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FOSSATI, BAMBI Francesco Fabbri
 

Dunque, Bambi, che ti eri rimesso a suonare non era certo una novità...

In realtà non avevo mai smesso. Solo che ho continuato ad esibirmi nei clubs o in posti tipo quello di stasera, non prestandomi mai a determinate operazioni commerciali o di tendenza. Per me, anzi, le mode sono la negazione stessa dell'arte, in quanto ti costringono a prendere come ispirazione solo certe fonti, castrando la tua fantasia. Ricalcare gli stereotipi è sempre limitante.

Negli anni 70 venivate inseriti sicuramente nell'ambito del rock progressivo.
Ti riconoscevi in quella corrente, oppure pensavi che ciò potesse circoscrivere in modo eccessivo il vostro progetto musicale?


All'inizio eravamo perfettamente consapevoli di far parte di quel movimento, ma poi, andando avanti, quest'etichetta ci è venuta un po' stretta. Per me rock progressivo significava portare avanti un discorso, non certo farlo diventare un genere rinchiudendolo in un ghetto, trasformandolo in rock sinfonico. Questa è stata per me la rovina del rock progressivo! Appena mi sono accorto di questa cosa, ho detto: fermi tutti, io non sto da nessuna parte. Io faccio pezzi hard rock, blues, magari saltando anche di palo in frasca come risulta tipico in un determinato progressive, ma senza autolimitarmi in nessun senso.

C'erano dei gruppi italiani, all'epoca, che tu prediligevi o che sentivi comunque abbastanza vicini al tuo modo d'essere?

Certamente: gli Area, i Napoli Centrale... in un primo tempo anche gli Osanna. Fra i gruppi minori, ricordo la Raccomandata Ricevuta Ritorno.

E fra quelli esteri?...

Oh, ce ne sarebbero... I Gentle Giant, in un certo senso i Jethro Tull... Poi i Roxy Music, i Van der Graaf Generator a cui noi abbiamo fatto da spalla… Peter Hammill è un artista incredibile, davvero bravo!

Analizzando i due albums "Nuda" e "Astrolabio", troviamo diverse analogie, ma anche molte differenze. Il primo è un disco più viscerale; il secondo pare lasciare maggior spazio all'improvvisazione...

...C'è anche più psichedelia. In una facciata (Sette?) abbiamo voluto proporre il lato più hard di questo genere; l'altra (Madre di cose perdute) presenta invece l'aspetto più vagheggiante ed onirico. D'altronde, noi abbiamo sempre cercato di non fare un disco uguale all'altro.

A questo proposito, mi sembra che Bambi Fossati e Garybaldi segnasse un certo ammorbidimento del vostro sound...

E' esatto. Lì abbiamo proprio voluto fare l'esperimento di creare delle canzoni, cosa che non avevamo mai tentato in precedenza, a parte il disco dei Gleemen, che peraltro era assai più duro negli arrangiamenti. Abbiamo provato ad essere più leggibili, abbandonando le suites di Nuda, Astrolabio e Bambibanda e Melodie. Bisogna cercare delle novità, sennò si diventa dei bottegai della musica, continuando a fare dei vasi sempre tutti uguali... Con tutto il rispetto per l'artigianato, l'arte e quindi la musica è un'altra cosa. Bisogna saper rischiare, e magari patire le conseguenze delle proprie scelte, com'è toccato a me... Nonostante io abbia fatto diversi dischi, e ne abbia anche venduti tanti, non sono mai stato a Videomusic o da Pippo Baudo, perché non me ne frega niente di quelle situazioni.

Il blues e Jimi Hendrix: pur nell'evoluzione, due punti fermi nella carriera di Bambi Fossati...

Guarda, da ragazzo io sono sempre stato estremamente attento e sensibile al mondo e ai problemi sociali, però mi mancava la chiave per poter esprimere ciò che avevo dentro. Hendrix e il blues mi hanno fornito il linguaggio in questo senso: senza di loro, forse non sarei mai riuscito a comunicare agli altri le mie sensazioni interiori... Pur senza copiare, è normale che ci siano dei punti di riferimento, dei maestri a cui ispirarsi; anche Van Halen ha detto esplicitamente di aver preso tutto da Hendrix! Quando tu possiedi delle idee, hai comunque bisogno di qualcuno che ti insegni come mettere in pratica ciò che ti frulla in testa. I grandi della musica rock del Novecento hanno permesso tutto ciò: Santana, Pink Floyd, Hendrix, Cream, Eric Clapton, Jeff Beck, Blackmore...

Mi sembra di capire che, per te, l'emozione e il feeling vengano prima di ogni altra cosa. E questo nonostante il fatto che tu sia senza dubbio uno dei chitarristi italiani tecnicamente più preparati...

Innanzitutto ti ringrazio per il complimento; comunque hai detto bene: io metto la tecnica al servizio di quello che voglio esprimere, mai il contrario. Non mi interessano gli sterili sfoggi di bravura!

Tornando a ciò a cui accennavamo prima, l'evoluzione del rock, dal 77 ad oggi, ha un po' confinato il prog nell'underground...

Per me la colpa è del prog stesso. Ad un certo punto, per poter dire qualcosa dovevi per forza passare attraverso determinati canoni artistici. Se avevi in testa un'idea, era necessario piazzarci dentro venti stacchi, perdendo di vista la spontaneità, il concetto stesso che volevi esprimere inizialmente. Oggi che abbiamo una parte di rock molto bella, molto istintiva, non ha senso ricercare inutili astrusità che finiscono col risultare troppo barocche, addirittura kitsch.

Cosa ascolti, attualmente?

Beh, tutto questo nuovo rock che c'è ora in giro è sicuramente interessante. A cominciare da Seattle, dove apprezzo più il versante Soundgarden che non quello Nirvana. Poi direi Faith No More, Red Hot Chili Peppers. A volte non disdegno affatto di ascoltare un po' di thrash, di metal, ma la musica in verità mi piace tutta. Ecco perché gradisco anche Astor Piazzolla.

Nelle tue composizioni c'è sempre stata una duplice faccia: da una parte quella seria, normale; dall'altra una giocosità, una voglia di scherzare forse assente in altri gruppi... Non è che vi considerate dei precursori degli Skiantos?...

Ah, i grandi Skiantos! Beh, io sono proprio fatto così: ho l'esigenza di esprimere sia la professionalità, sia quella allegria che magari non posso comunicare in altri campi.

Cosa vi riserva il prossimo futuro?

Abbiamo il nostro produttore, che è Giordano Casiraghi, ed andremo a incidere il nuovo long playing che includerà pezzi totalmente inediti. Sarà in parte sullo stile di un hard italiano molto tirato, in parte basato su canzoni rock tipo Nomadi, altra band che amo tantissimo. Il tutto presenterà anche un impegno di un certo tipo.

Oggi fai solo musica?

Sì: la insegno e la suono.

Riesci dunque a vivere non occupandoti di altro...

Beh, ti posso garantire che non ho la Maserati, però non ho neanche i buchi sotto le scarpe! Mi va bene così: come t'ho detto, ho fatto delle scelte, quindi a certe ribalte non sono arrivato.

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