Una storia veloce da "The wedge" ad oggi.
Alan Reed: Dopo quel disco rompemmo il contratto con la EMI poiché eravamo molto scontenti del nostro trattamento. Continuammo a suonare per altri due anni, poi un bel giorno finirono i soldi e dovemmo interrompere. Io decisi di lasciare (per tentare la carta dei MARILLION - ndA), ma siamo sempre rimasti in contatto. Due anni fa abbiamo deciso di ricominciare. L'unico problema è quello della distanza: io e il tastierista viviamo a Londra, gli altri in Scozia. Dobbiamo lavorare tramite telefono ed invii di cassette.
Cosa avete intenzione di fare coi pezzi dei demo-tapes "Voices in the dark" e "Sketches"?
Riprenderemo alcune idee lì accennate e forse riproporremo due pezzi per intero: "Hide and seek" e "Ghosts". Le versioni su "Sketches" sono solo delle idee, delle prove; sul nuovo album saranno molto rielaborate. Cercheremo, per questi e per i pezzi nuovi, di creare qualcosa che abbia come punto di partenza la musica di "The wedge", ma che sia molto più raffinato.
Il vostro ritorno ha un connotato professionale o è solo frutto della passione per la musica?
Noi tutti abbiamo lavori che ci permettono di vivere, ovviamente. Abbiamo deciso di fare ancora qualcosa assieme per pura passione. Se poi c'è anche da farci un po' di soldi, va bene.
Per quale etichetta uscirà il vostro disco?
Sarà praticamente autoprodotto: vogliamo cercare di mantenere il controllo di tutto. Per ciò che riguarda la distribuzione pensiamo di non avere problemi perché adesso, a differenza di 6-7 anni fa, esiste una rete di distribuzione europea (Musea, SI Music...), dato che il Progressive è ora molto più seguito, grazie anche a riviste come le vostre.
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