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FEAT. ESSERELA' Francesco Inglima
 

Squillino le trombe! Rullino i tamburi! In situazioni come queste c’è poco da fare i modesti.
Questa volta Arlequins ha realizzato uno scoop davvero esclusivo, grazie ad un’intervista che nessuno ha mai osato concepire in tutta la storia della musica.
Possiamo anche non gongolare per il fatto che è la prima intervista ufficiale dell’Esserelà, front-man della bravissima band bolognese feat. Esserelà che, con il loro disco d’esordio “Tuorl”, ha realizzato uno dei debutti prog più interessanti degli ultimi anni. Tuttavia dobbiamo vantarci spudoratamente di essere stati i primi ad intervistare ad un manichino (ebbene questo è l’Esserelà) e soprattutto di essere stati i primi ad aver realizzato un’intervista telepatica.
Per questo motivo non possiamo non ringraziare gli altri componenti della band che hanno interpretato le onde cerebrali dell'Esserelà, altrimenti muto.



Ringraziandola cortesemente della disponibilità concessami, inizierei col chiederle gentilmente di presentarsi ai nostri lettori: chi è l’Esserelà? qual è il suo ruolo all’interno della band?

Mi presento, son un Essere
che di storie ne ha da tessere:
giaccio in fondo a una cantina,
di anni ne ho una quarantina,
fondo tutta l'esperienza
sull'intrinseca demenza
che di certo si confà
a chi resta sempre là.
Sono il capo e l'ideatore
delle musiche l'autore,
scrivo testi introspettivi
e passaggi proibitivi,
quindi affido tutto al trio,
ché di braccia non ne ho io,
per trasmettere nel mondo
il mio ego assai profondo.

Grazie per la presentazione; adesso, giusto per completezza, mi può presentare anche quei tre ragazzotti che suonano con lei? Con che criterio li ha scelti?

Ve li dico in alfabetico
ché mi sembra ben più etico:
primo ecco il tastierista,
ingegner non strutturista,
il cui nome è Cesco Ciampo,
pur fa il basso senza scampo;
segue a ruota il gran chitarro
vien da ambiente un po' tamarro,
ma il metallo ha abbandonato
io lo chiamo “buon Renato”;
giunge infine Lolli Muggia,
batterista, mai s'appoggia,
benché un poco ipocondriaco,
il suo suono è afrodisiaco.
Il criterio è inesistente,
io cercavo della gente:
giunti son alla mia porta,
io di testi avevo scorta.
Quindi io li musicai
ed al trio poi l'insegnai:
ecco il feat. che me li suona
ed il prog di nuovo tuona!

Per quel che ne so io, lei è il primo manichino front-man di una band. Come mai questa scelta inusuale? E’ stato vittima di discriminazioni dovute alla sua “diversità”? Cosa si sente di consigliare a tutti i manichini che vorranno intraprendere la stessa sua strada?

Non è scelta inusuale,
per noi credo sia normale:
io sentii cantare Renna
ed è un suono che scotenna.
Molto dura è questa strada,
la consiglio a chi non bada
alle discriminazioni,
alle critiche e avversioni.
Molti front-man mi hanno detto:
“Canti male, sei un inetto!”
Non dovete dargli retta,
testa bassa, fino in vetta:
miei compagni manichini,
trionferemo sui cretini!

Quanto l’ha soddisfatta un disco come “Tuorl”?

“Tuorl” di certo mi ha persuaso,
più l'ascolto più mi gaso.

Come nascono titoli di brani, talmente idioti che solo una mente superiore potrebbe concepirli, come “/°\ \°/ /°\ \°/ /°\ \°/” , “Stichituffelpa Rampa Esserelà Tum Perugià”, “Don't Leave Your Dinosauri At Home” o anche lo stesso titolo dell’album “Tuorl”?

Certo son complessi assai,
credo io non potrei mai
far dei titoli scontati
con dei pezzi sì intricati!
Primo brano è un disegnino
rappresenta un omarino
che le guance si colpisce
ed un suon si percepisce
(ai concerti lo facciamo
ma chissà se mai vedremo
in tv un annunciatore
che lo faccia con orrore!)/
Il secondo par diarrea,
ma è un'onomatopea
che pronunci sul finale
per un tempo niente male.
Terzo brano è buon avviso,
non dev'esser mai deriso:
tal messaggio fu filmato
su youtube è ben spiegato.(*)
Per concluder la questione,
vorrei fare un paragone:
molti “album” sono simili,
nel pop, poi, indefinibili.
Ma se altro vuoi mangiare,
un bel “Tuorl” ti devi fare!
(*)https://www.youtube.com/watch?v=dvO45Ef1Ot8

Come mai ha scelto di essere accompagnato da un trio senza il basso? Una necessità o una scelta voluta e ponderata?

L'ho cercato con perizia,
mai nessuno che mi sfizia.
Dunque ho preso il tastierista
e la sua mano sinistra:
ogni tanto è in paranoia,
ma per me è una grande gioia!

In “Tuorl” vengono citati come riferimenti la Dave Matthews Band, Stefano Bollani e Debussy. Devo essere sincero che faccio fatica a trovare un nesso convincente. E’ un tentativo di sviare l’ascoltatore o c’è dietro qualcosa di più?

La Dave Matthews fu citata,
con perizia inusitata,
nella quinta mia canzone,
psichedelico viaggione!
Il Bollani in quella dopo
vien ripreso con lo scopo
di omaggiare un grande artista
se c'è plagio fu un svista.
Debussy citiamo in forse,
ai concerti c'è chi corse
trafelato e poi ci chiese:
“hai citato quel francese!”
Noi davvero non sappiamo,
ma nel dubbio, ringraziamo,
ché il citar fu involontario
in quel brano così vario.

Pensa che la sua musica si possa adattare in futuro anche a dei brani cantati?

È così anche attualmente
sono io il gran cantante!
Ma cantare è assai complesso
se quel ritmo cambia spesso
è per questo che per ora
la canzon non fu canora.

Lei dichiara che il genere della sua musica è ProgRockJazzFusionFunkAcid e più o meno queste componenti si sentono tutte. Le varie componenti sono scritte in ordine di quanto siano presenti nella sua musica?

Questa sua interpretazione
frutto è di un'intuizione
che in effetti mai mi posi,
ma che assai sembra si sposi!
Dell'idea io La ringrazio,
or la metto nel web-spazio!

Semplificando possiamo dire che “Tuorl” sia un disco prog ma, a differenza di molti altri dischi prog, trasmette molta energia e una gran voglia di divertirsi. Lei pensa che la troppa serietà e un certo snobismo possa essere uno dei limite della scena prog attuale?

Io lo penso fermamente:
è per questo che la gente
sempre meno il prog ascolta,
credo sia meno coinvolta.
Questo gruppo è assai giocondo,
ma riflette nel profondo
l'unico comandamento
che ci ispira ogni momento:
“Musicista progressivo,
sii tu sempre creativo,
mai ti prenderai sul serio,
altrimenti è il putiferio!”
Il mio gruppo ha recepito,
e col nome mi han colpito:
grande segno di umiltà
è chiamarsi Esserelà!

A settembre aprirete il concerto del ritorno di una band storica del prog bolognese, italiano e mondiale quali i Deus Ex Machina. Essendo concittadini che tipo di legame tu e il gruppo che ti accompagna avete con loro? Che importanza hanno avuto per voi?

Il cantante dei Machìna
ha un negozio di strumenti:
siamo andati stamattina
e ne uscimmo assai gaudenti!
Detto ciò, li amiamo assai,
sono bravi e buongustai,
loro suoni sopraffini
li sentiamo a noi affini.
Condividere è un onore
il loro amplificatore,
a Milano a far casotto
ci divertiremo un botto!
Questa collaborazione
è di gran soddisfazione,
noi speriamo che in futuro
sia un legame duraturo.

Che musica ascolta l’Esserelà?

Un po' di tutto, in verità
(anche i feat.Esserelà!),
ma se devo esser maniaco,
direi forse punk bosniaco.
Poi non posso tralasciare
delle sonorità rare
su youtube le trovi gratis
son le sigla in Virtua Tennis!

Penso che lei sia il primo caso di sex-symbol all’interno del panorama prog italiano. Cosa si prova ad essere considerato tale? Pensa che questo possa far passare in secondo piano le sue qualità come artista?

Questa intrinseca beltà,
tipica di Esserelà,
è normale complemento
del mio artistico tormento.
Sono sexy, questo è certo,
ma lo showbiz io diserto,
perché è vero che son figo,
ma io all'arte non transigo!

Che farà da grande l’Esserelà?

Sono anziano, e tu lo sai!
Quarant'anni ora ho ormai,
e mi urge per il viso
una plastica al sorriso.
Per il resto ho dei progetti,
con orchestre, film, balletti,
ma di certo non vi svelo
tutto quanto a bruciapelo!
Se volete io vi aggiorno,
col mio sito dove sforno
cose idiote in quantità
(cambio metrica altrimenti non ci sta):
ecco dunque dove clicchi per l'albom,
esserela.ilbello.com


Foto dell’Esserelà per gentile concessione di Giuseppe Rado



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