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MALOMBRA Massimo Costa
 

Allora Mercy, come si sono formati i MALOMBRA?
All'inizio dell'estate del '92. Era un periodo sciatto e confuso, ma, dal momento che avevo composto del materiale che reputavo passabile, pensai che il fatto di tornare a far parte di una band avrebbe potuto sortire qualche effetto positivo. Contattai una mia vecchia conoscenza, Fabio, un ottimo tastierista; in seguito, mediante un'inserzione conoscemmo Matteo e Mario, giovanissimi, interessati al sound di gruppi come KING CRIMSON, AREA, MAGMA, BALLETTO DI BRONZO. Il ruolo di batterista venne rilevato da Luca, che aveva già fatto parte della nostra preesistente formazione (ZEUS N.d.A.). Dopo pochi mesi di prove registrammo, nel corso di un solo fine settimana, la cosa che tu hai recensito su queste pagine.
Dall'ascolto del disco emerge la vostra competente cultura progressive, elemento quest'ultimo assente nei lavori di molti gruppi italiani ed esteri, preoccupati di scimmiottare i soliti MARILLION e IQ. Come la pensi in proposito? E quali sono i tuoi gruppi favoriti?
In un primo momento il mio problema consisteva nel cercare di coniugare talune suggestioni esoterico-naturalistiche proprie di un certo dark-sound anni 70 (COMUS, STEEL MILL, NECROMANDUS, SATURNALIA, DR. Z) con l'aggressiva melanconia tipica di una certa frangia della N.W.O.B.H.M. (ANGELWITCH e TRESPASS in testa). Puoi immaginare l'imbarazzo quando fin dalle prime battute fu chiaro che ogni singolo membro del gruppo perseguiva un suo preciso scopo del tutto dissimile da quelli perseguiti dagli altri. L'alchimia sonora che ne è scaturita, pur se molto lontana dagli intenti originari di ognuno, è stata trovata sufficientemente intrigante da tutti. Certo il tutto dà l'impressione di essere fin troppo ruspante ed i limiti sono evidenti, comunque credo che ciò sia preferibile al puro esercizio calligrafico o, peggio ancora, all'inseguimento del fumo delle varie mode. Non mi meraviglia che i gruppi da te nominati finiscano quasi sempre col licenziare dei lavori interlocutori: è tipico dei mediocri subire incondizionatamente il fascinò dei grandi nomi che, nel bene o nel male, hanno venduto molto.
Ho trovato i tuoi testi un po' difficili. Ce ne vuoi parlare?
Considero i MALOMBRA un gruppo sostanzialmente dark. E' ovvio che l'aspetto musicale risenta di questa propensione e, in eguale misura, dell'influenza che i grandi visionali della letteratura moderna, da Blake a Lautremont, da Artaud a Silvya Plath, hanno esercitato sul mio senso estetico. E' dal saccheggio di questi e altri geni visionali che ho desunto parametri stilistici che mi hanno consentito un approccio credibile a tematiche che da sempre mi ossessionano. Credo che l'assioma sia sempre e comunque uno, un po' come le dodici battute nel blues: il tedio di vivere che non riesce a disgiungersi dalla paura di morire. Tutto parte da lì! La nevrosi, la fuga nel sogno o nella memoria, il rifugio estremo della follia, le esaltazioni mistiche o intellettuali ed il contemporaneo riconoscimento che questi sentimenti sono, in fondo, governati dalla chimica e dalla fisica esattamente come l'istinto all'accoppiamento o alla sopravvivenza. Mi interessano il nomadismo, che considero l'unica forma di società in accordo con le leggi biologiche, ed un certo spirito pagano atto ad individuare la trascendenza nei cicli naturali: come vedi il terreno su cui abbiamo deciso di muoverci è più insidioso di ogni altro. Da un lato, in virtù delle sue radici e dell'urlo della sua tradizione, può farti contemplare l'infinito semplicemente mettendoti di fronte allo squallore, ma basta un minimo errore nell'utilizzo della struttura ed il risultato diventa risibile. Non so, ma un concerto con quattro diciottenni unicamente preoccupati di dare di se stessi un'immagine di messaggeri della fine del mondo attraverso un martellamento di monotono death-metal possa, al massimo, farti venire voglia di prendere a calci un barattolo. Ma gente come i VDGG, i SABBATH, i JOY DIVISION, o Arthur Brown riuscivano a convincerti di poter sputare in faccia a Dio!
Per concludere, cosa bolle in pentola, o meglio, nel calderone sabbatico?
Una mistura assolutamente venefica. Perseguiamo una sintesi alchemica il cui scopo è la trasmutazione dell'operatore stesso. Se ci sarà un MALOMBRA II sono pronto a scommettere che farà traballare anche i più scettici. Molte grazie per lo spazio concessomi.

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