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IXT ADUX Brainstorm Madame X 1982 USA
 

Questo disco è la testimonianza materiale di uno degli errori più frequenti della critica e del pubblico progressivo: il considerare il prog-rock come sinonimo di tastiere. Gli IXT ADUX sono, o meglio erano, un quartetto statunitense formato da Daniel Williford, Martin Austin (entrambi chitarre e voce), Erik Miller (basso) e Peter Mehit (percussioni), che con tale strumentazione ha prodotto uno dei migliori album progressive degli anni '80. Sottolineando questo non si vuol sminuire l'importanza assunta dalle tastiere nel definire il genere, ma soltanto ricordare che il prog è soprattutto una filosofìa musicale, prima ancora che una musica caratterizzata dall'uso di certi strumenti, ciò prescindendo anche dall'annosa questione progressive-regressive. Il tenerlo in mente permetterebbe tra l'altro di escludere dal filone numerose band, in esso ricomprese per il solo fatto di presentare qualche stacco di sintetizzatore qua e là... e molti di voi sanno per esperienza quante ve ne siano. Chiuso il preambolo, iniziamo la disamina di questo "Brainstorm", LP datato 1982 e pubblicato per l'etichetta californiana Madame X Records, anche se si avverte l'odore di autoproduzione lontano un miglio. In verità l'intro lascia un po' di stucco: l'urlo di partenza, il cantato rabbioso e i riff frenetici di "Another day in Cleveland" figurerebbero meglio in un disco di garage-rock che in uno, supposto, di progressive... ma ecco che il brano rallenta, la chitarra si lancia in un assolo alla Fripp ed il cantato si fa più dolce introducendo un delicato arpeggio... Il pezzo sembra finito, ma dopo un istante di silenzio la rabbia iniziale torna a comparire. Proprio in questo imprevedibile e quasi zappiano succederei di armonie/disarmonie sta il bello della musica degli IXT ADUX; il gruppo riesce infatti a conciliare con rara maestria situazioni in apparenza del tutto contrastanti: cosi chitarre acide e frippiane lasciano il posto a fragili arpeggi, cantati folli irrompono inaspettatamente nei momenti di commozione, brusche impennate annullano la serenità degli sprazzi più melodici. Il tutto, si badi bene, non è mai casuale, ma finalizzato a creare un qualcosa in grado stupire tenendo però sempre in mente le esigenze della composizione. In questa ottica i brani degli IXT ADUX hanno dunque tutti una loro logica compiuta, forse l'unica eccezione è costituita dallo strumentale "Capriccio", in apparenza studiato appositamente per esaltare le qualità di un bassista dalle doti non comuni. Il risultato finale rimanda, incredibilmente e con le dovute cautele, ai GENTLE GIANT in virtù della complessità degli intrecci strumentali, mentre è quasi una questione formale il paragone con gli ultimi CRIMSON. Rimangono da citare per concludere i tre brani restanti (il disco ne contiene in totale cinque), che sono poi i migliori del lotto. In realtà è come se fossero già stati descritti, presentando ed esaltando tutte le caratteristiche appena illustrate come rappresentative della musica degli IXT ADUX; questo vale in particolare per "Out of rime" e "Foogato" (nel secondo compare anche una tromba), mentre la dolce e bellissima "35,000" si mantiene su toni più delicati, richiamando i momenti più soffusi del Re Cremisi di "Larks tongues in aspic". Chiudo l'articolo nella convinzione di trovarmi di fronte ad uno dei dischi prog più originali ed innovativi degli anni '80. La tempesta mentale annunciata dal titolo rischia davvero di essere la definizione più azzeccata...

Riccardo Maranghi

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