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TRINITY Alberto Nucci & Jessica Attene
 

Il giovane gruppo ungherese ci ha sorpresi assai positivamente col suo primo album "Harmadkor", giuntoci in maniera inaspettata una mattina in redazione. Nella loro musica troviamo tutto quanto puň attrarre un appassionato di Prog sinfonico: suoni vintage, tastiere dalla voce possente, reminiscenze che vanno dai Genesis ed EL&P ai connazionali After Crying, per un album da gustare da cima a fondo. La nostra curiositŕ non poteva non portarci a fare qualche domanda al gruppo… e i due fondatori Krisztián Kun e Márton Segesdy si sono prestati di buon grado a rispondere alle nostre curiositŕ


Volete presentare brevemente la vostra band ai nostri lettori?

Krisztián Kun: I Trinity sono un gruppo ungherese di progressive rock. Abbiamo molte influenze, dai Genesis EL&P, Pink Floyd fino a band piů recenti come Opeth, inclusa anche musica classica, jazz e persino sfumature elettroniche. Márton Segesdy canta e suona le tastiere e scrive anche la musica ed I testi delle canzoni. Rita Deme-Farkas suona il flauto, che rappresenta un elemento importante nella nostra musica, e canta. Balázs Tőgyi suona la chitarra e canta, Zoltán Balogh impugna il basso ed io suono la batteria.
Abbiamo iniziato nel 1999 dopo che Márton ed io abbiamo terminato la scuola secondaria. Volevamo suonare Progressive Rock alla EL&P, cosě abbiamo preso il bassista dell'atra mia band. Dopo un po' di tempo abbiamo iniziato a suonare canzoni dei Genesis, cosě avevamo bisogno di una chitarra e di un flauto. A ricoprire quel ruolo avevamo Ferenc Koppány e Zsófia Róna (non č facile trovare musicisti che suonino Progressive Rock in Ungheria) cosě abbiamo potuto organizzare il nostro primo concerto. Abbiamo scritto canzone su canzone e abbiamo fatto 3 demos col passare degli anni. Abbiamo avuto due cambi di formazione e finalmente abbiamo pubblicato il nostro primo album quest'anno.
Facciamo anche dei concerto ma c'č giusto qualche buon club in Ungheria e sfortunatamente non abbiamo ancora suonato all'estero per il momento ma ci piacerebbe.
Ci piacerebbe suonare un tipo di musica che faccia pensare i nostri ascoltatori e dia loro delle emozioni.

Abbiamo letto che la storia del vostro gruppo inizia nel 1998 ma solo adesso giungete al vostro album di debutto. Come mai ci avete messo tutto questo tempo? Pensate che aspettare cosě tanto vi abbia aiutato a rendere il vostro disco piů maturo e personale?

Márton Segesdy: Certamente :-) in veritŕ abbiamo pubblicato la maggior parte delle canzoni in precedenza su demo CD, ma con una diversa strumentazione, e ovviamente con un suono piů scadente. Ogni canzone č cambiata parecchio durante le esecuzioni live e le prove in sala. Ci abbiamo messo cosě tanto principalmente perché eravamo studenti e durante il periodo degli esami non succedeva niente, niente composizioni né concerti. L'altro problema era il denaro, dato che questo non č quel genere di musica che ottiene un immediato finanziamento dei costi di studio da parte delle grosse etichette. Cosě abbiamo dovuto raccogliere i soldi per lo studio di registrazione. Alla fine la registrazione č stata molto lenta perché non č stato possibile prevedere molte circostanze: malattie, incidenti, cambio di studio, crash di computer e naturalmente, dopo una normale giornata lavorativa, dovevi andare all'altro capo della cittŕ per raggiungere lo studio. Cosě non č stato per niente facile.

Il vostro primo album ha avuto una lunga gestazione o č stato scritto di getto?

Márton Segesdy: La prima canzone di "Harmadkor" č "Fantázia", scritta nel 2000. E' nata parecchio prima di "Szerelmesdal" ma sapevo che le melodie principali sarebbero dovute essere le stesse nelle due canzoni. La canzone piů recente č "Peregrin kútjai" ma dato che la registrazione ha portato via un anno e mezzo non č piů cosě recente ed ha piů di due anni.
Krisztián Kun: anche le vecchie canzoni hanno avuto delle evoluzioni nel corso degli anni.

Ascoltando il vostro album mi vengono in mente anche alcune band ungheresi come gli After Crying e i Solaris. Sono riferimenti importanti per voi?

Márton Segesdy: Mi č sempre piaciuta la musica dei "vecchi" After Crying, con Vedres Csaba alle tastiere. E' stata la mia prima influenza Progressive: ho ascoltato "Megalázottak és Megszomorítottak" ed č stato un punto di svolta. Prima di allora suonavo la chitarra in una strana band doom metal chiamata Shoggot e ascoltavo principalmente musica metal. Ho comprato quell'album per via della bella copertina :-) Anche il disegno grafico era molto importante per me. Successivamente gli After Crying mi hanno portato agli EL&P e ai Genesis. Ho ascoltato gli ultimi lavori di Csaba, inclusi i Townscream ed i pezzi solistici per piano. Sfortunatamente né gli ultimi lavori degli After Crying né i Kairosz di Vedres Csaba mi impressionano piů di tanto. Ho ascoltato Marsbéli Krónikák dei Solaris ma non lo definirei un riferimento importante per me. Non ho mai amato molto la musica strumentale.

Quali altre influenze ritenete che siano state importanti per sviluppare la vostra musica?

Márton Segesdy: Il mio gruppo preferito sono i Genesis dell'era di Peter Gabriel. Mi piacciono anche gli EL&P, i Pink Floyd e qualcosa dei King Crimson. Mi piace anche la musica tradizionale ed etnica ungherese, specialmente quella con motivi balcanici come i vecchi Kolinda, Makám ed i pochi primi album di Ghymes. Mi piace ascoltare album per intero piuttosto che singole canzoni e ora ho iniziato a collezionare vinili… Molti dei miei dischi preferiti provengono dagli anni Settanta. MI piacciono anche le band hard rock ed heavy metal della mia adolescenza, degli anni Novanta (fra cui G'n'R, Metallica, Alice In Chains) e dei tempi presenti la mia quasi unica band preferita č quella degli Opeth. Ascolto anche jazz, adoro le cose della vecchia scola, anche di qui (Armstrong/Fitzgerald, Dave Brubeck) e qualcosa anche di musica classica. Ma rimango fondamentalmente un fan della musica rock ma soprattutto: mi piace la musica che sia suonata dalle persone e non dalle macchine.
Krisztián Kun: Le influenze di Márton si possono percepire chiaramente ma nei dettagli strumentali ciascuno aggiunge il proprio stile. Per esempio con Zoltán abbiamo anche un gruppo metal, Balázs ha uno stile piů improntato ai King Crimson e Rita suona musica classica.

Nonostante le molte influenze che si possono cogliere nel vostro album siete riusciti a realizzare un tipo di musica abbastanza personale. Quali sono secondo voi le caratteristiche che vi rendono originali rispetto ad altri gruppi?

Krisztián Kun: E' una domanda diffisile e forse potreste rispondere meglio voi :-) Vorremmo riuscire a fare una musica unica e siamo contenti se pensate che ci siamo riusciti. Forse potrebbe essere spiegato dal fatto che abbiamo tantissime influenze e dal fatto che non ci spaventa provare nuove e strane soluzioni.

Visto che cantate in ungherese e che non capiamo niente di quello che dire, potreste spiegarci cosa significa il titolo del vostro dico e di che cosa parlano i testi, anche a grandi linee?

Márton Segesdy Bene, č arrivato il momento di imparare l'ungherese! :-) Potrebbe essere una sfida! "Harmadkor" significa "la terza era" che potrebbe essere un riferimento a Tolkien o all'era geologica terrestre (Neogene) o un riferimento all'era dei Trinity :-) Come preferite. Comunque in ungherese suona bene. E' divertente che voi lo pronuncereste in maniera totalmente diversa per via della lettera H all'inizio della parola che in Italiano č muta… bene, noi invece usiamo un suono aspirato. "Jelenések könyve" significa "libro delle rivelazioni". E' una visione del senso di estraneitŕ che si percepisce nelle grosse cittŕ: gli amori vuoti, la giungla, i templi di vetro ed acciaio delle multi corporazioni ed i tossicodipendenti senza speranza. "Lehettél volna" significa "potresti diventare" e si basa su una novella di un famoso scrittore ungherese: "Találkozás egy fiatalemberrel" di Karinthy Frigyes (Incontro con un giovane uomo). Parla dell'incontro dello scrittore con sé stesso di vent'anni prima. Il giovane uomo si confronta con lo scrittore e con le cose che avrebbe dovuto fare ma che infine non ha fatto o che qualcuno ha fatto al posto suo. "Negyed négyes gyors" significa "Treno espresso delle 3:15" ma in un certo senso significa anche "Canzone veloce in 4/4"… :-) "Zápor" significa "Pioggia" ed č una malinconica canzone d'amore scritta per mia moglie. "Szerelmesdal" significa "Canzone d'amore" e certamente lo č! :-)) "Fantázia" significa "Fantasia" ed č composta sulla stessa melodia di "Szerelmesdal". "Valaha" significa "A volte" ed č una canzone di addio alla mia ex fidanzata. "Peregrin kútjai" significa "I beni del pellegrino" ed č un viaggio spirituale dalla cittŕ senza sogni al mondo della fantasia della Foresta Notturna. Questa canzone ha molti punti di riferimento a "La storia infinita" di Michael Ende. "Kincs az álom": "Il sogno č un tesoro", "Vándor": "Nomade" (o "Pellegrino"), "A Színek sivataga": "Il deserto dei colori", "Vörös alkony": "Luce rossa", "Én kísértelek": "Ti perseguito" (significa anche "Ti accompagno"), "Éjvadon": "La foresta di notte".

Premetto che preferisco che personalmente preferisco che i gruppi cantino nella loro lingua. Perché comunque avete scelto di cantare in ungherese e non in inglese?

Márton Segesdy: Nella mia vecchia band scrivevo testi in inglese. Avevo voglia di provare qualcosa di diverso e conosco la mia lingua molto meglio. Posso scrivere testi che hanno diversi significati per differenti persone in Ungheria ma questo sarebbe davvero difficile in inglese. Vi ho giŕ spiegato il significato ambiguo di diverse parole nell'altra domanda ma non avrei avuto bisogno di farlo se foste stati ungheresi.
Krisztián Kun. Per il mercato ungherese č meglio cantare in ungherese. Se la nostra musica si spande in giro per il mondo forse dovremmo farlo anche in inglese.

Ad alcuni mesi dall'uscita del vostro album che tipo di feedback avete avuto?

Márton Segesdy: Sono soddisfatto del feedback. Non lo sono delle vendite :-)
Krisztián Kun: In Ungheria il Progressive Rock non ha il supporto dei media. Cosě non possiamo raggiungere tutta la gente che vorremmo. Quelli che lo hanno ascoltato hanno apprezzato molto "Harmadkor", per quello che abbiamo sentito o letto. La cosa che per noi č piů sorprendente č che abbiamo avuto commenti meravigliosi, recensioni e mail da parte di stranieri, al di fuori dell'Ungheria.

Un elemento che contribuisce alla bellezza dell'album č il suono potente č ricco di sfumature, come siete riusciti ad ottenerlo? Quanto č importante a tal fine la scelta degli strumenti musicali?

Márton Segesdy: Abbiamo lavorato molto con i suoni e abbiamo anche imparato molto dall'ingegnere del suono. Non siamo in grado di riprodurre questo sound dal vivo principalmente a causa del pessimo equipaggiamento dei club e la costante mancanza di sistemi monitor. Abbiamo avuto problemi anche con la nostra strumentazione, quella vecchia (Hammond p-100) e quella piů nuova (Macbook con B4). Comunque se le circostanze sono buone riusciamo a suonare davvero bene ma non č comune nella scena prog underground Ungherese :-)

Ai nostri giorni il progressive rock č un genere di nicchia, non sempre facile da proporre, cosa vi ha spinto ad avventurarvi in un genere cosě difficile e poco popolare?

Márton Segesdy:Mi piace molto questo tipo di musica e mi piace suonarlo: č semplice. Non c'č stata una riunione in cui i partecipanti hanno dichiarato di voler suonare musica difficile e non popolare! E' semplicemente accaduto.
Krisztián Kun: Suoniamo quello che ci piace suonare e penso che questa sia la condizione necessaria per fare buona musica…

Per finire vi lasciamo un po' di spazio per promuovere il vostro CD, cercate di convincere i nostri lettori…

Krisztián Kun: Se vi piace il nostro CD fatelo sapere in giro :-)

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