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MOONGARDEN (Cristiano Roversi) Antonio Piacentini
 

E’ uscito da poco il quinto disco dei Moongarden, senz’altro uno dei gruppi più importanti del rock progressive attuale. A quattro anni da Round Midnight ci troviamo di fronte a uno stupendo ritorno sulle scene con un disco che potrebbe segnare la definitiva consacrazione per il gruppo mantovano. Cristiano Roversi ci illustra questa nuova produzione e ci parla del passato e del futuro dei Moongarden.

Innanzitutto complimenti per la tua nuova produzione veramente azzeccata e professionale. Parlaci delle novità che hanno caratterizzato questo lavoro e del periodo che è trascorso da “Round Midnight” ad oggi

Servirebbe un libro haha. Da "Round Mindight" ad oggi sono successe ovviamente molte cose. La prima cosa che mi viene in mente è che probabilmente è servito un atto decisamente coraggioso per cambiare le carte in tavola e superare i vecchi problemi di line-up. Con la vecchia formazione non si poteva più andare avanti. Si erano formate due "correnti artistiche" diverse: da una parte il nostro ex batterista e l'ex cantante, dall'altra io, Marco e Mirco... Il gruppo era praticamente diviso in 2 in ogni scelta o discussione e questo bloccava o rallentava tutti i progetti. Come dicevo c'è voluto un bel coraggio per cambiare... ma alla fine possiamo dire di aver fatto bene. Gran parte del tempo tra "Round Midnight" e "Songs from the Lighthouse" (SFTL) è servito per realizzare la pre-produzione del nuovo album, per cercare un degno sostituto a Luca Palleschi e per registrare. Siamo andati un pochetto a rilento anche perchè gran parte della band ha dovuto sistemare tante vicende personali (lavoro, casa, cambio di residenza etc...) di una certa importanza. Io stesso ho cambiato residenza e aperto un ristorante qui a Reggiolo (RE) che mi ha letteralmente portato via un anno musicale dalla mia vita. Al momento le cose vanno abbastanza bene e contiamo di accelerare i tempi sia per l'organizzazione di una nuova fase live per i Moongarden sia per la composizione e pre-produzione di un nuovo album.
Per quanto riguarda le novità che caratterizzano SFTL e lo divide da tutta la passata produzione Moon è, a mio modesto parere, la compattezza dell'esecuzione tecnica e il sound più maturo. Secondo me questo disco è l'inizio per una nuova fase nella quale si lascia perdere una certa estemporaneità degli arrangiamenti passati (che ho sempre visto e vissuto piuttosto male...) a favore di un esecuzione molto più disciplinata delle partiture.
In questo nostro ultimo lavoro tutti i musicisti hanno lavorato per la musica e il pezzo e non per se stessi.... secondo me si sente.

Potete contare su una buona distribuzione per questo lavoro, cosa che purtroppo non è per niente scontata per un gruppo progressive italiano, consideri questo un possibile punto di svolta per i Moongarden?

Direi assolutamente sì! Finalmente possiamo contare su validi professionisti che hanno già dimostrato di saper lavorare seriamente per la promozione del disco. Tutto questo ovviamente va a favore del progetto. Ho sempre pensato che non avrebbe avuto senso continuare con i Moon senza tentare di raggiungere un livello più alto in fatto di casa discografica e distribuzione. Il rischio era quello di far dischi che poi non vengono più venduti o peggio ancora, dimenticati..... Con la ProgRock records, l'aiuto di Patrick della Galileo e soprattutto il supporto di una major come la SPV siamo già ben più visibili di quanto potessimo immaginare. Basta scrivere "Moongarden Songs from the Lighthouse" su google per scoprire che siamo in vendita praticamente ovunque e questo è un bene ovviamente. Inoltre cominciamo a ricevere le prime proposte "serie" di concerti da eventi di una certa importanza e anche questo è un bel segnale che ci fa ben sperare per il futuro.

Siete tra i gruppi più amati della cosiddetta nuova ondata del prog italiano dagli appassionati non solo dello stivale. "Gates of Omega" è considerato un po' da tutti come una delle cose migliori prodotte da un gruppo prog negli ultimi tempi. Ti pesa questa cosa? E come giudichi il primo periodo Moongarden?

Tocchiamo un punto dolente ahimé. Ricordo perfettamente di aver riposto in "The Gates of Omega" gran parte delle mie aspettative per un futuro musicalmente roseo mentre invece non successe proprio nulla. Il disco fu stampato e chi si è visto s'è visto. Nessuna promozione di rilievo rispetto al catalogo della nostra vecchia etichetta discografica, nessun aiuto per i live show, niente di niente... "The Gates" fu messo al pari delle altre produzioni così da far catalogo... Per me fu una delusione pazzesca che mi fece decidere di ripartire da zero, cambiare etichetta e provare strade diverse. Ricordo che quando uscì "The Gates", i primi pareri furono decisamente negativi perchè "Non eravamo più prog ma ambient" oppure "eravamo emuli di David Sylvian" oppure ancora ricordo una frase pazzesca "i Moon hanno preso le parti peggiori dei Genesis degli ultimi tempi" e via di seguito. Parlo esclusivamente di una certa scena italiana che presenta personaggi convinti di essere dei grandissimi luminari musicali onniscenti... Anche all'estero la critica si divise, ricordo dei voti su Gnosis tipo chessò 11 o 12 al fianco di un 2 o un 4 ... cose così. Insomma sono arrivate tante bastonate all'epoca che sentire elogiare "The Gates" oggi mi fa sorridere. Per quanto mi riguarda non so se "The Gates" sia "il picco creativo" dei Moon... credo ci siano cose molto buone ma anche altre che oggi non rifarei... Credo però di aver focalizzato il mio modo di scrivere musica concentrando le idee in momenti meno prolissi così da valorizzarle di più, o almeno credo hehe.
Per quanto riguarda il primo periodo Moongarden lo vedo come una divertente palestra. C'è stato il momento dell'emulazione e tributo ai grandi maestri del passato, c'è stato il tentativo di pubblicare cose professionalmente accettabili quando ancora non eravamo pronti ("Brainstorm of Emptyness") e la sperimentazione con "The Gates"... Secondo me è stato un periodo che è servito a farci capire che eravamo interessati a continuare la sperimentazione su vari livelli virando verso il pop o il rock... senza mai cedere alla tentazione di scrivere 3 accordi facili in croce alzando magari il distorsore della chitarra. La linea rossa che unisce tutti gli album dei "Moon" è la costante ricerca armonica presente in ogni pezzo che secondo me dovrebbe essere garanzia di qualità per il gentile acquirente e l'interessato.

Cosa pensi della scena progressive attuale? Quali sono i gruppi che ami di più italiani e stranieri?

Devo specificare che il mio concetto di progressive e forse leggermente fuori dai canoni tradizionali poiché ad es. reputo prog sia Bjork che i Flower kings, oppure un Aphex Twin o un Duncan Sheik tanto per fare qualche esempio. Quindi per me non esiste nessuna scena prog ben definibile ma un pugno di artisti che non si accontenta della solita forma canzone o dei soliti 4 accordi da network radiofonico.
Per quanto riguarda il prog italiano mi trovi in difficoltà. Non ritenendo di provenire, come artista e compositore, dalla scena tradizionale prog italiana non so darti alcun nome. Adoro Andrea Chimenti, mi piacciono le intuizioni armoniche di Samuele Bersani, i Bluvertigo, Saro Cosentino... oppure seguo con attenzione i progetti e le cose realizzate da Gigi Cavalli Cocchi poiché in questi ultimi tempi siamo decisamente in sintonia. Ho amato molto i Deus Ex Machina anche se non ho più notizie di loro da tempo. Per quanto riguarda la musica estera avrei tanti nomi da farti. Al momento seguo e ascolto con attenzione Oceansize, Amplifier, Cardiacs, William D. Drake, No-Man, Porcupine Tree, Meshuggah, Pat Metheny, Bjork, King's X, Motorpsycho etc... per me questa è "la scena" prog attuale :)

Sei sulla scena ormai da tanto tempo, come è cambiato secondo te chi ama il progressive? E’ difficile , anche rispetto a dieci anni fa, proporre alla gente una tipo di musica sicuramente diversa dal solito?

Grazie ad internet i ragazzi e le ragazze giovani non hanno più paura di ascoltare "cose strane". My Space sta rivoluzionando pesantemente il rapporto tra artista e fruitore tanto che a volte le due figure si toccano e si compenetrano leggermente... il fruitore dà consigli all'artista oppure l'artista consiglia al fruitore altre realtà musicali. Questo scambio di informazioni ha aperto la mente di molti giovani che oggi ascoltano di tutto senza per forza doversi sentire parte di una "tribù". Credo che oggi sia quindi più facile proporre del materiale coraggioso o "fuori dagli schemi" anche perchè gran parte del lavoro viene concentrato sull'artista stesso che a differenza di 15 anni fa è molto più simile ad un artigiano con il proprio piccolo laboratorio in casa. Credo ci sia tanta curiosità nei giovani fruitori proprio grazie alla facilità di reperibilità della proposta. Per ascoltare il vinile di "Tales From the Lush Attic" degli IQ ricordo di aver percorso 35 kilometri con la neve in sella ad un motorino lentissimo e scassato... arrivavo a casa congelato ma felice. Le cose erano molto più difficili anni fa e si rischiava pesantemente di perdersi qualche buon gruppo emergente ma di difficile reperibilità. Oggi è possibile vedere su MTV gruppi come Mars Volta e Battles... non che io sia un loro fan ma credo che sia un sintomo chiaro di un ritrovato spirito avventuroso tipico dei mitici 70.
Per quanto riguarda il tipico "fan" progressivo. Credo che si dividano in 2 parti ben distinte: i militanti, quelli che "ci sono sempre" ai tuoi concerti e a quelli degli altri gruppi prog e sono sempre gli stessi, ci conosciamo tutti hehe e quelli che non si smuovono più da casa e non hanno più tanti stimoli di vivere la scena live...
Una cosa bella il fan progressive però ce l'ha: compera ancora dischi originali per un certo rispetto verso l'artista.

Oltre i Moongarden, hai suonato sull’ultimo album dei The Watch e porti avanti un progetto solista e facevo un paragone con la carriera di Fabio Zuffanti. Anche lui porta avanti tanti progetti insieme e, come i tuoi, tutti con un alto tasso qualitativo. Visto che forse siete i personaggi più amati e conosciuti del prog italiano degli ultimi tempi...vi siete fatti clonare per :-) seguire tutte le cose bene?

Credo che l'unica cosa che ci possa accomunare è che abbiamo cominciato a far uscire prodotti più o meno assieme ma niente altro. A mio avviso le nostre musiche e addirittura tutto il modo di concepire la musica in generale è piuttosto differente. Sono contento che Fabio continui a sfornare lavori che interessano la critica prog italiana e non ma sinceramente parlando non mi sento parte della sua stessa estetica musicale, credo che abbiamo idee e intuizioni molto diverse.

Approfondiamo il discorso sul tuo progetto solista. Come nasce l’esigenza di portare avanti le tue idee musicali al di fuori di un gruppo che ti ha comunque dato notorietà (anche se purtroppo relativa)?

Fondamentalmente mi ritengo un compositore. Compositore e non "musicista progressive". Con questo intendo dire che amo comporre cose che possono avere radici radicalmente diverse tra loro. Per questo motivo è necessario per me aver la possibilità di avere più valvole di sfogo. E' la classica urgenza dell'artista di dover creare e pubblicare le sue cose ad ogni costo poiché alla fine è soltanto una questione di comunicazione e per me questo elemento è vitale per dare un senso a tutto. Ci sono poi cose che non sento "Moongarden" e altre che addirittura vanno contro la produzione di questo gruppo... Cerco solamente di pubblicare le idee che ritengo possano avere un certo valore artistico confezionandole in modo diverso, dando un ordine alle cose... Ecco quindi che con i Submarine Silence mi permetto di fare il manierista progressivo (cosa che non farei mai con i Moon perchè non è la mia concezione di prog) e quindi gioco come un bambino con 'sta cosa... Oppure con altri progetti chessò mi butto nella sperimentazione ambient o nelle colonne sonore...

Ti ho visto recentemente a Roma con i The Watch che riproponevi cover dei Genesis, Oltre i complimenti per la resa sonora e professionale alla fine del concerto ho riflettuto su una cosa.Mentre i The Watch sono riconosciuti in Europa con i suoi lavori originali (originali anche se che devono molto alla musica di Gabriel e compagni) difficilmente in Italia avreste lo stesso numero di persone ai concerti (sempre un numero relativo purtroppo) se non proponeste cover. Non è frustrante per dei musicisti che oltre le cover comunque hanno dimostrato di avere molto da dare e da far sentire al loro pubblico?

Guarda, dovresti chiederlo al Sig. Rossetti haha Lui ha voluto fortemente puntare su questo progetto "The Watch plays Genesis 70 71" credo che molto sia nato dalla collaborazione con i Musical Box. Credo che Simone sia convinto di promuovere la band in questo modo sperando di portare a sé molti più fan rispetto ai precedenti tour che possano apprezzare il futuro lavoro in studio. Simone è un vero e proprio leader, lavora moltissimo per i The Watch e ovviamente decide anche moltissimo in autonomia. Non ho ben presente però le sue idee per il futuro. Al momento ci stiamo divertendo a girare l'Europa suonando cose "strampalate" come "Going Out to Get You" o Harold the Barrell" :) senza tanto preoccuparci se la cosa è frustrante o meno. Ognuno di noi poi ha i suoi progetti personali.

Nel ringraziarti e salutarti dicci quando ti vedremo su un palco con i Moongarden e se Mau di Tollo ve lo giocherete a dadi visto che collabora con 400 gruppi :-)

Guarda il caso, ho appena avuto uno scambio di vedute con il caro e buon Mau proprio a proposito di queste sue collaborazioni haha. Niente di grave ma credo che nessuno possa aver il diritto di impedire a nessuno di far le proprie esperienze musicali anche se mi piacerebbe che lui "scegliesse" un mondo rispetto ad un altro... Credo però che al momento non sia necessaria nessuna scelta radicale poiché nessun mio progetto e nessun suo progetto potrebbe dargli da vivere...
Lui sa bene come la penso riguardo alle sue tante collaborazioni ma nel contempo non credo sia il caso di forzare la mano su niente.
Speriamo di organizzare la questione live dei Moon al più presto e posso anticipare pure il ritorno in carreggiata del buon David Cremoni a dar una mano nelle partiture di chitarra di Marco.

Vi ringrazio dell'attenzione, davvero. Purtroppo in questi 12 anni di produzioni e attività non abbiamo quasi mai avuto spazi importanti sulle riviste e sulle fanzine italiane di progressive (a differenza di altri gruppi o personaggi che più o meno sono sempre presenti) quindi per noi ogni intervista è oro haha Grazie dal profondo del cuore.

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