggio economico, ci sarebbe più precisione e tempo per fare le cose molto meglio.
Capisco… comunque il futuro reale, invece…
Adesso siamo fermi. Il bassista sta facendo il servizio militare, per cui proviamo meno. Vediamo il materiale con lui quando è in licenza. Lo registriamo e lui lo studia in caserma (ha il basso nell'armadietto), poi quando torna si accorge che è di nuovo tutto cambiato, allora lo registra… forse a Natale ci sarà il secondo lavoro, se tutto va bene.
Ora vi faccio la mia domanda di rito. I vostri tre dischi preferiti.
Per me (Silvio) "Discipline" dei King Crimson e "Regatta de blanc" dei Police. "Atom heart mother" (dice Giovanni), seguito da "Gone to Earth di David Sylvian. Tutti i King Crimson da "Larks'…" in poi (dice il sempre più assonnato Alessio). Io (ora parla Laura) ho amato molto il genere dark, new wave… vado molto a periodi… non ho un preferito.
I vostri ispiratori personali, invece?
(Giovanni) Banks sicuramente, più di Emerson e Wakeman. (Alessio) Bruford… che più che un batterista… è un musicista. (Silvio) Allan Holdsworth e Robert Fripp… poi anche Andy Summers. (Laura) Sicuramente Antonella Ruggiero dei Matia Bazar.
Va bene… allora in bocca al lupo e grazie…
Grazie a voi e ciao a tutti.

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