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ATON'S Marco del Corno
 

I "Musicanti del Dio Sole che tramonta" (ATON'S BAND era il nome originario) non sono certo una novità: le loro prime tracce risalgono infatti al 1983, anno in cui uscì un 45 giri ("Ore tre" / "Sogni"), 1000 copie prodotte da Bajona Records in seguito alla vittoria di un concorso. Dopo questo positivo esordio a 7 pollici bisogna però attendere il 1989 per trovare il primo LP: "A.I. 2984", prima stampa su vinile trasparente e successivamente ristampato in vinile verde, per un totale di 2000 copie, con l'etichetta Toast. Nel frattempo, per la precisione nel 1985, è da sottolineare l'uscita su cassetta della parte audio di un'opera teatrale ("H"), distribuita a livello di demo, ma che si contraddistingue per un libretto di 8 pagine allegato.
Si arriva così ai giorni nostri ed ecco la novità: "Caccia grossa", il nuovo LP, questa volta con Contempo Records, oltre ad appagare le aspettative di coloro (me compreso) ai quali "A.I. 2984" era parso un buonissimo disco, ritengo presenti doti tali da dissipare i dubbi che avevano fatto muovere alcune critiche al gruppo; un esempio: la principale debolezza imputata agli Aton's era di avere un "indirizzo leggero"... in "Caccia grossa" il sound si è fatto più pesante, le atmosfere più tese e più "progressive" in senso classico.
Nulla dovrebbe dunque impedire agli Aton's di venire finalmente annoverati fra i gruppi leader della scena progressiva italiana, anche se, come si vedrà, tale definizione sta loro un po' stretta. Per caldeggiare quest'idea abbiamo pensato di scambiare due chiacchiere con Pietro Ratto (voce, chitarre, musiche, testi, arrangiamenti e programmazione delle tastiere) che, assieme a Vito Frallonardo (basso) e Massimo Trasente (batteria e percussioni) forma il trio.

Innanzi tutto ciao e benvenuti su Arlequins. In un'intervista rilasciata poco tempo fa diceste di non esser nati per fare prog ma per fare musica... musica che vi sta comunque bene essere definita progressiva; cosa è per voi il rock progressivo?

Penso che, per darne una definizione, siamo i meno indicati... sia a livello musicale, perché non siamo i rappresentanti più ortodossi, sia in senso teorico vero e proprio, perché devo dire che l'abbiamo scoperto da poco. Mi spiego: io ascolto i Genesis pressoché da quando sono nato, ma è forse da due o tre anni che mi hanno detto che questo è rock progressivo. Con quella affermazione intendevo quindi dire che non mi interessa inserirmi in un filone anziché in un altro, mi interesserebbe invece... anzi... voglio ad ogni costo continuare a seguire quello che è il mio filone, anche perché penso che un artista debba puntare a qualcosa di suo.

Questa giustissima convinzione ha forse condizionato i giudizi espressi su di voi?

Sì, avendo fatto moltissimi anni di gavetta abbiamo avuto più tempo rispetto ad altri gruppi prog italiani per personalizzare quello che facciamo e quindi abbiamo ricevuto non dei grandi e calorosi riconoscimenti dalla stampa specializzata proprio perché eravamo già fin troppo personali, costituivamo quindi un progressivo molto più... progressivo. Di queste critiche non me ne frega però nulla, proprio perché non mi frega niente del progressivo come termine astratto, soprattutto se lo si intende come genere fisso e definito una volta per tutte; è una concezione sbagliata perché il prog è per definizione, almeno così l'ho capito io, qualcosa che è sperimentazione, qualcosa di nuovo. In questo senso mi fa morir dal ridere chi dice "non fai progressivo perché non canti in inglese o non usi le tastiere come deve essere"... non c'è nessun si deve!

Sono solo in parte d'accordo: prog è secondo me solo un'etichetta, come può essere punk o folk, dato a quella musica che negli anni '60-'70 aveva progredito da vecchie posizioni per cui ora, ai nostri giorni, i musicisti progressivi non devono necessariamente tendere all'affannosa ricerca del nuovo... o meglio: tendere al nuovo sì, ma nel rispetto di certi canoni, per non finire appunto nella sperimentazione.

E' in parte vero, ma prova a vagliare con un po' di cattiveria ciò che sta accadendo: tu fai i Marillion, tu fai gli IQ, ma i Marillion ci sono già e gli IQ anche, eppure i Marillion e gli IQ sono a 100 km di distanza; ciò significa che, pur essendo entrambi prog, si possono fare cose ben diverse, ed io questo intendo.

Definita la teoria, passiamo alla pratica: "Caccia grossa"...

Il nuovo disco è una sorta di riconciliazione con certi ambienti che ci hanno accusato di essere troppo pop... non nel senso che abbiamo bisogno di scusarci con loro, è con noi stessi! C'è cioè una parte di noi che è molto legata al filone rock vero e proprio; questo filone era un po' meno in rilievo in "A.I. 2984". Il nuovo disco è molto tirato, non parliamo di quello che sarà il terzo...

Si parla già di un terzo disco?

Sì, sarà un concept, estremamente tirato, ma al momento non ne vorrei parlare; ora c'è "Caccia grossa", disco che mi soddisfa quasi pienamente, cosa non vera per "A.I. 2984". "Caccia grossa" è espressione di un'evoluzione: dal punto di vista della personalità perché ancora più... personale, dal punto di vista dei suoni perché... beh, sono molto belli, molto curati. Abbiamo lavorato molto ad esempio sull'uso del computer, visto che in "A.I. 2984" era in qualche modo la prima volta che ne sperimentavamo l'uso. Anche dal punto di vista tecnico il lavoro è ancora più preciso ed artisticamente le composizioni sono più mature.

Perché la scelta di "Buio" come brano di punta del disco? E' forse il meno rappresentativo secondo me, direi quasi funkeggiante.

E' il brano più orecchiabile, brano che potrebbe, spero, permetterci di far girare un po' il nome. Il video è stato fra l'altro frainteso ed è stato descritto come una storia d'amore... è sbagliato! In realtà è la radiocronaca di una morte in diretta, cioè il passaggio dallo stato della vita a quello della morte come passaggio verso la liberazione, quindi molto atteso.

Un'ultima curiosità: cosa vi ha spinto a lasciare la Toast per passare alla Contempo?

Devo dire che ci hanno sempre trattato bene, checché se ne dica: Pallavicini, con un articolo, ha dato origine a voci non vere. La Toast effettivamente non era il massimo per noi perché specializzata in altri generi musicali, però, fondamentalmente, ha creduto in noi ed era pronta a produrre "Caccia grossa", che sarebbe dovuto uscire a maggio dello scorso anno. Siamo stati noi a dare the final cut perché ci siamo resi conto che forse c'era qualcuno che poteva fare di più per noi perché più specializzato nel genere e più grosso nella struttura.

Bene, hai qualcosa da aggiungere per concludere?

C'è una cosa che vorrei tutti capissero, cioè che noi facciamo davvero sul serio. Non stiamo facendo questo perché è un bellissimo hobby. Per me è una questione di vita: non vado avanti se non funziona questa cosa, perciò sto provando tutto il possibile per far conoscere la mia musica in giro.

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