Dopo la reunion del 2008 i genovesi Latte E Miele, band storica del Progressive Rock nostrano, torna con un nuovo album in studio che viene preannunciato dal gruppo come complesso e molto vicino alle radici del sound che li ha resi famosi. L'amico Juan Mellado li ha incontrati e ci offre, in questa intervista, un viaggio attraverso la ricca carriera musicale di questa band
Potete presentare brevemente il gruppo: chi sono i Latte E Miele?
I Latte E Miele sono oggi un quartetto, composto da Alfio Vitanza (batteria e voce), Oliviero Lacagnina (tastiere), Marcello Giancarlo Dellacasa (chitarre), Massimo Gori (basso e voce).
Perché il nome latte e miele? Pensate che questo nome sia stato fortunato per la vostra carriera?
Nella Bibbia c’è un passo dove la terra promessa viene indicata come la terra "dove scorrono fiumi di latte e miele”. Ci è piaciuta l’idea e il nome ci sembrò originale.
Da quali gruppi vi sentite influenzati? Per me da Emerson Lake & Palmer…
Quella di E.L. & P. è solo una delle tante influenze, ognuno di noi ha il suo background che va dai Beatles ai Procol Harum, dagli Yes ai Genesis, da Strawinsky al jazz, e così via.
Come avete formato il gruppo?
Alfio Vitanza e Arnaldo Lombardo, che era all’inizio il produttore dei Latte e Miele, misero un annuncio su un quotidiano per cercare dei musicisti. Tra i tanti che si presentarono, vennero scelti Marcello Dellacasa (che stava registrando “Terra in bocca”) e Oliviero Lacagnina. Il gruppo iniziò come trio e registrò "Passio…" e "Papillon". Poi, nel 1974, decidemmo di prendere un bassista e chiamammo Massimo Gori, che era un amico di infanzia di Alfio e aveva collaborato con noi in diverse occasioni
Quali sono i vostri scopi musicali?
A noi interessa fare la musica che sentiamo dentro, quella che ci piace, senza etichette o barriere. “Prog” è solo un nome, un modo di definire un genere che contamina diversi tipi di musica. Ci è sempre piaciuto miscelare diversi generi, ed è quello che continuiamo a fare.
Cosa e’ successo il 20 settembre 1973 in vaticano? è vero che Alfio aveva solo 16 anni?
Siamo stati la prima rock band della storia a suonare davanti al papa. A quei tempi era Paolo VI. Si, Alfio aveva solo 16 anni. Ha iniziato a suonare quando ne aveva 10 in un gruppo a scuola di cui faceva parte anche Massimo Gori.
Potete darci più dettagli sul concerto in vaticano?
Eravamo molto giovani e non ci rendevamo pienamente conto dell’importanza storica di essere la prima rock band al mondo a fere una cosa del genere. Suonammo per intero la "Passio Secundum Mattheum".
Dopo questo fatto, il gruppo fu etichettato come "beat cattolico"; siete d’accordo con questa definizione?
Assolutamente no. Qualcuno di noi crede, qualcun altro no. Ognuno la pensa in modo differente. Molti grandi musicisti hanno composto musica sacra, ad esempio Mozart o Bach. Questo non ha niente a che vedere con le opinioni personali. I Rolling Stones hanno scritto “Simpathy for the devil”, ma non per questo sono un gruppo “satanico"…
Cosa ricordate della tournée del 1973 con i Van Der Graaf Generator?
Si tratta di molto tempo fa, ma fu un momento molto bello della nostra carriera. Loro erano molto disponibili e simpatici, abbiamo fatto subito amicizia, e ci fecero molti complimenti per la nostra musica.
Cosa ne pensate di Orme, Premiata Forneria Marconi o Banco Del Mutuo Soccorso? Eravate in rapporti di amicizia con qualcuno in particolare?
Sono ottimi gruppi, facevamo parte della stesa scena Prog e abbiamo spesso suonato insieme in alcuni festival pop, anche se con la Premiata Forneria Marconi abbiamo più cose in comune, musicalmente parlando. Quanto all’amicizia, invece, i rapporti più stretti erano con i New Trolls, perché eravamo della stessa città, Genova.
Secondo voi quando e perché è finito il Prog italiano negli anni '70?
Il punk in Italia non ha avuto molto successo. Piuttosto la dance da una parte e la musica dei cantautori dall’altra. E poi ci fu una certa stampa che, non si sa perché, etichettò il Prog come musica di destra, il che non era assolutamente vero, soprattutto per quello che riguardava la scena italiana. Ma alcuni musicisti inglesi, come Rick Wakeman, ad esempio, dichiararono nelle interviste di avere simpatie di destra, e questo creò molti problemi a tutti noi.
"Passio secundum Mattheum" è ispirato a Bach, ma penso che ci sia anche qualcosa di Carlos Santana. Che ne pensate?
(Marcello) Forse hai avuto questa idea dall’uso delle percussioni in qualche punto del disco, ma Santana, anche se mi piace molto, non è tra le mie influenze maggiori. Io sono stato un fan del primo Eric Clapton. Poi mi piacevano Jeff Beck e George Harrison.
Per me "Papillon" è il vostro migliore album, cosa ne pensate voi?
Dipende dai gusti personali. Molti ritengono che passio sia il nostro disco più bello, altri amano “Pavana”, la suite strumentale di "Aquile e Scoiattoli". Secondo noi il nostro capolavoro è proprio “Marco Polo”, il nostro ultimo album. E’ il disco più completo e maturo della nostra produzione.
Senza la e degli esordi, è uscito "Aquile e scoiattoli". Suona un po’ commerciale: voi avete risentito della musica dance e punk?
Secondo noi in "Aquile e Scoiattoli" non c’è nulla di commerciale. Infatti non è stato tratto nessun singolo da quell’album. E poi "Pavana", che è un brano strumentale di oltre venti minuti, è forse la cosa meno commerciale che abbiamo inciso. Dance e punk non ci interessavano minimamente, ma in quel periodo il Prog in Italia stava passando di moda e quindi abbiamo dovuto inserire nel disco dei brani più brevi, con un maggiore uso delle voci, perchè altrimenti le radio non avrebbero trasmesso il disco.
E' uscito nel 2003 un box-set con 4 CD per la casa discografica Akarma: lo sapevate?
Si tratta di “Trilogy” che contiene "Passio…", "Papillon", nella versione italiana e inglese, e "Aquile e Scoiattoli"
Cosa avete fatto separatamente dopo lo scioglimento del gruppo?
Alfio è andato a suonare con i New Trolls. All’inizio anche Massimo faceva parte della formazione, poi ha lavorato come autore di musiche per la televisione. Marcello ha intrapreso la carriera solista con la chitarra classica, tenendo concerti in tutta Europa e nei paesi dell’est. Oliviero ha continuato come compositore ed arrangiatore per molti artisiti.
Cosa ha portato alla riunione del 2008? Ha influito la presenza di Alfio Vitanza nei New Trolls?
In un certo senso si. Da tempo si parlava di rimettere insieme questa formazione, poi Alfio, suonando con i New Trolls, si è accorto che molta gente gli chiedeva dei Latte e Miele. In Corea molti fans andavano da lui con i nostri dischi, e così abbiamo capito che era il momento giusto.
Perché non avete incluso "Papillon" per intero in "Live Tasting"?
Prima di tutto per una questione di durata. Poi perché, anche se è un ottimo lavoro, è una composizione che rischia di diventare un po’ ripetitiva. Per cui abbiamo sintetizzato i momenti più importanti nel disco, anche se in concerto facciamo quasi tutto l’album. Difatti sul nostro sito su MySpace abbiamo messo una versione live di “Rimani nella mia vita”.
Perchè avete suonato solo in Corea ed in Canada?
Per il motivo di prima. Abbiamo lavorato molto sulle nuove composizioni ed arrangiamenti, e quindi abbiamo limitato i concerti al minimo per avere più tempo per provare le nuove composizioni.
A cosa è dovuta la presenza di Pino Nastasi alle tastiere, programmazione e cori?
Nei nostri dischi ci sono molte parti di tastiere che non possono essere eseguite tutte insieme, e quindi dal vivo abbiamo bisogno di un musicista che suoni le parti aggiuntive. E poi la programmazione dei computer è molto importante per le giuste sonorità, e Pino è un vero esperto in materia. E’ un “guest musician” che ci segue in tutti i nostri concerti.
Quando è stato composto “Vision of Sunlight”?
Si tratta di idee che erano nel cassetto di Oliviero e Marcello da molto tempo. Poi, al momento di partire per il tour in Canada, lo abbiamo provato e Massimo ha scritto il testo e lo ha cantato. Ci è piaciuto così tanto che lo abbiamo inserito in “Live Tasting”.
Cosa possiamo aspettarci da "Marco Polo"? Ne siete soddisfatti?
Crediamo che sia il nostro lavoro più completo. Soprattutto perché non guarda troppo al passato, perché non vogliamo essere una band di revival del Prog. E’ un album con tante sfaccettature diverse, con brani melodici e strumentali molto complessi dal punto di vista tecnico. Ci aspettiamo che non solo i nostri fans, ma soprattutto i più giovani capiscano questo lavoro.
Possiamo aspettarci in "Marco Polo" una forte impostazione classica come nei precedenti lavori? Dove lo si può acquistare?
Se si ascoltano con attenzione i nostri album ci si rende conto che sono tutti diversi tra loro. Per noi è stato sempre importante rinnovarci, avere nuove idee e provare nuove cose. L’impostazione classica è la caratteristica dei Latte E Miele, ed in “Marco Polo, sogni e viaggi“ (questo il titolo completo dell’album) la si sente da subito. Ma ci sono anche altre influenze, abbiamo lavorato a questo concept come ad una colonna sonora cinematografica, con momenti musicali diversi fra loro. Per noi un gruppo che ripete sé stesso non ha più nulla da dire. La nostra reunion non è nata per scopi commerciali, solo per celebrare il passato. Quando ci siamo messi a suonare abbiamo capito subito di avere ancora molte cose da dire. Il CD per ora lo si può trovare in internet, magari sul sito della nostra etichetta discografica, la Aerostella.
E' più difficile fare progressive rock nel 2009 che nel 1973?
Il mercato italiano è dominato dalla musica commerciale, quindi nel nostro paese è più complicato. Ma abbiamo molti fans sparsi per tutto il mondo, e questo ci fa molto piacere.
Avete pensato di fare concerti per l’uscita di "Marco Polo"?
Sicuramente si. Prepareremo un tour mondiale con uno spettacolo in due tempi: nel primo suoneremo Marco Polo, nel secondi i nostri vecchi successi.
Per quando un DVD live?
Probabilmente dal tour che faremo per la promozione di “Marco Polo, sogni e viaggi” verrà tratto anche un DVD.
Ultimamente in Italia sono usciti molti lavori sopra la media in campo Rock Progressive, cosa ne pensate di questa scena? e quali sono i gruppi recenti che vi piacciono di più?
Per noi l’importante è che si faccia musica, che ogni gruppo abbia la sua personalità e non tenti di copiare gli altri. Ci sono molti gruppi recenti che ci piacciono. Ad esempio i Flower Kings. E poi amiamo molto artisti che magari non fanno parte della scena Prog, ma che sono grandi, come Nick Kershaw o Tommy Emanuel.
Quali sono i vosti progetti per il futuro? e per un nuovo album ?
Lavoreremo al nuovo show e dovremo fare molte prove perché "Marco Polo" è un lavoro molto complesso, specialmente dal vivo. Per quanto riguarda un nuovo album, le idee non ci mancano, ma è ancora presto per parlarne.
Se volete dire qualcosa ai lettori, vi lascio carta bianca…
Vogliamo ringraziare tutti quelli che amano la nostra musica. Ci auguriamo di vederli al più presto nei nostri concerti!!
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