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ALBERO DEL VELENO Francesco Inglima
 

Una delle sorprese più interessanti del prog italiano 2013 è stato certamente l’Albero del Veleno. Una band che ha saputo recuperare una tradizione italiana prog/horror seguendo le orme di musicisti come Goblin, Fabio Frizzi, Libra, etc… Ho avuto quindi modo di fare una bella chiacchierata, spaziando anche in contesti extra musicali, con il batterista e fondatore della band Claudio Minati.

Come è nato l'Albero Del Veleno?

Nel 2010 Nadin, la nostra tastierista, mi fece sentire due pezzi di solo piano che aveva composto e mi colpirono perché erano allo stesso tempo melodici e dall'anima fortemente malinconica. Mi venne subito l'idea di fare una band che seguisse quello stile, aggiungendoci strumenti ma non cantanti, doveva essere solo la musica ad esprimere i concetti. Alla batteria e alle tastiere affiancammo quindi chitarra, basso e flauto traverso; mancava però ancora qualcosa al nostro sound, così decidemmo di aggiungere la viola per chiudere il cerchio.
“Presenze dal passato”, brano contenuto nel nostro album “Le radici del male”, è uno dei due pezzi che Nadin mi fece sentire il giorno in cui è nata l'idea, al quale è stata aggiunta unicamente la viola.

Ciò che sorprende della vostra musica è la forte capacità descrittiva. Come avvengono le vostre composizioni? E' la musica che nasce dalle immagini o viceversa?

I nostri pezzi hanno un tempo di gestazione mediamente lungo e travagliato, perché siamo maniacali sia nell'intreccio della struttura che nella ricerca dei suoni, senza contare che spesso, dopo che un suono è stato messo su un brano, ci rimettiamo nuovamente le mani, talvolta fino a stravolgerlo del tutto. Non abbiamo scadenze, preferiamo lavorare lentamente e in modo critico; cosa non semplice poiché quando si scrive materiale proprio tutto sembra subito bello; troviamo invece sia importante riascoltarsi per vedere se ci sono parti sottotono, così da arrivare ad un risultato che ci soddisfi pienamente. Se poi la cosa piace anche a chi ci ascolta tanto meglio!
Riguardo a chi nasce prima tra immagini e musica dipende, a volte partiamo da una base musicale che con l'evolversi ci suggerisce scene a livello visivo, altre ci viene in mente un soggetto cinematografico e di conseguenza scriviamo la musica.
“Le radici del male” ha al suo interno cinque brani nostri più un medley delle colonne sonore scritte da Fabio Frizzi di alcuni dei film più importanti di Lucio Fulci. Le nostre cinque composizioni hanno tutte un soggetto e una sceneggiatura. L'idea iniziale era quella di fare un'uscita CD + DVD con un cortometraggio per ogni brano, ma dati i costi della parte visiva abbiamo potuto realizzarne solo uno, “Un altro giorno di terrore”, che oltre ad essere presente nel CD come traccia multimediale potete vederlo su YouTube.

Come mai la scelta di abbinare il prog ad atmosfere horror?

Innanzitutto ci tengo a precisare che non abbiamo mai deciso di suonare prog, come ho accennato prima tutto è nato da idee sparse e l'unico scopo per noi era creare musica strumentale che fosse inquietante e malinconica; evidentemente quel genere ci è venuto fuori in modo naturale senza averci mai pensato e proprio per questo non ci sentiamo una band prog, non sappiamo cosa verrà fuori dai pezzi che scriveremo. Infatti già il nuovo materiale su cui stiamo lavorando tocca anche altri generi, dal metal all'ambient, dal sinfonico al post-rock, senza comunque snaturare il sound del nostro primo album.
L'abbinamento della musica alle atmosfere horror nasce dalla mia passione per quel genere cinematografico, unire le due cose era da tempo il mio chiodo fisso. Cinema e musica vanno da sempre a braccetto, ma il fatto di essere noi stessi a scrivere le sceneggiature oltre alle partiture è una sfida che ci ha intrigato.

E' una scelta che si protrarrà anche nei prossimi album?

Sicuramente, anche se la realizzazione della parte video dipenderà dal budget a disposizione. Ho scritto due soggetti per lungometraggi e puntiamo a scriverne la colonna sonora, il risultato porterebbe a film muti scanditi dalla nostra musica. Si parla di cose molto, forse troppo ambiziose, ma noi ci proviamo e intanto stiamo aspettando delle risposte da case di produzione cinematografica. Riuscire a realizzare la cosa significherebbe per me coronare un sogno, la mia vita è a base di cinema e musica.

Come è nata la collaborazione con la Lizard?

Mandai il materiale a diverse etichette, Loris Furlan non fu il solo a risponderci, ma ci colpì il suo entusiasmo nei confronti della nostra musica. In più Lizard è un nome storico del prog rock in Italia e non solo, siamo onorati di questa collaborazione.

Vista la vostra propensione cinematografica, vorrei approfittarne per fare qualche domanda sull'argomento. La prima è forse un po' banale, ma di quale film vi sarebbe piaciuto fare una colonna sonora?

Di un film ancora non uscito, perché colonne sonore di capolavori come “Profondo rosso”, “Cani arrabbiati” o “...E tu vivrai nel terrore – L'aldilà” è bene che le abbiano scritte i veri autori, stiamo parlando di geni assoluti e mai riuscirei ad immaginare tali pellicole con un'altra musica.

Quali sono i vostri registi preferiti?

Per quanto mi riguarda, parlando prettamente di thriller e horror, sono legato in modo indissolubile all'Italia: Mario Bava, Lucio Fulci, Dario Argento, Aldo Lado, Massimo Dallamano, Ruggero Deodato, Joe D'Amato e molti altri.
La mia passione per il cinema però non si limita a quel genere, tra i i miei registi preferiti ci sono sicuramente David Lynch, Krzysztof Kieslowski, Ingmar Bergman, Sergio Leone, Werner Herzog, Quentin Tarantino, Elio Petri, Fritz Lang, Ken Loach, Edgar Reitz, Stanley Kubrick, Sidney Lumet, Pietro Germi, Emir Kusturica, Friedrich Wilhelm Murnau, Alejandro Gonzalez Inharritu, i fratelli Dardenne. Potrei continuare per molto, questi sono solo i primi che mi vengono in mente.

Secondo voi qual è il motivo della scomparsa del cinema horror e più in generale del cinema di genere in Italia?

I fattori sono molteplici, ma penso che la colpa sia soprattutto delle case di produzione, che dagli anni '70 calcavano la mano sui film che avevano incassato di più e ne producevano cloni su cloni. In particolar modo lo spaghetti western, la commedia all'italiana, i poliziotteschi e gli horror sono stati spinti all'inverosimile, con la loro inesorabile disfatta. Così anche le pellicole davvero valide, come ad esempio il capolavoro “Il grande silenzio”, non hanno trovato il giusto riscontro perché immerse da infinite inutili uscite. Ora poi è il disastro più completo, in Italia vengono spinti solo pessimi film per adolescenti e stupide commedie. I registi più conosciuti sono quelli di ridicole fiction o cinepanettoni e gli “attori” vengono presi da programmi televisivi. Qui però la colpa è anche del pubblico che vuole tale scempio e lo finanzia.

Ritornando invece alla musica, come mai invece i gruppi giovani prog vengono sistematicamente ignorati, mentre le vecchie glorie che ripropongono sempre le stesse cose continuano ad avere un successo notevole?

Questo è ciò che accade in tutto il panorama rock in generale, non solo prog: se una vecchia gloria fa un disco a distanza di 30 o 40 anni dal debutto viene considerato un capolavoro anche se non ha idee, in più le etichette preferiscono investire sul sicuro anziché spingere il nuovo. Il risultato è la stagnazione completa. Non a caso, cinema e musica vanno di pari passo. Per trovare roba valida bisogna andare nel più mero underground.

Quali sono i gruppi che più amate?

Veniamo dai più disparati generi, io ad esempio sono legato al metal estremo (death, black, grind), gli altri spaziano dal blues al prog, dal post-rock all'ambient. Per questo non abbiamo mai avuto una linea precisa sul genere da fare, convogliamo i nostri gusti e sperimentiamo insieme.


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