Home

 
LEVIATHAN Antonio Piacentini
 

"Bee Yourself" dei Leviathan è stato uno dei primi vinili di progressive che ho acquistato, quando mi avvicinai a questo magico mondo musicale. E’ difficile infatti per chi è romano (ma non solo) non considerare come importante un gruppo che ha reso rilevante la scena di questa città all’inizio degli anni Novanta.
Avendo avuto la possibilità di conoscere Andrea Amici non mi sono lasciato sfuggire l’opportunità di sapere da lui qualcosa in più sul suo gruppo, i suoi ricordi e le sue speranze per il futuro.


Raccontaci un po’ la storia dei Leviathan

Il gruppo nasce a metà degli anni 80 ed io ho assistito all'uscita del primo LP ("Heartquake" 1988) come fan per così dire "interessato", poiché gia suonavo con il cantante della band Alex Brunori e con suo fratello Luca, batterista, in un gruppetto scolastico (ero ancora al liceo). Subito dopo l'uscita del disco, il tastierista abbandonò il gruppo ed ad Alex venne naturale arruolarmi nei Leviathan, dandomi così l'opportunità di partecipare appena diciannovenne alle registrazioni del secondo disco ("Bee Yourself" 1989). Quella formazione (con Alex Brunori voce, Andrea Moneta batteria, Sandro Wlderk basso, Giorgio Carana chitarra, ed io alle tastiere) non incise più nulla, pur sopravvivendo ancora alcuni anni (con il solo cambio di chitarrista, Rocco Paterna) ed anzi "sprecò" moltissimo materiale, rimasto inedito a causa di dissapori interni e diversità di vedute (eravamo giovani...).
Voltammo pagina e dopo altri cambi di formazione che hanno visto avvicendarsi diversi musicisti (Katia Panmolli, Massimo Casali, Alessandro Poleggi) con Fabio Donna al basso, Paolo Antinori alla voce e Claudio Varamo alla chitarra registrammo il nostro terzo lavoro ("Volume" 1996).
Da allora non è più uscito alcun cd targato Leviathan ma solo partecipazioni a progetti "a tema" insieme ad altri gruppi. Dall'anno scorso, con un nuovo cambio di formazione (Pierfrancesco Drago voce e flauto e Simone Montrucchio basso e stick), abbiamo ridato vita alla band ricominciando a suonare live e mettendo in cantiere il prossimo cd, stavolta tutto nostro.

I Leviathan sono state una delle realtà più importanti del rock progressive anni 80/90 cosa ricordi di quel periodo che, anche se marginale, viene ancora ricordato con nostalgia?

Ricordo sicuramente l'emozione di proporre musica decisamente "disallineata" per il periodo e vedersela gradire in ogni situazione. Chi come noi fa musica non per professione, ha per compenso massimo la gratificazione di veder apprezzati i propri sforzi, ed in quegli anni c'era più fame di musica che al giorno d'oggi. Meno volentieri ricordo un certo clima di rivalità tra i gruppi (forse perchè eravamo molti di meno) che non ho mai digerito del tutto... se invece di farci la guerra tra poveri avessimo unito le forze magari avremmo tutti realizzato qualcosa in più...

Avete partecipato a dei progetti musicali (vedi "Kalevala") insieme a molti altri gruppi prog mondiali; come giudichi queste operazioni? …E dei cd tributo ai grandi del passato?

Accettammo volentieri di partecipare a quei progetti, sia perchè ci parvero ottime idee e sia perchè ci consentirono di pubblicare comunque qualcosa senza affrontare la montagna di un cd intero. Col senno di poi mi pare che abbiano riscosso meno successo di quel che meritassero e meno fama ne scaturì per i partecipanti. I tre progetti ai quali abbiamo partecipato (Kalevala, Il Colosso di Rodi e Giallo) li ascolto sempre volentieri e li considero ottimi lavori. Anche i cd tributo penso che siano degni di essere prodotti ed ascoltati, in fondo la musica si può e si deve anche interpretare oltre che produrre, ed è stato così per secoli dopotutto.

Voi, Ezra Winston, Gallant Farm, Arcadelt, Divae avete fatto una piccola storia del new prog a Roma; cosa ti manca di quel periodo?

Devo dire che un po' mi inorgoglisce questa sorta di situazione pioneristica che mi sono trovato a vivere in quegli anni e quando vedo che musicisti oggi molto quotati nel prog mi confessano di essersi emozionati all'epoca acquistando da ascoltatori Bee Youself mi si illuminano gli occhi... Con i Gallant Farm in particolare abbiamo instaurato una vera e propria amicizia che ancora sopravvive. Devo dire che ultimamente, forse anche grazie ai nuovi canali di aggregazione-comunicazione tipo facebook, si rivede un certo fermento simile a quello che le fanzines favorirono all'epoca... speriamo bene.

I Leviathan sono uno dei pochi gruppi progressive che ogni tanto fa ancora qualche concerto in giro per locali, cosa ne pensi delle cover band? E' così difficile proporre un repertorio originale ad un pubblico che forse è meno interessato di qualche anno fa?

Delle cover band ne penso benissimo... e come non potrei, visto che ho il batterista ed il cantante che fanno parte di una delle migliori cover band dei Genesis in circolazione... eheheh (i Revelation, per chi non lo sapesse). Io stesso recentemente sono entrato a far parte di una cover band dei Duran Duran, esperienza ancora acerba ma già estremamente divertente e stimolante... ricreare forzatamente un certo tipo di sonorità passata, insegna sempre qualcosa. E poi a noi progster ogni tanto fa benissimo un bagnetto d’umiltà (parlo sia per i musicisti che per il pubblico naturalmente... eheheh).
Più amaro è invece il pensare che oggi sia così difficile suonare in giro se non fai cover... e non c'è spiegazione al fenomeno. Forse è solo una bislacca convinzione dei gestori di locali (per fortuna non tutti) che immaginano chissà quali allergie degli avventori per la musica originale... e magari non pensano che il pubblico occasionale possa detestare comunque l'artista coverizzato... speriamo ancora che si cambi rotta.

Mi dici tre gruppi del passato e tre gruppi attuali che consiglieresti ad un ragazzo che si avvicina a questo mondo?

Io fui folgorato in passato da "Relayer" degli Yes: mi sentii catapultato in un vero e proprio luna park sonoro!!! Quindi senz'altro gli Yes... Poi direi Jethro Tull (specialmente "A Passion Play"), che combinavano la cura e l'attenzione agli arrangiamenti con l'energia sanguigna dei certo rock e certo folk. Ed infine i Gentle Giant, imprescindibili!!!
Sugli attuali non voglio davvero fare torto a nessuno... magari cominciare dai vari Kalevala può dare una buona idea del panorama progressivo odierno.

Cosa ne pensi dei nuovi canali d'informazione via internet quali possono essere Youtube, Myspace e anche Facebook per proporre la propria proposta sonora?

Ne penso un gran bene e personalmente ho avuto moltissima soddisfazione in questo senso, soprattutto per chi fa musica non da professionista. Mi pare impensabile non sapersi destreggiare sulla rete al giorno d'oggi. I social network poi aiutano tutti noi che abbiamo una stessa passione a comunicare praticamente giornalmente, cosa impossibile anche solo per una città come Roma, figuriamoci per chi vive in città diverse... quindi giudizio estremamente positivo.

Concludendo e ringraziandoti, cosa sono ora i Leviathan e come vorresti fossero ricordati?

I Leviathan sono quello che sono sempre stati, un gruppo non esageratamente attivo ma che ogni tanto si sveglia dal torpore e produce musica esclusivamente per passione. Mi piacerebbe più che essere ricordato essere "riconosciuto"... eheheh
Grazie a te Antonio ed a presto.



Bookmark and Share

Italian
English