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NOTABENE Marco del Corno
 

INTERVISTA A DANIELE MANERBA E GUSTAVO PASINI DEI NOTABENE

L’idea di intervistare i Notabene, gruppo con all’attivo già un ottimo cd recensito dalla nostra Jessica, nasce un po’ di tempo fa. Ma gli dei degli strumenti elettronici sembravano non volerci permettere questo onore, così con rimandi e ritardi involontari, mi sono quasi autoincaricato di incontrare Gustavo e Daniele (rispettivamente batterista e tastierista della band) e scambiare quattro chiacchiere in una – abbastanza – fredda sera bresciana (e siamo ormai a giugno!). I Notabene sono una realtà molto promettente del progressive rock nostrano oltre che splendide e disponibili persone. Discutere con loro di musica è andato piacevolmente oltre la semplice intervista formato domanda risposta, già da subito davanti ad una pizza, poi davanti una immancabile birra.

Si discuteva dei gruppi che vogliono produrre musica progressive…

Daniele: Secondo me ciò che conta è l’intento, cioè quello che il compositore intende scrivere. Se la sua intenzione è quella di scrivere musica prog, quello che viene fuori dovrebbe essere considerato prog.


Ne sei convinto? Io non tanto…

Daniele: Beh, diciamo che l’intento è necessario ma non sufficiente.

Ah ecco! Ma allora i Notabene fanno prog? (domanda fatta con un ghigno sospetto)

Daniele: [ride] L’intento è quello!

Gustavo: Se analizziamo quello che faccio quando compongo… hmmm… vedi io nasco da una esperienza musicale molto vicina al metal. Quando ero più giovane ascoltavo tanto metal e lo ascolto ancora. Però, ad esempio, Rosa Bianca l’ho scritta dopo aver ascoltato un brano jazz. Io prendo molta ispirazione da pezzi jazz o jazz rock…
Daniele: Se mi metto a suonare e provare qualcosa alle tastiere raramente nasce qualcosa che può essere connotato come prog. Poi personalmente trovo molta più soddisfazione nell’arrangiamento…

Gustavo: Secondo me Daniele ha un influsso metal più di me…

Daniele: No, non metal… Io sento molto di più qualcosa che proviene dal genere cantautoriale dove non c’è prog. Se mi siedo e suono liberamente, sicuramente la musica che esce è molto più vicina al cantautoriale… sono sicuro…

Gustavo: Pensandoci però non trovi che in “Effimero regno di plastica” si sentano gli influssi degli Iron Maiden?

[dubbioso] hmmm… non saprei…

Gustavo: Forse in quel caso mi sono ispirato involontariamente a tutto il mio bagaglio musicale metal.

Daniele: Nel disco quel brano passa via veloce, dovrebbe essere un brano più tirato, come del resto facciamo dal vivo.

Gustavo: Registrato adesso avrebbe un altro impatto.

Daniele: Anche la collocazione non gli dà forza.

Gustavo: Dal vivo rende decisamente meglio.

Cosa mi dite di “Altopiano”? Come mai una ghost track? Era forse troppo slegata dal resto dei brani?

Gustavo: [ride] “Altopiano” l’abbiamo rovinata io e Gianluca. Era un pezzo molto bello, scritto nel nostro periodo jazz rock. Secondo me, un pezzo deve essere scritto da una persona sola, poi arrangiato dal gruppo – so di essere un po’ controcorrente su questa cosa. “Altopiano” era un brano molto cantautoriale e doveva rimanere tale. Io e Gianluca abbiamo proprio stravolto l’intento iniziale.

Daniele: Vabbè dai, ha sforato perché c’è tutta quella parte improvvisata…

Gustavo: Comunque come periodo risale al primo demo. E’ una sorta di omaggio alla primissima formazione.

Ma voi pensate che il vostro cd “Notabene” sia così derivativo come viene detto? E’ innegabile un forte riferimento al prog italiano dei settanta.

Daniele: La musica del primo lavoro è derivativa sicuramente. Nel nuovo cd non lo sarà più.

Gustavo: Ha ragione Jessica nella sua recensione riguardo a “Notabene”: c’è un influsso forte del prog rock anni settanta, ma allo stesso tempo non riconducibile a precisi stili o gruppi. Nel nuovo cd c’è decisamente più personalità e ciò, probabilmente, è dovuto anche ai cambiamenti che il gruppo ha subito negli ultimi tempi. In particolar modo Giampietro Maccabiani che ha portato la sua esperienza, migliorando notevolmente la fase di arrangiamento. La stessa cosa si può di Andrea Alberici che ha una interpretazione vocale, direi, molto più ispirata. In definitiva nel gruppo tutti sono importanti.

Su questo nuovo lavoro compone anche Daniele?

Daniele; No. Io non compongo perché mi sentirei… come dire… forzato.

Gustavo; …però Daniele ha un ottima predisposizione all’arrangiamento. In realtà si parte quasi sempre da una struttura musicale con la melodia del cantato. In sala prove poi si arrangia il pezzo tutti assieme.

Anche “Rosa bianca” è stata composta così… mi sembra abbastanza frammentaria, come se fosse un assemblaggio di materiale risalente a diversi periodi…

Gustavo: “Rosa bianca” è stato composta un po’ come un collage.

Daniele: La prima parte è il vero pezzo. Gustavo ha composto tutto il tema iniziale, il resto è nato come improvvisazione, in particolare la seconda parte, mentre la terza era a quel punto necessaria come conclusione.

E cosa mi dite dei testi? Ci sono tematiche abbastanza oscure, con riferimenti a problematiche attuali come la natura vittima dell’uomo…

Gustavo: I testi sono politicizzati. Volutamente.

Non siete vittime di folletti, gnomi e cavalieri come nella grande tradizione prog?

Gustavo: Il fantasy non mi interessa. Il secondo lavoro (in preparazione questa estate - ndr) sarà un concept. Narrerà la storia di una persona in 6 situazioni diverse, appunto i 6 brani. Il titolo è “Sei lacrime d’ambra” che gioca sul numero delle tracce/esperienze del protagonista e sul fatto che TU sei lacrime d’ambra. E’ una storia sulla ricerca della felicità con il protagonista che è poi una sorta di Peter Pan, una persona che non vuole crescere.

Daniele: E’ anche una storia sulla illusione e sulla disillusione. Sai, gli ideali di una persona…

Gustavo: Già, come in “Maschera di Cera” un pezzo che parla della falsità. In realtà è una storia d’amore, una esperienza personale.


Allora i testi saranno più leggeri? Come dire, meno impegnati?

Gustavo: Sì, più leggeri… se si può dire. E’ ovvio che trattare di problematiche globali come l’ecologia è più impegnativo che non parlare di una storia d’amore, ma in realtà sono cose che ci toccano nel profondo, anche se in maniera diversa. La musica invece, secondo me sarà più cerebrale.

Daniele: Direi che i nuovi pezzi sono più melodici, ma anche più metodici. Intendo dire che c’è uno studio più preciso dei brani. Anche il primo cd era melodico, a mio parere, però musicalmente era anche molto improvvisato…

Gustavo: E’ vero. Oggi diamo molta importanza al brano da un punto di vista musicale. C’è uno studio più attento nella costruzione del brano.

Daniele: Prima, e così valeva per i brani di “Notabene”, il pezzo non definitivo era accettato. Non si prestava l’attenzione che abbiamo adesso. In questo senso siamo cambiati e cresciuti musicalmente.

Gustavo: Quando registrammo il primo cd non avevamo una identità così definita come ora. Abbiamo iniziato come trio con Gianluca votato all’elettronica minimalista, io al metal e Daniele al cantautoriale - intendo come ascolti adolescenziali, oggi siamo cresciuti musicalmente e come ascolti che ci hanno portato a suonare qualcosa che fosse riconducibile allo stile Perigeo… era il settembre 2003. I nuovi brani secondo me sono molto più Notabene e molto più prog.

Come è stata la risposta del pubblico prog italiano? Anche alla luce della innegabile esterofilia dell’ascoltatore medio italiano…

Gustavo: Personalmente sento molto interesse, ma soprattutto da chi non è nel giro prog. Anche ai concerti ci avvicinano ragazzi giovani che non sanno nemmeno cosa sia il prog. L’italiano poi mediamente è un po’ fighetto… E chi ascolta il genere, abbiamo notato, storce un po’ il naso ascoltadoci.

Daniele: Secondo me la tecnica svolge un ruolo molto importate nel catturare l’attenzione dei giovani. Non abituati ad ascoltare brani tecnicamente complessi rimangono molto colpiti quando sentono qualcosa di diverso. Ci succede spesso ai concerti. In termini di esterofilia, io preferisco gli italiani – ad esempio Ubi Maior o La Maschera di Cera. Musicalmente mi danno più soddisfazione

Gustavo: In Italia c’è poca voglia di sperimentare, la musica prodotta è spesso derivativa. Personalmente mi piacciono molto i Malaavia.

Daniele: Io preferisco decisamente ascoltare i gruppi italiani che non gli stranieri. I Finisterre ad esempio mi piacciono molto. Personalmente vorrei che i Notabene fossero riconosciuti come i Finisterre lo sono stati qualche anno fa.

Gustavo: Io sono molto orgoglioso dei Notabene. Sono convinto che potranno fare molto bene con questo nuovo cd.

Daniele: Sì. Mi piacerebbe che fra 10 anni la gente dicesse che i Notabene avevano fatto grandi cose… come si dice dei Finisterre.

Gustavo: La nostra intenzione è fare musica che rimanga nel tempo. Non mi interessa crepare senza soldi, ma vorrei che qualcuno fra 20 anni si ricordi dei Notabene.

Pensate che potreste vivere di sola musica? [un po' stupito]

Gustavo: Io ci credo ancora.

Daniele: A me piacerebbe fare il session man. Andare in tour con un nome famoso, oppure suonare in studio per un compositore, arrangiare i suoi pezzi.

Musica da film?

Daniele: Preferisco suonare musica da ascoltare, non musica a compendio di immagini. No, non mi piacerebbe fare musica per il cinema.

Gustavo: Magari death metal per film porno! [ride]

Non male!

Daniele: Seriamente io credo molto in chi riesce a dare una impronta precisa alla propria musica.

Gustavo: Tanti session man non riescono però. Guarda uno come Nocenzi, un musicista completo che nel Banco funziona alla grande. E’ una mia idea questa. Se pensi a un session man come ad esempio Golino che ha suonato con grandi nomi del panorama musicale italiano è sicuramente bravissimo, e io lo appezzo tantissimo, ma dal mio punto di vista non lo apprezzerò mai quanto un batterista che lavora in un gruppo.

Daniele: I session man bravi sono quelli che non rovinano l’artista per cui suonano. Come Mario Arcari. Lui è un mio idolo, lui è “il” musicista; si è prestato agli altri per rendere ancora più belle le loro opere.

Ma i Notabene sono più amati in Italia o all’estero?

Daniele: All’estero. Se leggi le recensioni delle fanzine o webzine estere te ne rendi conto.

Gustavo: E’ vero… diversi recensori esteri hanno letteralmente osannato il primo lavoro…

Daniele: [ride] come se non avessero mai ascoltato la PFM!

Gustavo: Il nuovo lavoro sarà anche meglio! C’è un anima dentro i nuovi pezzi… Sai quando senti che andrà bene? Io sono molto soddisfatto di quello che stiamo facendo… C’è un’energia in sala prove…

Daniele: Questa cosa l’abbiamo sentita tutti. Quando proviamo sembra ci sia qualcosa che fa funzionare l’insieme in maniera incredibile. C’è molto spirito di gruppo, uno spirito che poi, quando la serata è quella buona, si sente anche dal vivo. E il pubblico se ne accorge…

Gustavo: Sì, durante le prove c’è una grande intesa.


A quel punto Gustavo si rende conto che è già tardi per lui – la mattina successiva avrebbe dovuto svegliarsi alle 4. Io rimango con Daniele e le discussioni sul suo amore per “La Locanda delle Fate” ci portano ad innumerevoli interessanti considerazioni sul mondo del prog, il mondo artistico e… dell’informatica (!). Ma quando ti trovi bene con le persone l’argomento della discussione non è importante. Mentre le idee espresse…

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