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DE DE LIND Mario Restelli
 

E' una calda sera quando Eddy Lorigiola mi riceve nella sua abitazione dopo un contatto telefonico. Mi prega di seguirlo e, sorseggiando una birra, ci accomodiamo in taverna (l'afa in questi giorni è tremenda). Mi mostra il suo strumento, gelosamente custodito, e noto che alle pareti ci sono foto dei DE DE LIND che ritraggono il gruppo al College di Torino, nel 1971. In quell'anno il gruppo fece da supporto agli URIAH HEEP durante la loro tournée italiana.
Qui di seguito è riportato un estratto della conversazione che abbiamo avuto.


Come mai avete scelto di dare un nome così originale al gruppo?

L'abbiamo scelto perché è lo stesso nome di una modella americana conosciuta da Vito, il cantante, qualche anno prima. Ci piacque a tal punto che decidemmo di adottare quel nome e lo italianizzammo pronunciandolo come si scrive.

Oltre a gruppi conosciuti come ORME, BANCO, P.F.M. e NEW TROLLS secondo te, all'epoca, chi avrebbe meritato qualcosa di più?

GARYBALDI e ROVESCIO DELLA MEDAGLIA mi piacevano. Durante un concerto di beneficenza tenutosi a Roma al quale partecipammo, ebbi occasione di ascoltare un gruppo che non avevo mai sentito. Facevano un tipo di musica che, di primo impatto, ci lasciò a bocca aperta, sia per il modo in cui veniva eseguita sia per la particolare bravura di ogni singolo componente del gruppo. Si facevano chiamare GOBLIN.

Tu sai chiaramente che il movimento musicale italiano degli anni 70 si ispirava principalmente, almeno per il prog, ai modelli d'oltremanica; ebbene, quale era il vostro modello musicale?

IAN ANDERSON! Noi abbiamo copiato molto dai JETHRO TULL cercando ovviamente di metterci anche del nostro; siamo stati forse i primi in Italia ad usare il flauto e, addirittura, nel '69 ne usavamo due.

Qual è la canzone che avete scritto a cui sei più legato? E perché?

(ride) Forse quella che eseguimmo a Roma, in quel concerto che ti ho accennato prima. Era un 7/4 abbastanza difficile che tra l'altro non abbiamo mai inciso. Comunque non c'è una canzone a cui sono particolarmente legato; l'unica che mi crea una certa atmosfera è Cimitero di guerra.

Quali ricordi ti affiorano alla mente pensando a quegli anni?

Rammento che i critici di quell'epoca ci erano tutti contro sebbene ci avessero solo sentito nominare e mai ascoltati; anzi, ce ne fu persino uno di loro che parlò male, in un suo articolo, del nostro gruppo.

Puoi spiegarci di chi è stata la scelta di sciogliere il gruppo e perché?

La decisione è stata presa all'unanimità. I motivi di questa decisione sono parecchi ma due in particolare sono stati quelli che ci hanno portato a questa scelta. Il primo fu quando subimmo il furto di tutti gli strumenti mentre il secondo si verificò all'uscita da un concerto che avevamo appena tenuto dove trovammo il nostro furgone letteralmente a pezzi. Ci guardammo in faccia l'uno con l'altro e, valutata la situazione, pensammo che l'unica via d'uscita possibile era sciogliere il gruppo.

Tu sai che in questi ultimi anni c'è stata una riscoperta di quasi tutti i gruppi minori di quegli anni soprattutto fra i Giapponesi. Cosa ne pensi di questo... considerando poi che il vostro disco è uno tra i più ricercati?

Non può che farmi piacere. In quegli anni in Italia non ci conoscevano nemmeno ed ora tu mi dici che ci cercano persino in Giappone, (nel frattempo gli comunico il valore attuale del disco...nda). Il nostro disco vale così tanto? Sono stupito! Però, tutto sommato, mi sembra giusto poter dare possibilità di ricerca su di noi e su altri gruppi emersi in quegli anni a nuovi ascoltatori anche perché alcuni di questi gruppi avrebbero meritato qualcosa di più.

L'ultima domanda. Visto che GARYBALDI e FORMULA 3 si sono riuniti, non sarà possibile rivedere nuovamente insieme anche i DE DE LIND?

No guarda! Quello è un periodo della mia vita che mi ha dato molte soddisfazioni e che mi rende molto orgoglioso ma ora è tutto finito. Comunque, qualche tempo fa, ci siamo ritrovati tutti insieme, con tanta nostalgia e con le lacrime agli occhi. Siamo tuttora in ottimi rapporti l'uno con l'altro ma ormai è una parentesi chiusa.

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