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ANTONIUS REX Francesco Fabbri
 

Nell'ambito del mio sito, le pagine a voi dedicate risultano in assoluto fra le più visitate, a giudicare dal feedback a livello di e-mail. Mi arrivano numerose richieste di informazioni anche dall'estero, specialmente dalla Germania. In generale, quali elementi pensi possano aver contribuito a creare il cult intorno alle vostre opere?

Penso che i fattori che abbiano generato e generino interesse verso i nostri disegni musicali siano configurabili in termini di spontaneità, anticommerciabilità e messaggi esoterici intrinseci. Quando abbiamo dato l'OK alle due label Mellow e BWR per effettuare le ristampe delle nostre opere, cosa che hanno continuato a chiederci per anni, lo abbiamo fatto solo per riascoltare in CD le nostre follie giovanili non pensando minimamente al marketing. Poi... controllando i diritti di noi autori abbiamo recentemente scoperto, tramite naturalmente la SIAE, dei dati che, per prodotti del genere, sono davvero anomali. Allora... In cauda è alla terza ristampa, Tardo pede alla quinta e, caso più strano di tutti, è che "Neque semper", a pochi giorni dal suo reissue, ha già superato le novemila copie, naturalmente in tutto il mondo: è pochissimo ma al tempo stesso tantissimo. Penso che questo album, nel giro di qualche anno, supererà le quarantamila. Quindi dati non eclatanti in assoluto rispetto alle mega vendite delle sempre più penose pop-rock star e superosannati cantanti in genere, ma positivi in considerazione all'età anagrafica dei prodotti. Cosa ancora più strana, abbiamo molte e-mail di giovani che, forse stanchi delle droghe sintetiche e del sound tutto uguale, provano emozioni nuove dall'ascolto di queste opere... Anche questo per noi è un autentico nuovo Mistero della Fede. Altro generatore probabile di quello che tu definisci 'cult' è stata la scarsissima diffusione dei dischi negli anni '70... sai benissimo che si è cominciato a parlare della particolarità (forse subliminale) di Tardo pede non prima del 1982... quindi c'è stata una
fatale e fitta nebbia sulle cronologie e sulle conoscenze reali dei prodotti.

Complimenti per l'ultimo lavoro rieditato, Neque semper arcum tendit rex (1974): ho trovato quantomai stimolante quel passo di Pactus in cui ti scagli contro la Televisione, efficacemente definita Dea Minore. Com'è che già allora avvertivi i pericoli insiti in quella... scatola ipnotica?

Fin dagli inizi del viaggio musicale (1969) le nostre tematiche sono state una sorta di fusione dei concetti che possono evidenziare ricerca interiore, debolezza dei ricchi, lotta alla guerra, ai violentatori della natura, contatti con il preternaturale, lotta al consumismo, condanna dei falsi profeti e della cosiddetta TV che i più subiscono passivamente, di cui i più non avrebbero più potuto fare a meno. Una vera tossicodipendenza che negli anni è diventata assoluta. Pensavamo che ogni messaggio televisivo fosse necessariamente filtrato ed indirizzato al plagio delle menti deboli. Quindi una divinità per subnormali e progressivamente per normali, capace di schiavizzarli in una progressione che oggi è obiettivamente tangibile.

Tornando ai miei lettori tedeschi, uno di essi obiettava qualcosa circa la reale datazione di In cauda semper stat venenum (1969): anch'egli, come me, aveva notato la somiglianza del riff di Triumphatus Sad con quello, celeberrimo, di Children of the grave dei Black Sabbath. Cito testualmente il passo dell'e-mail: "Was it then Antonio Bartoccetti and not Tony Iommi who invented the doom metal genre? This I find hard to believe". Ora, considerato che anche opere come Anno Demoni e Neque semper arcum tendit Rex presentano grosso modo il medesimo tipo di sonorità, vogliamo dunque far chiarezza, una volta per tutte, intorno agli interventi fatti sui master originali?

Come tu stesso (e molti altri addetti ai lavori) hai notato, In cauda è un lavoro embrionale: vi si possono notare tutte le nostre carenze quali giovanissimi musicisti. Anche per questo all'epoca non venne messo in vendita. Però, nonostante tutte le carenze tecniche, penso che In cauda, se ascoltato con lo stato d'animo giusto, sappia comunicare quella che all'epoca era la nostra intensa spiritualità. In quanto ad affinità elettive con alcuni episodi di Black Sabbath ciascuno è libero di vedere l'invisibile e naturalmente viceversa. Di Black Sabbath ho sempre ammirato la genialità di Tony Iommi, ma a livello di brani ho provato emozioni solo ascoltando il loro primo brano omonimo del loro primo album... per il resto penso che sia solo rock and roll e quindi... Quando abbiamo preparato il master per la ristampa di In cauda, abbiamo buttato il tutto nel ProTools 24, sistema digitale di Doris Norton ed abbiamo trattato il tutto in modo esasperato in termini di equalizzazione, compressione, gate, dinamica e riduzione di rumore. Il risultato è stato notevole e voluto anche perché non puoi immettere nei mercati del 2001 un CD che ai giovanissimi, abituati alla attuale perfezione tecnica, suonerebbe male. Con un procedimento unico al mondo abbiamo trattato il master per il solo CD di Neque semper... estratte tutte le 16 tracce incise a suo tempo in Mondial Sound, dal vecchio multimaster, passata ogni traccia su dei dat, reinserito il tutto in ProTools e poi... trattamenti per circa 20 turni per un totale finale di 64 tracce audio. Il CD Neque semper in tal modo suona bene... la ristampa in LP è un'altra cosa, conforme all'originale. Quando passi di qui ti ruberemo 180 secondi... un microfono, la voce monofonica di Francesco Fabbri... dopo poco trasformata in un coro di oltre 12 mila Fabbri.

Nella biografia ufficiale di Antonius Rex il giudizio di merito su Zora e soprattutto su Ralefun appare piuttosto severo. Secondo me quei dischi conservano, pur nella naïveté di fondo, un fascino innegabile. Per quale motivo, invece, voi siete oggi così critici a tale riguardo?

Allora... sono due dischi fatti per soldi. L'israeliano Emanuele Daniele, ascoltando una copia di Neque (1974) ci volle assolutamente mettere sotto contratto. Sono opere affrettate: "Zora" riprende dei brani da Tardo pede e Ralefun è troppo normale. Penso che le nostre esecuzioni peggiori siano racchiuse in Ralefun... il testo di Agonia... un momento di mia demenza, il ritmo di "Witch dance" quasi da discoteca e proprio per questo messo in rotation da Radio 105... gli Antonius Rex su 105? Non ti fa ridere? Stiamo parlando del -credo- 1979. Facemmo anche un video e l'ultima scena era codificata come l'ultima cena: scrissi la sceneggiatura e Daniele per quella scena fece acquistare diverse migliaia di polli bianchi. Daniele era totalmente ben disposto nei nostri confronti e dopo anni di fame sfruttammo il pollo che il fato ci pose davanti. Insomma... cose comiche sotto l'egida di una casa discografica e proprio per questo l'ultimo lavoro fu autoprodotto secondo i nostri gusti e fu un lavoro ottimo, anche questo non posto in vendita convenzionale, ma solo ceduto firmato ai seguaci. Se poi a te questi due album piacciono è solo una questione di soggettivismo. Oltre tutto mi viene in mente che quando Albert Goodman lasciò questa terra, il Daniele ristampò Zora e chiese un inedito, The Gnome: un brano che realizzammo in due ore... un brano del kaiser... Daniele sfruttò anche la scomparsa di Albert... anche per quello non siamo ben disposti verso ZORA.

Una tua esperienza musicale che attualmente rinneghi nel modo più completo è quella che approdò al 45 giri inciso coi Dietro Noi Deserto, che io, fra l'altro, sino a oggi non sono riuscito ad ascoltare...

DND è stato un normalissimo quanto necessario errore di gioventù anche se grazie a questo dischetto pubblicato dalla Decca, la stessa casa dei Rolling Stones e dei Ten Years After, conobbi Alvin Lee che mi stimolò a cercare nuove vie a Londra. Comunque il brano Dentro me dei DND contiene un giro di chitarra fatto con Gibson SG e relativa improvvisazione che reputo positivi. Il problema è che fu un disco senza carattere, senza dominio, senza autorità. Bloccai questo progetto sul nascere, proprio quando l'allora periodico Giovani ci aveva organizzato un tour in tutta Italia. DND era solo banale rock.

Come mai legaste i vostri nomi e la vostra iconografia ai fumetti sexy-horror degli anni '70, appunto Jacula e Zora?

Un po' per fatalità... un po' per razionalità... un po' per il fatto che il disegnatore e poi produttore Travers disegnava quella roba. Possiamo trovarci anche un significato: sulla terra domina il sesso. La copertina di In cauda e Tardo pede ci poteva anche piacere... quella di Zora scelta da Daniele era una vera puttanata.

Ascoltando i vostri dischi, personalmente vi ho sempre rinvenuto una grossa comunanza spirituale col cinema gothic/horror italiano degli anni '60 e '70. Vi piacevano i capolavori di registi quali Riccardo Freda, Giorgio Ferroni, Mario Bava, Antonio Margheriti, Lucio Fulci e così via? Ne siete rimasti in qualche misura influenzati?

Ogni artista, consapevole o no, è sempre influenzato a 360 gradi dalla realtà apparente e non... Mario Bava... un vero symbol, così come ci piaceva vedere Vanilla Fudge o Iron Butterfly... tornavi a casa con qualcosa in più nella mente, eri più ricco, ma solo quello.

Cosa c'è dietro alle tematiche trattate nei vostri lavori? In altri termini, parlare dell'occulto rappresenta per voi l'urgenza di fare proseliti o, più semplicemente, è la maniera per estrinsecare il vostro mondo interiore?

Stiamo parlando sempre di ciò che fu sino al lontano 1980. In quel decennio eravamo quasi convinti di essere delle divinità, lontani dai problemi del quotidiano, lontani dal comune lavoro, lontani dalle falsità e al tempo stesso attratti da tutto ciò che andasse oltre il naturale, oltre il visibile. Abbiamo avuto diverse esperienze, diciamo mistiche, con un medium e la cosa ci
ha arricchito. Questo piccolo o grande bagaglio empirico è stato poi trasferito nei dischi. Quindi nessuna istanza di proselitismo ma un comunicare alcuni nostri stati d'animo, alcune visioni, alcune certezze, convinti di far pervenire qualche ascoltatore ad una autocritica, a dei dubbi sui veri valori dell'esistenza. In queste cornici sono sempre presenti le forze del male e del bene, la strega e la fata, il demone e la luce, la vita e la morte... La religione, la magia e l'esoterismo, il monastero ed il castello per il sabbah.

A distanza di circa trent'anni dai moniti lanciati dai vostri dischi a favore dell'ecologia e contro l'inquinamento voluto dai potenti, qual è secondo voi il destino del nostro Pianeta? E, comunque, non è l'Uomo stesso a ritrovarsi tristemente inquinato nella sua interiorità, nelle sue aspirazioni, in altre parole nella sua stessa essenza?

Penso di poter affermare che il messaggio globale dei nostri albums possa definirsi anche profetico... abbiamo sempre creduto nella dea natura ed abbiamo sempre condannato i suoi assassini. Nelle parti infinitesimali della natura c'è l'essenza del mondo dominato dall'oro e dal sesso e dalle loro stesse svariate sottoconfigurazioni, quali falsità, violenza, oppressione, desiderio folle di dominio sui valori illusoriamente temporali. Chi inquina uccide se stesso e siamo fatalmente giunti ad un mondo traboccante di esseri inutili e suicidi. Il dramma degli uomini è che essi dimenticano e che talvolta comprendono l'errore a catastrofe avvenuta. Anche per questo la nostra musica è stata anche un'istintiva fuga dal reale. Concordo con te sulla
seconda parte della domanda: l'uomo che ha messo in gabbia se stesso.

Quale fu esattamente il tuo ruolo nella realizzazione dell'LP "Sea of tranquillity" (1979) degli Antares?

In quel periodo abitavamo a Milano ma ci recammo in Germania per incidere Ralefun finanziato da Emanuele Daniele. A lui si presentarono gli Antares e lui li sottopose al nostro giudizio. Demmo loro una piccola mano nel realizzare l'album, di cui firmai un paio di brani... prestai anche la mia SG al loro chitarrista. Erano ragazzi bravi ma non avevano un'ideologia forte da
estrinsecare. Non li abbiamo più visti.

M'è giunta voce di un ipotetico LP di Doris Norton precedente a Parapsycho: il titolo sarebbe "Under ground" e l'anno di realizzazione il 1980. Ora, considerato che sulla costola di Parapsycho sta scritto Vol. 0, un po' di scetticismo è comprensibile...

Sono contento di tale domanda. Allora: il mondo pensa sempre che un artista sia configurabile nei dischi che il mondo stesso trova nei suoi negozi, ma non è così. Doris Norton ha sempre avuto in casa decine di macchine e strumenti di ogni tipo. Nel 1980 ebbe dalla giapponese Roland alcuni strumenti prototipo... un sequencer, un synth ed una batteria elettronica. Realizzò con un 8 piste l'opera elettronica Uder ground, componendo con me il brano Capturing Universe: questo brano è passato del tutto inosservato fino a quando nel 1990 venne ripreso da un pianista tedesco e poi da un gruppo techno tedesco che lo chiamò Universe of love. Nel 1995 guardavo con pietà questi furti e convinsi mio figlio a riprendere il brano originale: venne prodotto Capturing matrix vendendo oltre 240 mila copie di singoli. Oggi, 2003, questo stesso brano Capturing matrix è appena uscito con tre nuove versioni, di cui una by Doris Norton, ed è già in classifica. Vedi come è piccolo e ignorante il mondo? Su Parapsycho è scritto volume zero perché è un lavoro ufficiale a differenza di un'altra dozzina di album non ufficiali e del tutto sperimentali.

Una volta che anche "Praeternatural" (1980) sarà rieditato, il discorso riguardante l'Antonius Rex Group dovrebbe dirsi chiuso. Ebbene, vista l'abilità con cui avete rimesso mano ai vecchi lavori, sarebbe davvero un'eresia così grande che Antonio Bartoccetti, Doris Norton & attuali accoliti realizzassero altre opere su quello stile, ma recanti la data odierna?...

Il primo mondo Antonius Rex è chiuso nel 1980 con l'album autoprodotto da te citato e che non puoi possedere per il semplice fatto che volutamente non è stato mai messo in vendita. Se vuoi ci sono ancora 10 o 12 originali. Non sappiamo se abbiamo intenzione di far effettuare il reissue 2003 da BWR o da altri aspiranti. Abbiamo anche avuto offerte per albums odierni visto che comunque, a parte le mie attività di produttore di rumore technologico, noi abbiamo sempre continuato a comporre musica e testi. Vista la tua professionalità e stima indotta, sei il testimonial ufficiale della seguente prima dichiarazione ufficiale: ebbene sì: c'è il nuovo album di Antonius Rex pronto per uscire nel mondo... l'ho iniziato in Romania nel 2002... Le incisioni sono ultimate, manca qualche arrangiamento e tutta la fase di mixage. E' un lavoro fatto con il nuovo sistema a 192 KHz. Posso solo dire che timbricamente è eccellente. Sui contenuti non sta a me parlare; sarà il pubblico ancora una volta a decretarne la validità o meno. Altro scoop to Fabbri è che da marzo 2003 parte, in modo naturalmente molto dark, il Praeternatural Tour che non è il classico tour nelle classiche locations, ma verrà presentato nel corso di un convegno in Austria sugli effetti della paura e si diramerà nei monasteri e castelli della Romania e dell'Ucraina. Non sarà tradizionalmente live ma mi vedrà protagonista di dibattiti sul preternaturale fra un brano e l'altro dell'album Praeternatural... ogni evento musicale si materializzerà nella totale oscurità... questa è sicuramente un'innovazione che renderà il pubblico ancora più libero nell'ascoltare il nostro sound. E' da quando ero piccolo che ho molto tempo libero e adesso questo mi diverte.

Sono ormai trascorsi dodici anni dall'intervista che ti feci per Metal Shock. Come valuti l'evoluzione, che indubbiamente c'è stata, nell'establishment musicale di questo periodo?

Io e te sappiamo benissimo che dagli anni '70 in poi ogni creatività in area musicale è andata scemando. Oggi ci sono cose di cose rifatte di cose ulteriormente strafatte. Io non parlerei più di musica ma di plagio dei network nei confronti del pubblico che purtroppo sembra non avere più il tempo o la forza di ragionare. Ma sono sempre ottimista sul fatto che l'alba di domani possa nascere nuova per tutti i validi musicisti che comunque continuano saggiamente a lottare.

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