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MALIBRAN Giovanni Baldi
 

I catanesi MALIBRAN sono gli autori di uno dei più bei dischi di progressive del 1990. Dopo aver lungamente atteso la loro seconda opera "Le porte del silenzio" sembra finalmente giunto il momento della sua uscita. Abbiamo quindi pensato di chieder loro qualche notizia circa la loro attività.

Una mia curiosità riguarda il modo in cui i MALIBRAN elaborano e creano i loro pezzi. Quali strumenti usate?
I pezzi vengono fuori durante le prove, sulla base delle idee di qualcuno di noi, rielaborate e aggiustate poi dal resto del gruppo. Le melodie della voce e dei soli vengono solitamente dopo la partitura strumentale, e i testi prendono ispirazione per lo più dalle atmosfere che la musica stessa crea man mano che il brano prende corpo. Gli strumenti che usiamo non sono il nostro primo pensiero, in verità. Cerchiamo di creare un buon sound con quel che abbiamo. Basti pensare che Jerry si produce in arpeggi e solisti scatenati con una semplice chitarra autocostruita, sui resti della sua vecchia Eko... E il suono è magnifico!!!
Mi sembra innegabile che fra i solchi del vostro primo lavoro (il secondo non ho ancora avuto il piacere di ascoltarlo) si respiri un'aria decisamente "anni '70". Vi ritenete influenzati da quel periodo? Se si, da quali gruppi?
Naturalmente è innegabile che il nostro primo disco sia intriso di umori anni 70. E ne siamo contenti, oltretutto, visto che poi è diventata una nostra caratteristica precisa. Ma è stata una cosa spontanea. Quando abbiamo registrato non conoscevamo nessuno dei gruppi prog a cui siamo stati paragonati, specie quelli italiani. Sapevamo davvero poco di rock progressivo, allora, e ci siamo addentrati nel "settore" solo dopo l'uscita dell'album. GENESIS e JETHRO TULL, solo questi sono i nomi che possono averci influenzato. Ma neanche tanto... non basta avere il flauto nel gruppo per essere accostati ai TULL. Ci sembra un po'... superficiale. Il nostro flauto è usato in maniera diversa, tutto qui. Qualcuno di noi poi ama i VAN DER GRAAF, ma la musica dei MALIBRAN, molto solare, ha ben poco a che vedere colle sepolcralità del buon vecchio Peter HAMMILL! Gli accostamenti sono sempre relativi, spesso forzati, ecco tutto. Il nostro suono è anni 70, ma è MALIBRAN.
A questo punto è quindi d'obbligo chiedervi quali sono i dischi che preferite e che ascoltate di più...
Ci piacciono sempre i GENESIS (soprattutto i primi album) i VAN DER GRAAF, le ORME, il BIGLIETTO PER L'INFERNO, la LOCANDA DELLE FATE, i JETHRO TULL, i FAMILY... Ma l'elenco sarebbe troppo lungo e varierebbe per ognuno di noi. CAMEL, KING CRIMSON, GENTLE GIANT, METAMORFOSI, BANCO, PFM, MUSEO ROSENBACH... AAARGH! Basta, non ce la facciamo più!!!
Cambiando periodo, avete qualche contatto con i gruppi progressive di oggi? Cosa ne pensate della scena progressiva attuale e delle opportunità che offre a voi musicisti?
Riguardo ai gruppi di oggi conosciamo tutti quelli coi quali abbiamo suonato e chiacchierato ai Festival Prog vari (Roma, Mondovì...). I GALLANT FARM, che ci fecero dei graditissimi complimenti, i LEVIATHAN, i TALE CUE (abbiamo il loro CD e conosciamo Laura la cantante), i NOTTURNO CONCERTANTE (che a Roma ci definirono "Heavy Prog", nell'89...) i MEN OF LAKE, e naturalmente i nostri conterranei EDITH, coi quali spesso ci si vedeva al nostro posto prova, per allegre improvvisate rock-prog... La scena progressiva attuale farebbe ben sperare, quanto a nuove bands, ma ci sono poche opportunità per suonare e farsi veder in concerto... (a quando qualche altro festival?). Speriamo che qualcuno si renda conto che gli amatori del prog sono più di quel che si crede, e che potrebbero aumentare se si creassero le occasioni giuste!
Volete anticiparci qualcosa riguardo ai contenuti del vostro prossimo CD "Le Porte del Silenzio"?
Qualche anticipazione su "Le Porte del Silenzio"? Beh, soprattutto c'è l'omonima suite di 27 minuti, che portiamo in giro in concerto da qualche tempo, e di cui siamo molto fieri. Ha uno sviluppo interessante, con ogni frammento che si diluisce nel successivo senza sbalzi, e con un tema portante all'inizio, a metà, e alla fine del brano. Il tutto con continui cambi di tempo e di atmosfera, ma senza sbalzi. Non si tratta di cose messe assieme a caso... E alla fine dell'ascolto non sembra neanche che il tutto sia durato la bellezza di mezz'ora! Per quanto riguarda il testo (di Giuseppe, come sempre), si tratta di un viaggio entro la paura di comunicare dell'uomo di oggi, la paura di emozionarsi per non apparire deboli agli altri... col risultato di trovarsi soli con un io inespresso... Queste sono le porte del silenzio. Porte da abbattere, naturalmente.
Se volete dire qualcosa ai lettori, vi lascio carta bianca...
Ne approfittiamo soltanto per dire che il Prog è davvero musica! Non fatevi scoraggiare da chi detesta questo genere. E' pieno di fascino, di immagini suggestive, di melodie piene di magia... E anche di vero rock. (Almeno è così che noi MALIBRAN lo interpretiamo e lo suoniamo.) Senza farsi prendere la mano da cose troppo cervellotiche, e senza atteggiarsi a Prescelti. Ricordandosi che è solo, sempre e comunque rock.

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