Home

 
STALTERI, ARTURO Francesco Fabbri
 

Perdonami, Arturo, ma in un sito che parla di progressive non posso non chiederti qualcosa a proposito dei Pierrot Lunaire. Quando ebbi modo di conoscerti, mi parevi quasi imbarazzato vedendo il disco omonimo nelle mie mani. Soggiungesti infatti: Beh, il tipo di musica che propongo adesso è molto lontano da quello stile.... A me sembra che questo sia vero in relazione, appunto, a Pierrot Lunaire, mentre "Gudrun" è già più vicino ai tuoi moduli espressivi attuali. Sei d'accordo?

Assolutamente sì! "Gudrun" è un disco a cui sono molto legato, fu realizzato in un periodo di grande serenità e di straordinario affiatamento tra me e Gaio. Inoltre l'arrivo di Jacqueline Darby portò linfa nuova ai Pierrot Lunaire, umana e musicale. Forse qualcosa di quelle atmosfere è ancora presente nella mia musica di oggi.

Ad ogni buon conto, ritengo Pierrot Lunaire un album affascinante proprio nella sua apparente semplicità, e un pezzo come lo strumentale "Ouverture XV" è davvero magnifico. Cosa puoi dirmi della genesi di quella traccia? E comunque, c'è ancora oggi qualcosa che ti piace di quel debutto?

"Ouverture XV" fu uno dei primi brani che Gaio mi fece ascoltare e mi piacque immediatamente. Ben prima dell'incisione del primo lavoro, quando ancora ci chiamavamo Printemps, la suonavamo in una versione piuttosto rock! Ma, in verità, non ho un bel ricordo di quel primo disco, l'atmosfera era molto tesa e non sono particolarmente soddisfatto del risultato...

Esaminando il prosieguo delle vostre rispettive carriere artistiche, mi sono fatto l'idea che nei Pierrot Lunaire convivessero due tendenze predominanti: una più melodica, legata a Gaio Chiocchio, ed una più sperimentale, dovuta a te. E' forse per questo che ad un certo punto ognuno ha preferito proseguire per la sua strada?...

Non direi che Gaio fosse il più melodico e io il più sperimentale, anzi, forse è vero il contrario. Ad un certo punto ci separammo perché io volevo dedicarmi a tempo pieno allo studio della musica classica e al pianoforte come strumento solista, autonomo. Infatti nel 1979 mi diplomai, incisi André sulla luna e per un po' di anni mi dedicai quasi esclusivamente al repertorio classico.

So che purtroppo Gaio Chiocchio da qualche anno non è più con noi. A cosa fu dovuta la sua prematura dipartita?

Gaio ha avuto un infarto in una torrida estate di alcuni anni fa...

A proposito del concerto che hai tenuto a Firenze alla libreria City Lights qualche anno fa (tournée di Circles), oltre all'aspetto puramente musicale dell'evento io ho molto apprezzato anche le introduzioni che tu facevi prima di ogni pezzo, spiegandone caratteristiche, particolarità in chiave di arrangiamento e quant'altro. Dato che tu sei anche un quotato critico musicale (Radiotre, Radio Vaticana ecc.), puoi senz'altro rispondermi con competenza su un argomento che mi sta molto a cuore. Non credi anche tu che troppa gente si ritrovi ad ascoltare solo spazzatura a causa della propria mancanza di cultura a livello musicale? Cos'è che secondo te impedisce un vero insegnamento della musica nelle scuole?

Io credo che il motivo per cui questo è un paese di incolti dal punto di vista musicale è da imputare in parte ai governi passati e presenti (nessuno escluso) che hanno tollerato o favorito l'ignoranza nei vari campi della cultura, complici i mezzi di informazione da sempre asserviti ad una strategia di disimpegno (non tutti, ma soprattutto quelli che contano, purtroppo).
Inoltre non c'è dubbio che la maggior parte degli italiani ha evidentemente poco rispetto di sé, dal momento che si nutre di mediocrità... anche perché non è così tremendamente difficile trovare qualcosa di meglio da ascoltare, se lo si vuole fare: basta cercare. Io ricordo sempre che quando passai in terza media mi chiesero di scegliere tra l'educazione fisica e l'educazione musicale (nel senso che una disciplina escludeva l'altra), io naturalmente scelsi la musica, anche se già suonavo da sette anni... Ebbene, in tutta la mia classe, composta da trentaquattro alunni, fummo solo in due a scegliere la musica. Questo la dice lunga...

Semplice la domanda, difficile (forse) la risposta: com'è che definiresti il minimalismo e l'ambient? Perché questi stili musicali ti attraggono così tanto?

Il minimalismo mi affascina per questa sua matematica semplicità, così legata anche all'aspetto magico della musica, mi piace la sua lineare economia di mezzi... ottenere il massimo con il minimo... La ambient music rappresenta una diversa dimensione sonora, un paesaggio nel quale immergersi. In questo senso trovo paradigmatico "On Land" di Brian Eno, da lui stesso definito un vero e proprio luogo fisico. Ascoltando il disco sembra di compiere un vero e proprio spostamento nello spazio, fino al raggiungimento di una meta.

Nel tuo primo disco da solista, "André sulla luna", il minimalismo spesso e volentieri si estrinseca con sonorità elettroniche. Per caso Terry Riley era fra i tuoi ascolti preferiti, in quel periodo?

In quegli anni ascoltavo molto Riley, Glass e Reich, ma per Terry Riley avevo in effetti una vera e propria predilezione.

Veniamo al tuo recente, bellissimo "Rings". Da dove ti è nata l'idea di un concept su Tolkien? Sei per caso un appassionato di saghe fantasy?

E' dal 1974 che volevo mettere in musica la Trilogia! Ho impiegato qualche anno... Amo la letteratura fantastica in generale, anche se credo che Il signore degli anelli sia un libro molto reale.

Nella mia recensione di "Rings" ho scritto che di questo lavoro è da apprezzare la compenetrazione del modulo minimale con quello celtico, e che ciò avviene con una notevole coralità espressiva. Ho detto bene? Ci sono altre peculiarità dell'opera che vorresti qui sottolineare?

La tua analisi è perfetta: in più trovo che ci sia anche un po' di progressive. Ad esempio, Cavalieri neri è stata scritta nel 1979! Inoltre ci sono due canzoni... questa è una novità.

Per definire certe tue sfumature compositive e/o esecutive spesso si parla anche di new age. Ricordo che Florian Fricke dei Popol Vuh non amava affatto essere inserito in quel calderone, per lui evidentemente troppo spesso ripieno solo di corrive dozzinalità. Tu provi il medesimo fastidio oppure accetti di buon grado anche tale etichetta?

All'inizio il termine new age non mi dispiaceva, il problema è che la definizione è talmente ampia e aperta da aver incorporato nel tempo miriadi di mediocri musicisti che ne hanno danneggiato l'immagine! Ora mi infastidisce notevolmente...

Talvolta mi capita di leggere che quel certo tuo disco sarebbe il più minimale, quell'altro il più etnico, quell'altro ancora il più new age. Personalmente non rilevo poi tutti questi stacchi così netti all'interno del tuo percorso artistico, il quale ha piuttosto seguito, negli anni, una graduale e logica evoluzione...

Sono d'accordo.

Tu hai comunque frequentato anche alcuni giri che contano, ad esempio suonando o curando gli arrangiamenti per Mario Castelnuovo, Grazia Di Michele, Amedeo Minghi. Che idea ti sei fatto di quel carrozzone?

Un'idea pessima! A parte pochissime persone di valore, è veramente un carrozzone dove regnano la presunzione più becera e una profonda ignoranza in campo musicale.

Concludiamo con alcune curiosità. Ma quanti anni hai? Nelle foto sembri sempre un ragazzo; hai per caso qualche segreto? Pratichi degli sport? Segui una particolare alimentazione? Oppure ancora ti servi di tecniche e/o filosofie per rilassarti, così da poter eseguire quelle reiterazioni che il minimalismo prevede senza uscirne pazzo?... :-)

Vado a nuotare tre volte alla settimana e pratico il training autogeno, adoro il Natale, i Rolling Stones e Totò. Cerco di mantenere vivo quel senso di affascinato stupore che mi accompagnava da bambino. Per quanto riguarda la mia età, ho anni a sufficienza per poter festeggiare, l'anno prossimo, il trentennale della mia attività discografica.

Italian
English