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PRESENCE (SOFIA BACCINI) Giovanni Carta
 

L'ultimo vostro lavoro in studio "Gold", rispetto alle opere precedenti, sembra accostarsi maggiormente verso sentimenti malinconici, in particolar modo credo che la vostra musica abbia abbandonato in parte certe tonalità oscure ed aggressive per lasciar spazio a momenti più riflessivi in particolar modo nei brani più acustici... potresti descriverci in qualche maniera il dietro le quinte di Gold?

GOLD ci è stato ispirato da un racconto di fantascienza scritto da Virginia Stait nel 1932, dal titolo Il Pianeta delle streghe. Era un argomento molto affascinante, quello della magia in un certo senso aliena, che ci consentiva anche di trattare un tema forse un po' insolito... E' una maga la protagonista della storia, e noi abbiamo cercato di darle il carisma ed il rango di vero leader spirituale e trascinatore di folle, non soltanto presentarla come celebrante di riti esoterici, per quanto terribili e non umani. Quindi abbiamo cercato di rispecchiare quelli che erano i moods presenti nel libro...probabilmente perché anche noi ci sentivamo così.

Tutti i vostri dischi in qualche modo hanno preso la forma di concept-album: il secondo affrontava il tema dell'immortalità sia fisica che spirituale con più di un riferimento alla cartomanzia mentreil secondo si poneva di fronte all'eterno dolore che affligge eternamente l'animo umano. Anche Gold si può considerare un concept a tutti gli effetti?

Sì, naturalmente. Tra l'altro quella del concept è una forma di espressione che ci piace parecchio, perché ti consente di usare brani staccati ma di lavorare su un tema comune, inserendo sia musicalmente che nei testi dei riferimenti che ti permettono di riallacciarti all'intera storia. E' il modo più bello, secondo noi, di fare del buon rock.

Nel secondo brano di Gold, The Conjuration of the Stronghold Lodge, è inserita una serie di dialoghi campionati mozzafiato dal forte taglio cinematografico. Protesti spiegarcene l'origine?

E' uno dei momenti clou della storia, quello a cui ti riferisci. E' una scelta visionaria, per rendere il momento in cui Scarlet, la protagonista, passa dallo stato di essere umano a quello di entità spirituale, attraverso le arti occulte.

Mi ricordo di una vecchia intervista che tu cencessi a Metal Hammer anni fa, allora affermasti che i tuoi punti di riferimento furono artisti come Sonja Kristina, Janis Joplin, Marc Bolan e gruppi del calibro degli Area... Come vedi l'attuale scena progressiva? Ci sono gruppi od artisti che ti hanno recentemente colpito in maniera particolare?

Gli Yes continuano a stupirmi, per la loro longevità e freschezza delle composizioni nonostante la carriera più che ventennale, poi mi piacciono molto i Type 0 Negative e Tori Amos, per citarne alcuni.

Come sta andando dal punto di vista delle vendite il vostro ultimo disco? Mi pare che dal punto di vista distributivo, rispetto a qualche tempo fa, siate sistemati piuttosto bene! E' possibile aspettarsi un vostro tour attraverso la penisola?

Le vendite stanno procedendo bene, è chiaro che i nostri dischi non vendono per un mese e basta... Black Opera, per esempio, è uscito 5 anni fa e continua a vendere, mentre la Black Widow sta pensando alle ristampe di Makumba e di The Sleeper awakes proprio in virtù delle richieste che ancora riceve. Per quanto riguarda il tour, non è semplice organizzare qualcosa di fatto bene, pare però che finalmente le cose si stiano muovendo positivamente in questo senso.

Tralasciando un attimo l'elemento sinfonico che caratterizza in buona parte la vostra musica, sottosotto mi sembra che i Presence stiano cercando di scoprire, e con un certo successo direi, il segreto di uno dei gruppi hard rock più enigmatici della storia della musica: i Led Zeppelin. Esiste un legame spirituale che vi riconduce ai loro dischi o si tratta semplicemente di un amore sbocciato al primo ascolto di brani come The immigrant song con relativo headbanging??? :-)))

I Led Zeppelin fanno parte della nostra storia personale, ed il solco che hanno lasciato nella storia della musica moderna è paragonabile a pochi...nel rock in particolare è difficile trovare qualcosa che loro non abbiano fatto prima degli altri e meglio degli altri.

Parliamo un attimo della suite A Giuseppe Verdi contenuta nel vostro terzo lavoro Black Opera. Cosa vi ha spinto ad effettuare una scelta tanto azzardata?

Siamo degli appassionati di lirica. Il messaggio di Verdi ci sembrava più che mai attuale, sia nella musica che nelle tematiche. Era una scelta azzardata solo concettualmente, ed era proprio questo pregiudizio che volevamo eliminare. Verdi è un autore dalla potenza drammatica travolgente, ed era questo aspetto della sua musica che noi volevamo portare agli appassionati di rock. Il risultato è stato di una modernità eccezionale, eppure ti assicuro che non abbiamo cambiato né le tonalità né le armonie...semplicemente abbiamo usato i nostri strumenti, ed il nostro modo di sentire le sue romanze.

Per concludere, cosa ci riserveranno in futuro i Presence? E' possibile aspettarci una svolta maggiormente orientata verso il lato acustico della musica (e magari con la collaborazione di un'orchestra come accadde in The Sleeper Awakes)?

In questo momento stiamo pensando che il nostro prossimo lavoro potrebbe essere un disco dal vivo. Ma abbiamo in cantiere una serie di progetti su vasta scala, magari anche un'altra collaborazione illustre dopo la sezione d'archi del Teatro S. Carlo, oppure un DVD... sarà la musica, come sempre, a guidarci.

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