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TVÅ FISK OCH EN FLÄSK Jessica Attene
 

Forse Jan Liljekvist, violinista dei Två Fisk Och En Fläsk, non è del tutto consapevole di cosa sia il Prog: la sua esperienza col gruppo svedese nasce infatti dalla passione per la musica folk e medievale. Anche se non si tratta di una band Progressive a tutti gli effetti, riconosciamo nel gruppo quella voglia di ampliare i confini della musica da loro amata, contaminandola anche con stili tutt’altro che tradizionali, evidente più che mai nel terzo album non ancora pubblicato al momento in cui realizziamo questa intervista. Siamo rimasti impressionati così favorevolmente da questa simpatica band che abbiamo deciso di scambiarci quattro chiacchiere: ha dato una risposta alle nostre curiosità il cordiale e disponibile Jan, un personaggio dai mille interessi, come scoprirete leggendo queste righe.

Vuoi presentarci il gruppo: da dove avete tirato fuori il vostro strano nome?

I TVÅ FISK OCH EN FLÄSK si sono formati nel Gennaio del 1994 come trio acustico con l'intenzione di suonare musica medievale. Quell'intenzione c'è ancora ma la formazione a tre si è dimostrata un po' limitata ed ora siamo in sei (talvolta sette): voce, 2 violini, chitarra a 12 corde e percussioni. Il materiale finora è stato costituito soprattutto da ballate medievali svedesi, ma anche da musica proveniente da altre regioni europee di tempi più recenti.

I TVÅ FISK OCH EN FLÄSK non fanno un lavoro da museo. Questo perché non cerchiamo di ricreare la musica nella maniera in cui avrebbe potuto suonare. Le nostre intenzioni sono le stesse di centinaia di anni fa, all'epoca medievale: far ballare, cantare e passare il tempo in maniera piacevole a noi ed al nostro pubblico. Non esitiamo a sviluppare la nostra attitudine live e ad aggiungere esperienze musicali provenienti da altri campi. Molti di noi hanno un background basato su esperienze più rumorose che usiamo quando suoniamo e arrangiamo il nostro materiale.

Il nome viene da un episodio del nuovo testamento, preso dai vangeli apocrifi, in cui Gesù, al contrario di quello che avviene nella versione ufficiale, nutre le masse con due pesci ed un pezzo di carne.

Ho letto che vi ispirate alla musica medievale: a quale periodo in particolare? Si tratta di musica nordica?

La nostra principale fonte di ispirazione è rappresentata da quelle che sono conosciute come "ballate medievali svedesi". E' una fonte molto ricca di materiale, sia per quanto riguarda le melodie, sia per quanto riguarda le liriche. La maggior parte di queste sono state scritte durante i secoli XVIII e XIX con tracce che risalgono, in alcuni casi, fino al XIV secolo.

Quale è l’esatto ruolo della musica medievale nelle vostre canzoni: si tratta solo di versioni moderne di canzoni antiche o introducete soltanto degli elementi a vostre composizioni originali?

A volte ci piace suonare le canzoni in modo che siano il più possibile vicine all'originale, e a volte utilizziamo soltanto una parte di queste, la uniamo ad una parte di un'altra canzone e ci aggiungiamo le liriche di una terza. Suoniamo anche musica proveniente da altri paesi europei, come Douce Dame (Francia), Mit Ganczem Willen and Im Meyen Secundum (Germania).

Molte di queste canzoni, nella forma in cui sono state scritte, consistono in una struttura in cui un verso segue un altro verso e poi un altro verso, cosa che conferisce loro una certa ripetitività e un senso di stordimento; alcuni gruppi che suonano questo tipo di musica si basano proprio su questa ripetitività. Abbiamo poche canzoni di questo tipo ma alla maggior parte di noi piace che le cose cambino ed è per questo che spesso prendiamo due o tre parti provenienti da canzoni diverse e ci costruiamo un unico pezzo.

Il vostro nuovo album “Flesh Workshop” non è ancora uscito: avete avuto problemi a trovare una casa discografica per il fatto che il vostro folk si spinge oltre i canoni tradizionali?

Non è che abbiamo problemi a trovare una casa discografica. I nostri due primi CD sono usciti per un'etichetta svedese, la Non Stop Music, che al momento non lavora più. "Jungfruburen" (il secondo album, n.d.a.) è uscito anche per la Westpark Music in Europa e per la Alula negli Stati Uniti. Non ci siamo ancora impegnati per far uscire "Flesh Workshop".

Non pensate che la vostra musica possa essere in qualche modo definita Prog? Molte band Prog svedesi si ispirano alla musica folk locale ed i confini del Prog sono sicuramente più ampi di quelli del folk tradizionale…

Dipende da cosa intendi per "Prog". E' vero che abbiamo tutti diverse esperienze musicali e che molte di esse contaminano la nostra musica. Cerchiamo certamente di allargare i nostri confini e questo può essere considerato "progressive". Ma anche se ci capita qualche volta di espanderci dal punto di vista musicale, ci concentriamo di solito sulla canzone attuale. E molto spesso ci ritroviamo a tagliare una parte della canzone, piuttosto che aggiungerne una per rendere il pezzo più efficace, mentre nel Prog, credo, si dovrebbe tendere a fare l'opposto. Abbiamo più un approccio rock 'n' roll e la maggior parte delle canzoni ha una durata di 3 o 5 minuti.

Bisogna dire che la durata media delle canzoni aumenta di album in album, forse allora stiamo prendendo quella direzione?

Hai dichiarato di voler suonare il violino come se fosse una chitarra elettrica: vuoi spiegarci questa affermazione?

Quando iniziai a suonare il violino, all'età di 25 anni, provai a farlo per un paio di anni in stile classico, in maniera molto controllata con un tono limpido e netto. Quando iniziai a suonare con i Två Fisk scoprii che potevo metterci la stessa energia e ruvidità che utilizzavo negli anni '80 quando suonavo la chitarra elettrica in un gruppo rock: gli Shoutless. Attualmente sto provando una serie di effetti come il distorsore, il pedale Octaver ed il wha wha.

In alcune tracce fate uso di tastiere (che a mio giudizio danno molta profondità alla vostra musica): avete mai pensato di utilizzarle in maniera più estensiva?

Abbiamo iniziato come un gruppo acustico che suonava totalmente senza amplificazione. Per molti anni abbiamo suonato in ambienti ove era impossibile trovare energia elettrica: nelle strade, in siti medievali, nei boschi ecc. Per questo non c'era la possibilità di portare con noi le tastiere ai concerti e non abbiamo mai considerato l'idea di introdurre un tastierista nella band. In studio, d’altra parte, utilizziamo le tastiere per riempire quello che ci sembra suoni un po' vuoto, come per le parti di basso o per aggiungere al suono una certa fragranza. Abbiamo un produttore molto creativo che si occupa della maggior parte del lavoro delle tastiere.

Avete ben tre percussionisti nel vostro gruppo: perché questa scelta?

Quando la band che conosciamo iniziò a prendere forma, nel 1997, Stebbe era l'unico batterista. Poi abbiamo aggiunto un altro percussionista per accrescere il nostro groove. Gustav ricoprì quel ruolo dall'autunno del 1998; ma quando ci comunicò che si sarebbe trasferito in Spagna, abbiamo trovato Sebastian e per un periodo di tempo fecero tutti e due parte del gruppo (questo quando stavamo registrando il nostro secondo album). Gustav tornò in Svezia pochi anni dopo e fu di nuovo accolto nella band. Il ritmo ed il groove sono molto importanti nella nostra musica ed i nostri tre percussionisti interagiscono molto bene insieme.

Suoni alcuni strumenti tradizionali nei vostri album: ce ne vuoi parlare?

Lo strumento più tradizionale oggigiorno è secondo me la chitarra elettrica. Quando passai al violino era per mettere da parte le limitazioni di quello strumento, dal punto di vista sonoro e tecnico. Non so in che maniera gli strumenti che suoniamo possano essere considerati tradizionali ma usiamo il cowdrum ed il djembe provenienti dall'Africa dell'est, tablas e altri strumenti a percussione indiani, come pure lo scacciapensieri e altri strumenti a percussione più ordinari. Olof suona una chitarra a 12 corde e altre volte la chitarra classica a 6 corde. Io suono soprattutto il violino, la viola e diversi flauti come il tin whistle il flauto dolce ed i flauti di bambù. Su "Erbarme Dich" suono un flauto subcontrabbasso della taglia di un contrabbasso. Su "Flesh Workshop" suono anche il mandolino ed il krumhorn, uno strumento rinascimentale.

Oltre ai Två Fisk hai anche altri progetti musicali: ce ne vuoi parlare? Come riesci a dedicarti a generi musicali così distanti tra loro e in tutto questo miscuglio di sonorità cosa rappresentano per te i Två Fisk?

Non sono abituato a pensare in termini di generi musicali, piuttosto mi piace parlare di energia e cerco di mettere tutta l'anima ed il mio stile personale in qualsiasi tipo di musica suoni. Non mi piace la musica pulita, soft o troppo armonica. Alcuni dei miei progetti:
Suono nel gruppo black/folk/viking-metal Månegarm (www.manegarm.com). Abbiamo realizzato cinque dischi per un'etichetta olandese, la Dislapsed, e faremo un tour europeo in primavera. Abbiamo appena registrato un nuovo album con Stebbe e Umer dei Två Fisk (Umer ha cantato in tutti i dischi dei Månegarm.
Recentemente ho suonato "Metal Machine Music" di Lou Reed (1975) con la Great Learning Orchestra (home.swipnet.se/sonoloco14/learning/learningframes.html). E' una vecchia composizione di musica noise, originalmente composta facendo interagire le chitarre con il rumore di fondo dell'amplificatore, trascritta per orchestra da Ulrich Krieger degli Zeitkratzer. La Great Learning Orchestra non è un'orchestra ordinaria ma una costellazione di musicisti provenienti da ambiti diversi (improvvisazione, jazz, rock) che ruota attorno a progetti bizzarri.
Nel gruppo di improvvisazione Bugman (www.jayneinsane.com/html/music_bugman.htm) creo musica elettronica con oggetti ordinari che amplifico con microfoni a contatto (e suono anche il violino).
Compongo anche (e suono) musica per teatro, film, danza, esposizioni d'arte e organizzo concerti di musica elettro-acustica (www.jayneinsane.com/html/music_compositions.htm). Assieme con Sebastian dei Två Fisk ho diversi progetti con VJ e danzatori.

Sembra molto confusionario tutto ciò ma in qualche modo riesco a far sì che tutto funzioni.

Per me i Två Fisk & En Fläsk rappresentano una di quelle costellazioni in cui posso trovare uno sfogo per il mio bisogno di esprimermi in ambito musicale.

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