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KAYAK Alberto Nucci & Jessica Attene
 

La messa a nuovo del vecchio "Merlin" sembra aprire una nuova rinascita crativa del gruppo che, dopo la reunion e 2 album non eccezionali, si riavvicina ai fasti del passato. Di questo parliamo col tastierista Ton Scherpenzeel che ci anticipa qualcosa anche sul nuovo ambizioso progetto musicale ispirato a Nostradamus.

Come nasce l'idea della reunion dei Kayak?

Pim Koopman (batteria) ed io stavamo realizzando dei demo, non appositamente per i Kayak ma per un progetto che ancora non aveva un nome. Quando Max Werner si unì a noi allora fu inevitabile chiamarlo Kayak. Il progetto fu quindi archiviato per un certo periodo di tempo, finché, nel 1999, una band tedesca popolare chiamata Kast ci propose un concerto di reunion. Questa band era anche coinvolta nella fondazione di una nuova etichetta discografica. Ascoltarono i nostri demo e ci vollero per la loro etichetta. Ecco come tutto è ricominciato: abbiamo suonato molto e da allora abbiamo realizzato 4 album.

I nuovi Kayak sono diversi da quelli vecchi e, se sì, in cosa?

Si e no per diversi aspetti. Le idee musicali di base sono ancora opera mia e di Pim e siamo ancora le stesse persone con un po' di anni in più, quindi si spera più sagge e con maggiore esperienza. Trenta anni di business musicale ti cambiano, che tu lo voglia o no. Musicalmente parlando ci siamo evoluti: abbiamo orizzonti più ampi. Abbiamo fatto così tante cose dal primo scioglimento dei Kayak: Pim si è occupato della produzione di altri gruppi ed artisti ed io ho scritto molto materiale per opere teatrali (oltre ad aver suonato per un bel po' nei Camel, come noto. Nda). Questo si può percepire nei nuovi Kayak, credo.

Da dove nasce l'esigenza di riprendere trasformare ed espandere il vecchio Merlin?

Cercavamo qualcosa di speciale. Ripetere semplicemente un altro "Close to the Fire" o un "Night Vision", ottenendo un successo moderato, non aveva molto senso; così abbiamo cercato di accentuare l'aspetto teatrale ed orchestrale, dal momento che si tratta di fattori importanti nella nostra musica. Merlin ci ha dato questa possibilità dal momento che, nella sua versione originale, non era davvero completo e così abbiamo potuto aggiungere molte canzoni. La vecchia versione aveva solo un accenno di molte storie e leggende legate ad Artù, Merlino e alla Tavola Rotonda. Ora si può considerare compiuto: la storia adesso è completa, con un inizio e una fine.

Perché avete deciso di non far intervenire più ospiti per interpretare i vari personaggi?

Avremmo dovuto averne di più in effetti: Ginevra e Lancillotto dovevano essere impersonati da altri cantanti perchè infatti si tratta di personaggi diversi. Ma con tanti buoni cantanti nella band chi si può lamentare? Si trattava di una soluzione più o meno pratica, così abbiamo deciso di far interpretare questi ruoli a Cindy e Bert (che interpretano anche, rispettivamente, Morgana e Merlino. Nda).

Tirate le somme, quali erano a vostro giudizio i difetti del vecchio Merlin e quali correzioni avete apportato?

Dal punto di vista della produzione avrebbe potuto suonare meglio, ma questo è un difetto che sento in tutti i nostri dischi. Le canzoni sembravano gradevoli, non ci trovo nulla che non vada. Abbiamo solo provveduto ad introdurre nuove composizioni che potessero integrarsi con le vecchie. E' difficile, per la gente che non lo sa, capire quali siano le canzoni vecchie e quali quelle nuove. L'unica cosa che abbiamo cambiato pesantemente è l'approccio a " The King's Enchanter". Nella versione originale quella canzone era cantata da Merlino ma questo non era in sintonia col tema, che riguarda la fine dei suoi poteri magici; la musica poi era troppo allegra per questo proposito. Secondo la leggenda, l'unica persona che è davvero felice circa la fine di Merlino è Morgana Le Faye, così abbiamo deciso che quella canzone doveva essere sua.

Avete mai pensato o realizzato un'interpretazione in teatro di questa opera?

Lo abbiamo fatto, più o meno, durante il nostro tour. Video, ballerini, orchestra: si trova tutto nel DVD. E' la registrazione di un concerto e ha i suoi difetti, a causa della mancanza di budget, ma mostra una parte di quello che abbiamo in mente. Abbiamo persino fatto un concerto di Merlin con una vera orchestra per 7.000 persone con Bobby Kimball dei Toto nel ruolo di Lancillotto. E' stata una delle cose migliori che abbiamo mai realizzato.

Cosa rimpiangete dei vecchi Kayak?

La semplicità dei vecchi tempi. Non sapere di preciso cosa stai facendo e comunque continuare a realizzare progetti musicali e commerciali. Ora c'è più programmazione e riflessione. Ognuno ha i suoi progetti personali, le proprie band, altri lavori. E' un problema mettere insieme il gruppo, persino per fare le prove.

Potete darci qualche anticipazione sul vostro prossimo album, "Nostradamus"? Cosa vi affascina di questo personaggio?

La sua personalità è affascinante in quanto aveva davvero due facce, una appartenente a questo mondo e l'altra protesa verso il futuro. D'altro canto recenti scoperte hanno chiarito che una grossa parte della sua fama è basata su di un libro che probabilmente non ha scritto e che sarebbe stata opera di un monaco del XIV secolo. Ciò lo rende ancora più intrigante. Questo è il punto di vista della nostra opera. E' davvero un lavoro imponente: 2 CD con almeno 2 ore di nuovo materiale. La musica varia dal sinfonico al cabaret, dal rock alle ballad e ogni genere in mezzo a questi estremi. Ci sono sei (!!) cantanti solisti questa volta.

Dal momento della vostra reunion di qualche anno fa la formazione dei Kayak è già cambiata varie volte: i Kayak di oggi sono un gruppo aperto?

Abbiamo sempre avuto molti cambi di line-up, così questa non è una novità per noi. Abbiamo avuto 3 cantanti, 3 bassisti, 3 chitarristi, 3 batteristi. Solo un tastierista. E' diventato sempre di più un progetto, specialmente dopo il nuovo Merlin. Come band regolare non possiamo più esistere al livello che ci piacerebbe. Non abbiamo abbastanza lavoro e vendite per pagare i conti, tutto qui. Trasformarlo in un progetto e sfruttare le nostre potenzialità musicali, di produzione e di esperienza ci darà una buona possibilità di sopravvivere. E' l'unico modo per non diventare una band amatoriale. Ma questo cambierà il carattere dei Kayak, mi rendo conto: tutti sono rimpiazzabili, è la musica di oggi. E' difficile dire chi è effettivamente un membro dei Kayak adesso. La band suona, mentre Pim, Irene ed io scriviamo. Farò tutto quello che deve essere fatto per far andare avanti i Kayak. Se non lo facessi i Kayak non esisterebbero più.

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