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ASGARD Riccardo Maranghi
 

Per iniziare vorrei che faceste un breve riassunto storico della vostra attività
Asgard è nato nel 1984 senza essere minimamente a conoscenza (fino all'87) dell'esistenza del new-progressive. Lo scopo era quello di riprendere il rock romantico degli anni '70 in chiave più moderna. Da allora abbiamo fatto un notevole numero di concerti, siamo stati presenti in molte trasmissioni radiofoniche e sulla stampa locale. Abbiamo poi partecipato a due compilation ("Italian rock invasion" ed "Exposure ‘88") e pubblicato due demo-tapes. Poi "Götterdämmerung" ed "Esoteric poem".
Il vostro secondo lavoro "Esoteric poem" si allontana in parte dagli stilemi canonici per avvicinarsi a soluzioni tipiche della musica d'atmosfera. Ciò rappresenta la naturale evoluzione del vostro sound o è da considerarsi un episodio a sé stante?
E' un episodio. Vorremmo comunque precisare come noi vediamo questo disco: secondo noi "Esoteric poem" è un disco maturo, che richiede maturità anche da parte dell'ascoltatore. Direi che è un disco di progressive puro, senza contaminazioni e, ciononostante, procede per una strada personalissima e ricca di fascino (è tutto ciò che sintetizzavamo nella formula sensibilità progressive utilizzata nella recensione). Secondo noi nel nostro ambiente c'è bisogno a tutti i livelli di stimolare l'aspetto sensibilità progressive perché l'alternativa a questo aspetto (che è la piega che stanno prendendo un po' tutti i gruppi, fans e magazine) è quella dello standard-progressive. Il secondo disco di un gruppo è un momento molto importante perché si vuol vedere se quel gruppo sa ripetersi al livello del primo oppure no: ebbene in un momento così delicato noi abbiamo voluto rischiare, spingendo sull'acceleratore della sensibilità progressive, invece che puntare sulle certezze rassicuranti dello standard-prog che, con brani come "Eternal flame", "Wild hunt" e "Olaf Stonehand" ci avrebbe sicuramente ripagati. L'abbiamo fatto perché vogliamo fare del nostro meglio per cambiare le cose, per non far morire questo genere di musica che ha bisogno di freschezza per essere preso in considerazione dai grossi canali di informazione musicale e per fuoriuscire dall'ambito underground, come fece lo heavy metal una decina d'anni fa. Ma se il prog non si propone in una veste più professionale, se continua a proporsi in modo standardizzato e non all'altezza dell'intelligenza dei grandi gruppi storici di cui si vuol raccogliere l'eredità, non verrà mai preso in considerazione seriamente.
Nei vostri testi sono pesanti i riferimenti alla mitologia nordica. Potete spiegarmi il perché di questa scelta?
E' una preferenza inspiegabile forse un retaggio ancestrale… Comunque tutte le mitologie dei popoli indoeuropei sono uguali nella sostanza.
Passiamo ad argomenti più d'attualità. Quali sono i vostri prossimi progetti?
Da luglio a metà agosto saremo in Germania a registrare "Arkana", terzo disco. Quando torneremo avremo qualche concerto da fare. Il 29/30 agosto ci sarà il Gothic Gathering a Tramonti, con Galahad e Barrock.
Potete anticiparmi i contenuti del prossimo disco?
E' già tutto deciso ma preferiamo non anticipare niente.
Siete stati una delle pochissime bands italiane a non aderire al progetto di Fondazione. A posteriori la vostra appare sicuramente come una scelta giusta, ma potete spiegarmi le ragioni che vi portarono al rifiuto?
Il progetto di Fondazione puzzava di politica nella mentalità e forse anche nella sostanza. Asgard rifiuta tutto ciò che è politica. Per di più Asgard rifiuta sdegnosamente di confondersi in un movimento che fa della quantità la sua forza, poiché questa è un'aberrazione a livello di principio e una mossa fallimentare sul piano pratico: noi crediamo nella qualità e nel fiero mantenimento della propria dignità e identità. Per questo nostro atteggiamento qualcuno ci ha accusati di essere troppo aristocratici ma, sinceramente, non lo consideriamo affatto un difetto.
Alla luce anche del fallimento della suddetta iniziativa, che futuro pronosticate per il movimento prog italiano (e non)?
Secondo noi il movimento prog avrebbe la possibilità di ripetere l'exploit dello heavy metal che, solo fino a dieci anni fa, era la musica underground e ora è musica di largo consumo: ma perché la storia si ripeta è necessario tanto spirito di corpo (come i metallari tra loro) e, come si diceva prima, incentivare la qualità delle proposte musicali più che la quantità.
Addentriamoci nel territorio dei vostri gusti musicali: su quali band vertono le vostre preferenze?
Genesis fino a "Wind & wuthering", Queensryche, Clannad, Mike Oldfield, Wagner e musica antica.
Penso che a questo punto sia giunto il momento di chiudere. C'è qualcosa di particolare che vi preme dire?
Sì, c'è una cosa che vogliamo dire: Progressive" è una parola orrenda; alle orecchie di un profano dà tutt'altra idea di ciò che questo genere musicale è ed è stato, contribuendo sicuramente a tener lontani certi ascoltatoriche, potenzialmente, avrebbero la sensibilità per appassionarsi a questa musica. Sarebbe più appropriato parlare di Rock Sinfonico o Romantico, o Gotico, per esempio. Comunque, poiché questa è la definizione ufficiale ed ormai –purtroppo- non la si può cambiare, cerchiamo almeno di non leggerla in modo ottuso come fa qualcuno: che la parola derivi la sua radice dal progresso non significa che gli epigoni dei Genesis debbano fare musica piena di sperimentazioni dissennate o contaminazioni intellettualoidi, infarcendo il tutto con discorsi tipo Progressive o Regressive. Noi consigliamo a tutti più semplicità, più attenzione per il bello e meno razionalismi infantili. L'elucubrazione dotta è cosa per menti allucinate, che non sanno capire che la parola progressive ha un significato meramente storico e non letterale.

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