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SBB Jessica Attene & Alberto Nucci
 

Non sappiamo se questo sia un nostro scoop e se questa sia la prima intervista in assoluto che Jozef Skrzek concede ad una pubblicazione italiana, fatto sta che siamo orgogliosi ed onorati di aver raccolto questi pareri e ricordi di una figura così storicamente fondamentale per il Prog dell'Europa dell'est. Jozef è sempre stato, come molti (ma non abbastanza) sanno, il leader della ultratrentennale band polacca SBB (di cui potete trovare un estensivo articolo nella sezione retrospettive), un gruppo che, al pari dei più importanti nomi occidentali, non deve assolutamente mancare nella collezione di qualsiasi appassionato di rock progressivo.

Una delle fasi più importanti della vostra carriera è sicuramente il periodo del Niemen Grupa, come nacque la collaborazione con Czesław Niemen?

Niemen rimarrà per sempre nei miei ricordi. Ci sono stati certi conflitti in passato, stavamo lottando contro i comunisti che cercavano di manipolare le nostre personalità, ma lui rimarrà per sempre una Grande Persona per me, molto vicina, fino alla fine. Siamo stati rimasti in contatto fino all'ultimo. In primavera, l'anno in cui è morto avremmo avuto l'opportunità di suonare insieme a San Pietroburgo.

Con Niemen avete inciso un totale di 4 album, quanto e in che modo eravate liberi di esprimere le vostre idee nelle composizioni di Niemen?

C'era una grande intesa fra noi, avevamo entrambi un grande affiatamento sia quando c'era da scrivere musica sia semplicemente come amici. Il miglior periodo credo che fu il 1972, quando cominciammo a registrare "Strange is this World". La sua lealtà si è manifestata appieno quando avremmo dovuto fare il nostro primo tour all'estero in Germania, con Jack Bruce. Non volevano darmi il passaporto e non mi permettevano di partire per Norimberga così insieme al nostro agente in Europa, Niemen dette un ultimatum al governo polacco: o mi rilasciavano il passaporto o avrebbero dovuto pagare un'ingente somma di denaro per aver dovuto cancellare il tour… e abbiamo vinto! Più tardi alcune spie cercarono di innescare conflitti fra di noi, questi erano tempi di grande sorveglianza. Cantammo alcune canzoni insieme, cosa che rappresentò un grande risultato per un giovane musicista, e scrivemmo alcune composizioni insieme. Durante la nostra cooperazione eravamo dei grandi partner artistici. Ci furono conflitti su altri campi, ho già spiegato cosa li causò…

Perché avete deciso di separare le vostre carriere?
Varie circostanze causarono ciò, problemi con i manager, discordie all'interno della band, incomprensioni di carattere finanziario, intoppi con la burocrazia, verifiche personali e la costante interpretazione che veniva data: questa è la "star" e loro sono il gruppo che la accompagna.

Come era lavorare con Niemen? Che tipo di persona era? Ricordate qualche episodio particolare legato alla vostra collaborazione con lui?

Ci sono tante di quelle situazioni…. Le prove nella bella Lagow, il primo tour mondiale con artisti del calibro di Jack Bruce ed i Cream, Mahavishnu Orchestra, John McLaughlin, Charles Mingus, concerti al Jazz Jamboree, allo Zak club di Danzica, le session di registrazione al famoso Music Land Studio di Monaco di Baviera, con Mack il quale stava giusto iniziando la sua carriera di produttore… concerti in Scandinavia, dove ho conosciuto Pekka Pohjola ed altri artisti affascinanti in tutto il mondo. Siamo rimasti amici fino alla fine, insieme volevamo fondare la società indipendente degli artisti che avrebbe promosso molte forme di musica differenti, oltre al pop e la disco. Parlammo al telefono una settimana prima della sua morte: era ottimista e aveva molti progetti…

Come è avvenuto il passaggio dal Rock Blues dei Silesian Blues Band e dei Breakout di Tadeusz Nalepa alla musica degli SBB?

Nella Silesian Blues Band iniziammo a provare degli esercizi di blues, questi furono i veri e propri inizi della band. Venivamo tutti da diversi background musicali: io avevo studiato musica classica e allo stesso tempo suonavo nei jazz club, scrivendo le prime composizioni. Apostolis e Jerzy suonavano in maniera più amatoriale, venivano alle prove dopo la scuola e dopo il lavoro. Eravamo uniti dalla stessa passione: il blues!

Quali erano le vostre principali fonti di ispirazione all'inizio? Che tipo di musica arrivava in Polonia all'epoca? A quali tastieristi ti ispiravi?

C'è sempre stata musica nella mia famiglia. Ricordo mia madre che cantava delle nenie, i primi concerti a scuola, la scoperta del mondo attorno cercando di carpire i segreti sbirciando l'organista della chiesa… ascoltavo molta musica di vario tipo, il più delle volte ero ispirato dalla natura, i fenomeni acustici, le esperienze personali e naturalmente umane. Ho iniziato con il pianoforte, suonai il mio esame finale con l'orchestra sinfonica, l'organo a canne, il violino e finalmente il basso. Ero ispirato da molti artisti splendidi come Chopin, Bach, Beethoven, Debussy, quindi Oskar Peterson, Ramsey Luis, i Beatles, i Rolling Stones, Animals, ed il folklore della Slesia.

Per voi è sempre stata importante l'idea di libertà, parola che compare nelle vostre canzoni: come era la situazione in Polonia quando avete iniziato? Venivano posti dei limiti alla vostra libertà artistica? Avete mai avuto problemi di censura?

C'erano molte difficoltà all'inizio, come il fatto delle autorità che rifiutavano di darmi il passaporto… ma questo era niente in confronto alle truffe finanziarie e al caos totale quando si arrivava a parlare di diritti d'autore. C'era uno stupido sistema di "salari parificati" per gli artisti e comportava un eguale compenso sia per un concerto al Parlamento di Varsavia che per suonare ad un matrimonio ed i comunisti rubavano i nostri soldi perché per fare un concerto all'estero dovevi corromperli… una volta a Varsavia e una volta a Praga o dovunque avessi dovuto suonare. Per tutto ciò la nostra "carriera" per i primi dieci anni fu una specie di presa in giro. Per fortuna riuscimmo a firmare un contratto in Germania. Molto probabilmente ci hanno imbrogliato anche loro, dato che non conoscevamo molto riguardo al "business"… Semplicemente noi ci godevamo la vita e non ci importava molto di queste cose, d'altra parte cos'altro potevamo fare? "Freedom with Us" ci guidò oltre questi sporchi trucchi.

Sin da subito avete proposto un tipo di musica complessa e libera da ogni schema, ciò nonostante avete avuto un grande successo, soprattutto in Polonia, come vi spiegate questo successo?

La spiegazione è molto semplice per gente che viva qui… eravamo nutriti a forza con m***a comunista a proposito di dover essere tutti uguali o cose del genere. Gli SBB cantavano dei bisogni reali dei popoli della Polonia, Unione Sovietica, Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria. Dignità, verità, onestà, libertà, diritto di vivere, indipendenza… questi erano gli argomenti importanti per noi e loro. Gli SBB rispondevano ai bisogni della gente e venivano incontro alla loro sensibilità. Noi aprivano di nuovo anche all'Amore e al Significato della Vita con la nostra musica piena di Energia e chiara come Acqua di Sorgente. Il nostro successo fu il successo di tutta la Gente di buon cuore attorno a noi che quasi ci portava in palmo di mano!

Avete sempre avuto una grande attitudine live, testimoniata dai vostri numerosissimi concerti e album dal vivo, a cosa è dovuta questa propensione?

Ogni concerto ha due lati: l'artista e il pubblico. Abbiamo sempre avuto un grande pubblico e abbiamo fatto concerti pieni di magia, con dei riscontri metafisici. Credo che ciò che la gente, specialmente i giovani, apprezzasse di noi, fosse il fatto che fossimo tipi ordinari e modesti che non hanno mai aspirato al successo commerciale.

Perchè la scelta di realizzare un album dal vivo come esordio discografico?

Fu un'idea di Franciszek Walicki. Era un famoso promoter a quel tempo che ci aiutò molto, sia in Polonia che all'estero con i suoi contatti. Lui è ancora convinto che gli SBB siano uno dei migliori gruppi rock polacchi. Questo disco fu un vero successo musicale e venne accolto con entusiasmo dagli ascoltatori!

Una delle canzoni che ricorre di più nei vostri concerti e che continuate ancora oggi a suonare è "Zostalo we mnie" cosa vi lega a questa canzone?

Questa fu la prima canzone che venne apprezzata su larga scala, ed è stata anche l'unica canzone per cui siamo stati premiati al festival di Opole e dal punto di vista musicale gli arrangiamenti in questa canzone erano così originali che abbiamo voluto cercare di suonarla in molte diverse varianti, tipo quando Apostolis suonò la sua chitarra con l'archetto, ecc.

Come è nata l'esigenza di legare l'un l'altra le canzoni di "Nowy Horyzont" con delle parti di pianoforte?

Suono il piano sin da quando ero bambino cosicché mi è sempre piaciuto iniziare a scrivere una nuova composizione con parti di pianoforte. Per ragioni tecniche, durante la registrazione multi-traccia ho spesso registrato le parti di piano alla fine, quasi come un solista in un concerto e credo che sia ciò che è avvenuto su "Nowy Horizont". Ad ogni modo questo brano avrebbe dovuto essere cantato ed arricchito strumentalmente con dei violini ed il questa nuova forma ripubblicato in Germania. Questi progetti non si sono tuttavia mai realizzati.

Perché a vostro giudizio non siete mai riusciti ad avere quel grande successo che avreste meritato in Occidente nonostante la vostra eccelsa carriera ed il vostro stile unico?

Abbiamo fatto molto in campo artistico, registrato molta musica importante. L'unica differenza è che non abbiamo guadagnato abbastanza denaro come altri artisti simili nel mondo. Se avessimo avuto le stesse possibilità, la giusta legge e diritti umani… lascia che giudichi la storia…

Forse l'album più debole prima del vostro scioglimento del 1981 è "Welcome" in cui per la prima volta avete realizzato un album fatto di canzoni brevi. Quell'album rappresentava il tentativo di rendere la vostra musica più commerciabile o cosa? Il ritorno al passato con "Memento" rappresenta una sorta di pentimento?

La lunghezza delle tracce non faceva una vera differenza perché tutti comunque già sapevano che noi eravamo una band "d'avanguardia". Al giorno d'oggi i media hanno paura di promuoverci perché siamo differenti! E quando non capiscono qualcosa, pensano che non lo venderanno mai tra le migliaia di break commerciali e pubblicità. Così noi suoniamo per il piacere dei veri ed autentici fans con grande felicitò per l'arte e la verità sulla libertà della musica indipendente. "Memento" è la prova di ciò, è stato anche apprezzato alle all-time charts di New York.

Qual è l'album a cui ti senti più legato affettivamente e perché?

"New Century" è il nostro ultimo lavoro ed illustra alla perfezione la nostra maturità ed il legame fra di noi. Apostolis, Paul e Mack sono stati fantastici e il tempo passato nella registrazione rimarrà per noi un momento speciale per sempre, forse anche per qualcun altro…

Con l'arrivo di Wertico sono nati gli SBB del nuovo millennio: cosa pensi abbia portato questo batterista nella vostra musica?

Paul ha dato freschezza al gruppo di oggi, è apparso al momento giusto per gli SBB. Eravamo in un periodo in cui dovevamo trovare un partner per il nostro trio e Wertico ci ha ispirato alla perfezione. Egli voleva fare anche qualcosa di nuovo per sé, così abbiamo sincronizzato i nostri orologi per il momento giusto. Adesso, dopo il festival del Messico, dopo aver registrato alcuni album e fatto un paio di fantastici concerti, posso affermare che il nostro stare insieme ha un senso. Speriamo che continui così.

Pensi che i nuovi SBB abbiano ancora molto da dire ai giovani delle nuove generazioni? Cosa significa per te oggi continuare a fare musica con gli SBB?

Gli SBB sono in pieno movimento adesso ma naturalmente ci sono momenti in cui acceleriamo decisamente ed altri in cui abbiamo bisogno di tempo per le nostre vite private. Questo è per noi il modo più onesto e dà delle chance per l'ulteriore progresso della band. Così… ci vediamo presto…

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