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BIG BIG TRAIN Jessica Attene & Alberto Nucci
 

Dall'Inghilterra arriva questa bella novità che farà la gioia di tutti gli appassionati delle sonorità sinfoniche e melodiche. Si tratta di "The Underfall Yard", il nuovo album dei Big Big Train, una band navigata che sta vivendo una seconda giovinezza. La loro nuova opera ha il pregio di essere allo stesso tempo melodica ma con un songwriting abbastanza complesso e per nulla banale, e porta una nuova luce al panorama musicale Inglese che si stava afflosciando sotto il peso della monotonia del new prog, salvezza e morte al tempo stesso della scena musicale progressiva britannica. Uno dei due leader, Gregory Spawton (chitarre, tastiere e basso), ci parlerà, in questa intervista, dei suoi Big Big Train: ascoltiamolo.


Alcuni anni fa il gruppo annunciò ufficialmente la fine della sua attività ma poi è successo qualcosa e ha iniziato una nuova fase di rinascita pubblicando album, a mio giudizio, molto più belli e rifiniti rispetto a quelli a cui ci aveva abituati. Potete spiegarci le difficoltà che portarono a quella decisione e cosa vi convinse poi a tornare indietro?

Quando avevamo firmato il contratto per l'etichetta GEP eravamo pieni di speranze. Il nostro primo album, "Goodbye to the Age of Steam" fu accolto bene, avevamo ottenuto un accordo di distribuzione in Giappone e facevamo dei buoni concerti. Poi abbiamo iniziato ad avere problemi di cambio di line-up e a nessuno sembrava piacere la direzione che avevamo preso col nostro secondo album "English Boy Wonders". La GEP smise di rispondere alle nostre chiamate e tutto ha iniziato a cadere a pezzi. L'unico motivo per cui non abbiamo smesso di esistere era che avevamo delle canzoni che volevamo pubblicare e così decidemmo di fare un ultimo album e cioè il nostro terzo CD, "Bard". Abbiamo pubblicato "Bard" come un'uscita indipendente e, anche se non ha rappresentato un evento epocale, ci ha dato fiducia che potevamo farcela come band indipendente. E' stata come una nuova partenza per noi e piuttosto che scioglierci abbiamo investito denaro per il nostro studio e iniziato a lavorare per un nuovo set di canzoni che poi è diventato l'album "Gathering Speed". Quest'album ha venduto veramente bene e adesso vendiamo più copie rispetto al periodo della GEP.

Si nota la partecipazione di numerosi ospiti che fanno parte della scena prog attuale: come sono nate queste collaborazioni e perché avete sentito l'esigenza di ampliare il numero dei musicisti?

Il ruolo che abbiamo acquisito Andy ed io nei recenti anni è stato quello di direttori musicali. Sappiamo suonare abbastanza bene ma il mio punto di forza è il songwriting e quello di Andy (Poole, il bassista e tastierista n.d.r.) è la registrazione e la produzione. Per noi la cosa importante è la canzone e se sentiamo che altri musicisti possono contribuire per renderla più efficace allora la cosa ci piace. Da quando la nostra reputazione è un po' cresciuta le opportunità sono aumentate e abbiamo potuto lavorare con alcuni grandi musicisti come Dave Gregory e Jem Godfrey.

In particolare vuoi spiegarci come avete avuto l'opportunità di reclutare Longdon? Un cantante che ha una voce che si adatta splendidamente alla vostra musica. Come è nata questa collaborazione e che fine ha fatto il vecchio cantante?

David è stata una vera scoperta e, per me, rappresenta il pezzo mancante che abbiamo sempre cercato per rendere la band qualcosa di veramente speciale. Abbiamo sentito parlare di lui dal nostro ingegnere del suono, Rob Aubrey che ha lavorato con lui per la registrazione dell'ultimo album di Martin Orford. Rob è stato preciso, suggerendoci al telefono di ascoltarlo e siamo stati molto impressionati. Lo abbiamo contattato per vedere se era interessato e lui ha risposto molto positivamente e così ho deciso di rimpiazzare Sean Filkins con David. Sean era comprensibilmente arrabbiato, dato che lui ha fatto due buoni album con noi e non è stata una decisione che abbiamo preso alla leggera ma io sono ambizioso per ciò che riguarda il gruppo e sapevo che David avrebbe rafforzato la line up.

Un aspetto che mi è molto piaciuto riguarda l'inserimento di elementi d'orchestra. Forse mi sarei aspettata un uso più estensivo delle parti orchestrali negli arrangiamenti. Che ne pensate?

Espanderemo gli elementi orchestrali la prossima volta. Useremo un intero quartetto d'archi assieme alla nostra line-up attuale. Tuttavia dipende da quello che è giusto dalle canzoni. Qualche volta non puoi superare il classico assetto con basso, batteria, organo, Mellotron e chitarra.

Potete spiegarci di cosa parla il vostro nuovo album? E' un concept?

Non è un concept ma si basa su numerosi temi che lo percorrono, sia musicali che riguardanti i testi. Sono interessato alla storia inglese e ai paesaggi inglesi e le canzoni rappresentano delle esplorazioni di entrambi gli aspetti.

In generale la scena prog inglese sembra essersi adagiata sugli stilemi del New Prog. L'impressione è che pubblico e musicisti non amino soluzioni troppo complesse. Voi invece avete recuperato uno spettro di sonorità vintage e avete lavorato molto sugli arrangiamenti dei pezzi. Siete contenti di questa scelta?

Ascoltando le prime band new prog, si vede come abbiano abbassato il livello delle canzoni, spogliandole della complessità e della ricchezza che resero grandi le band classiche. Tuttavia c'è il rischio di eccedere nell'altro senso e perdere il senso della canzone in mezzo ai grovigli strumentali. Abbiamo cercato di trovare il giusto equilibrio e penso che ci siamo riusciti. Le nostre canzoni sono strutturalmente complesse e se c'è bisogno di uno sfoggio strumentale, ce lo mettiamo, ma solo se sta bene nella canzone, non fine a sé stesso.

Recentemente avete curato la riedizione di un vostro vecchio album, "English Boy Wonders", pensate di ristampare anche altro vostro materiale del passato, compreso quelli uscito solo su cassetta?

Rob Aubrey sta attualmente remixando l'album "Goodbye to the Age of Steam" per una ristampa. Abbiamo ripescato i master e penso che ci sarà un miglioramento significativo rispetto all'edizione originale. Dubito che ristamperemo anche i primissimi demo tape però.

Alla luce della vostra nuova evoluzione musicale, come giudicate i vostri primi lavori. C'è qualcosa che cambiereste col senno del poi?

Quando abbiamo ristampato "English Boy Wonders" abbiamo ri-registrato molte parti e fatto anche dei miglioramenti importanti. Le canzoni erano buone ma allora eravamo un po' a corto di soldi che abbiamo speso per finire l'album in qualche modo. Così è stato positivo poterci rimettere mano. Per quanto riguarda lo stile della nostra musica degli inizi, mi piace. Eravamo giovani e inesperti, così alcune parti sembrano un po' poco sviluppate ma tutto è migliorato con l'evoluzione della nostra musica.

Che spazi riuscite a ricavarvi nella attuale scena prog inglese? Vi sembra che in qualche modo il pubblico stia reagendo positivamente a proposte che come le vostre tentano di elevarsi un minimo dalla media?

Siamo stati un pesce piccolo per lunghi anni ma tutto è iniziato a cambiare ed i Big Big Train hanno un profilo relativamente alto per una prog band. L'atteggiamento verso questo genere in Inghilterra è stato sprezzante fin dai tardi anni '70 ma anche questo sta cominciando a cambiare. Il Prog non è più la musica che nessuno si azzarda a nominare.



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