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STOLT, ROINE Alberto Nucci e Jessica Attene
 

Perché Tomas e Michael non hanno partecipato a questo vostro mini-tour?

Tomas è in tournée con una compagnia teatrale (ha un contratto con loro), così abbiamo Robert a sostituirlo. Michael sta lavorando in una sorta di grosso luna park al centro di Stoccolma; gestisce anche un paio di palchi, così può ospitare artisti di vario genere e musicisti. Ci ricava bel denaro! E Jonas suona con noi al posto suo.

Ci spieghi come fai a podurre album (doppi per di più!) a ritmo così serrato?

Non è assolutamente un problema per me comporre musica. Tutto scaturisce dal mio animo velocemente e con naturale semplicità. Ciò che richiede maggior spesa di tempo ed energia è il lavoro di produzione e registrazione. Pensa... Golden dream, un brano di circa un'ora, è stato scritto da me e Tomas Bodin in circa dieci giorni e ci sono volute settimane e settimane per registrarlo, abbiamo mille e mille dettagli da far quadrare!

I vostri pezzi scaturiscono da delle session comuni?

Per scrivere Golden dreams Tomas ed io ci siamo incontrati nel mio ufficio e abbiamo lavorato per circa 7 giorni con chitarra e pianoforte. Altre canzoni sono state composte con computer e tastiere. A volte presento le mie idee a Tomas e ci lavoriamo su creando qualche arrangiamento, poi inviamo dei demos a Jaime, che vive nel sud della Svezia, che incide le tracce di batteria, poi continuiamo via via aggiungendo le parti vocali, la chitarra acustica, gli effetti sonori... Così non ci riuniamo in una sala prove ed improvvisiamo i nuovi pezzi. E' come se scegliessimo fin dalle primissime fasi le canzoni che prenderanno forma definitiva nell'album.

Ma non credi che sia una scelta penalizzante pubblicare un album doppio all'anno? Non rischiate di annacquare i vostri album, se capisci ciò che voglio dire?

Capisco che per molti sarebbe più logico pubblicare un album singolo l'anno o un album doppio ogni due anni. So che secondo alcuni non dovremmo incidere certe canzoni, lasciando la precedenza solo ai grandi pezzi prog. Ma questo è il genere di musica che vogliamo fare. Ci piace il prog più complicato, le vecchie melodie basate sulla tradizione beat, le pop-songs anni '70 ed altri spunti interessanti. Sarebbe di sicuro più noioso scrivere soltanto pezzi seri e complessi. Mi piacciono i King Crimson più ostici, gli Yes, ma ascolto anche la musica beat, il pop e le canzoni molto semplici. Così nei nostri album ci sono pezzi come Dreams e anche altre canzoni variamente assortite... e così va a finire che pubblichiamo un altro doppio album!

Davvero...?!?

Credo che pubblicheremo un live album quest'autunno con un'etichetta tedesca, la Inside Out. L'etichetta è la stessa che si sta occupando del supergruppo che io, Mike Portnoy, Pete Trewavas e Neal Morse abbiamo formato.

Ah...! Puoi dirci di più su questo progetto?

Sono stato negli USA due settimane fa. Abbiamo fatto delle registrazioni a new York. Il lavoro di composizione è stato fatto fondamentalmente da Neal; io ho contribuito con alcuni pezzi. Mike Portnoy ha voluto realizzare una cover dei Procol Harum.... amo quella canzone! L'album verrà pubblicato in ottobre-novembre... e sembra estremamente interessante.

Come si chiamerà il progetto?

Non abbiamo ancora un nome, ne abbiamo ipotizzati un'infinità, cerchiamo un nome bizzarro e psichedelico, ma dobbiamo fare in fretta perché dobbiamo lavorare per la copertina.
Strano che uno come Portnoy si tuffi in un progetto di prog tout-court... Mike ha voluto distaccarsi dalle sue impostazioni metal. Ha appena realizzato due album in stile heavy metal e ha suonato coi Dream Theater così tanto tempo... Pensa, la sua band preferita in assoluto sono i Beatles, gli piace incredibilmente lo stile di Bill Bruford, la sua collezione di dischi è molto prog. Così è molto entusiasta di prendere parte a questo progetto.

Non hai mai pensato, tramite la tua etichetta, di produrre altre giovani band svedesi?

Qualcuno me l'ha già chiesto, ma gestire un'etichetta e promuovere i Flower Kings, andare in tour, prendermi cura della mia famiglia, richiede tutto il mio tempo: sono appena tornato da New York per suonare le parti di chitarra del mio nuovo progetto. Lavorare con altre band è molto impegnativo, specie per quanto riguarda le giovani band. Questi gruppi non sono professionali, e occorrono mesi per produrli. poi devo pensare anche all'aspetto economico!

In Stardust we are ci sono molti riferimenti al mondo del circo. C'è un significato in questo?

Cosa...? Non capisco.... [risponde con l'aria confusa e, con l'aria ancora più confusa, anzi, decisamente nel pallone, cerchiamo di spiegarci]

Ci sono diverse canzoni ispirate al mondo del circo...

A-ah...! AAA-AH...!!! Ho capito! [Dopo un paio di minuti di imbarazzo reciproco] Questo perché nella prima traccia canto "I'm a clown in the eyes of the world"... [rivolto più a se stesso che a noi, come se gli avessimo rivelato chissà cosa della sua musica]

Anche la musica ha qualcosa di circense e anche la coloratissima copertina...

Sì... [sempre fra sé e sé] poi abbiamo anche un'altra canzone chiamata Crying clown... e Circus Brimstone!!! Non lo so! Davvero non lo so! Penso che sia solo una coincidenza... Quando canto I'm a clown in the eyes of the world penso più che altro a me, mentre sono di fronte al pubblico. Non voglio certo dire che sono un pagliaccio [ah no...?]. E' solo un modo per tradurre in musica i miei sentimenti... Non so, penso sia una coincidenza [cosa che avrà detto mille volte in due minuti]. Pensa, non sono mai andato al circo da bambino, ci sono andato solo una volta in vita mia e ci ho portato i miei figli. Non lo so!

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