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WHITE WILLOW Alberto Nucci & Jessica Attene
 

Contattato da Arlequins, che ha gradito il ritorno del gruppo norvegese, Jacob Holm-Lupo si è prestato con entusiasmo a rispondere alle nostre domande sul nuovo album "Storm Season". Buona lettura

Cosa è cambiato dal primo album ad ora nella musica dei White Willow?

Penso che abbiamo attraversato un processo di maturazione e credo che i nostri margini di espressività si siano ampliati un po'. Siamo più propensi ad immettere influenze ed idee strane ed insolite. La gente mi dice che siamo meno folk-oriented che in passato. Non lo so. Per me ci sono ancora delle influenze folk nella nostra melodia ma gli arrangiamenti sono più dinamici e rockeggianti.

"Storm Season" è in qualche modo simile ad "Ignis Fatuus", specialmente per quanto riguarda tracce come "Chemical Sunset" in cui vengono recuperate alcune influenze folk. Cosa vi ha fatto recuperare certi suoni e certe atmosfere?

Per "Storm Season" volevo dipingere una specie di quadro apocalittico di un mondo che era sull'orlo di un disastro con la gente su una sorta di baratro. "Chemical Sunset" è una specie di triste storia d'amore, così per quell'aspetto delle liriche sembrava adatto usare una melodia simil-celtica che inducesse uno stato di tensione. L'ambientazione è di decadimento e di inquinamento urbano cosicché i suoni e gli arrangiamenti necessitavano di riflettere ciò. Per questo ho scelto chitarre e ritmiche più pesanti e qualche synth dal suono chimico.

Perchè avete sentito l'esigenza di aggiungere un secondo violoncello?

Beh, ho incaricato la mia amica Tirill, che ha suonato il violino sul primo album dei White Willow, di scrivere alcuni arrangiamenti. Ha deciso di scriverli esclusivamente per il violoncello per ottenere un suono oscuro e terroso, ed ecco come è venuta fuori l'idea. Sigrun Eng, che suona il violoncello, ha fatto un ottimo lavoro e sono sicuro che ricorreremo ancora a lei.

Con "Storm Season" c'è stato un nuovo cambio di line up, cosa vi ha portato verso questo cambiamento e come pensate che questo abbia influito sulla vostra musica?

E' una lunga storia ma sostanzialmente avevo bisogno di un secondo chitarrista così Johannes è passato dal basso alla chitarra: il che voleva dire che avevamo bisogno di un altro bassista. Avevo già suonato con Marthe in un altro gruppo e desideravo davvero che entrasse nella band, così lei si è sentita obbligata. Ha portato peso e profondità all'album. Lars Fredrik è entrato perchè Brynjar Dambo ha deciso di abbandonarci. Ed è stata davvero una concatenazione di eventi fortunati, dal momento che Lars è brillante ed il muro di mellotron e di tastiere analogiche è tutto frutto del suo contributo.

C'è un motivo particolare per cui volevate un produttore esterno per "Storm Season"?

Non ero sicuro di poter ottenere un suono più poderoso da solo; ma alla fine ha funzionato e ho imparato molto da questa esperienza. In origine dovevamo lavorare con Sandy Pearlman ma impegni di famiglia ci hanno impossibilitato ad intraprendere il viaggio in California dove si trova il suo studio.

Vedi i White Willow come un tuo progetto personale?

Sento che I White Willow sono centrati sulle mie canzoni e sulle mie idee ma tutti portano il loro contributo e oggigiorno non guido più la band come ero solito fare agli inizi. Sta diventando sempre di più una democrazia, il che probabilmente è un bene.

Come nasce l'idea di creare una canzone insolita come "Storm Season", una sorta di adagio gotico ispirato ad Albinoni?

"Storm Season" era in origine l'introduzione ad un pezzo orchestrale che scrissi qualche anno fa. Non potevo incorporare l'intero lavoro nell'album così ho scelto questo perchè trovavo le parti vocali piuttosto gradevoli. Come dite, è un chiaro riferimento ad Albinoni ma, per ottenere ancora un clima apocalittico, ho aggiunto nel missaggio suoni elettronici e rumori bizzarri.

Cerchi mai di orientare volutamente un disco verso un genere musicale preciso, cioè di farlo suonare più o meno prog o più o meno gotico?

Beh, per ogni disco ho cercato di intraprendere una nuova direzione. In genere, appena ho finito un album mi viene una sorta di visione in cui vedo cosa vorrei fare con quello successivo. Per "Storm Season" sapevo fin dall'inizio come sarebbero state le ambientazioni e le tematiche dei testi, così l'album è stato costruito sin dall'inizio su queste idee.

"Vorrei ma non ci sono riuscito": Cosa manca alla musica dei White Willow?

Mmmh... Domanda difficile. Mi sarebbe piaciuto senz'altro avere un budget più ampio, dal momento che sono molto ossessionato dalla produzione ed idealmente vorrei avere la possibilità di essere perfezionista come gli Steely Dan in studio, ma non possiamo affrontare questo sforzo. Un altro fattore che penso potrà portare il futuro è una maggiore attenzione agli arrangiamenti vocali. Quando Sylvia era nella band tendevamo a focalizzarci maggiormente sulla sua voce ma sul prossimo album faremo molte più background vocals ed incorporeremo il cantato solista in una struttura vocale più ampia.

Qual è l'elemento di maggiore soddisfazione legato al vostro ultimo album?

Soprattutto il fatto che abbiamo appena finito di fare un album che suona in maniera diversa da quello precedente. Ed il fatto che io sono riuscito a spremerci dentro alcune delle mie influenze Blue Oyster Cult.

Le vostre canzoni sono sempre molto malinconiche: sentite la musica come un mezzo per esternare le vostre inquietudini?

Assolutamente. Scrivere musica è una specie di terapia per me; ogni forte esperienza, tutto ciò che mi emoziona nella vita, finisce in una canzone. E sì, penso di essere una persona malinconica, come lo è tutto sommato la maggior parte dei norvegesi.

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