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CAPTAIN BEYOND |
Captain Beyond |
Capricorn |
1972 USA |
Scioltisi gli Iron Butterfly, il bassista Lee Dorman e il chitarrista Larry Rhino Reinhardt si uniscono all'ex Deep Purple Rod Evans (vocalist nei primi 3 lp della band di Blackmore) ed al percussionista di Johhny Winter, Bobby Caldwell, formando i Captain Beyond: tra i solchi dell'Lp edito dalla Capricorn (cult-label in ambito southern rock) scopriamo uno stupefacente e sanguigno hard rock progressivo, creativo e fantasioso, ricco di spunti proto-heavy, caldo e visionario. Apre le danze "Dancing madly backwards", brano in cui la band unisce al torrido southern\boogie un piglio epico che rinvia ai Wishbone Ash e di cui si nutriranno i primi Rush; meravigliosa è "Arm worth", passaggio successivo in cui gli splendidi vocals di Evans legano inediti vagiti space rock a reminiscenze folk, seguita da "Myopic void", perfetta nel confluire armonicamente nella precedente traccia (elemento costante dell'Lp), sognante e corale, emozionante per le visioni pinkfloydiane e la delicatezza genesisiana; straordinario l'improvviso mutamento di rotta nel robusto heavy rock di "Mesmerization eclipse", esempio efficace dei funambolismi di Rhino, della fantasia di Dorman e soprattutto del portentoso Caldwell, pulsante motore ritmico, creativo e roccioso come pochi! Sulle stesse coordinate "Raging river of fear", statuaria dimostrazione di forza ed intelligenza, ricca di svisate, robusti vocals ed un innovativo drumming; segue "Thousand days of yesterdays", aperta dall'evocativa intro e rotta dall'esplosione di "Frozen over", heavy marmoreo di purpliana memoria, conclusa con genialità grazie ad un bucolico e vibrante folk elettrico, ricco di lunatici vocalizzi. Originali le lyrics di Evans, vedi la deliziosa "I can't feel nothing", omaggio al Verbo Hendrixiano denso di frenetica elettricità e di possenza ritmica, interrotto da "As the moon speaks", interrogativo intermezzo dove i Gentle Giant sposano le atmosfere lunatiche e surreali dei Gong, la potenza dei Black Sabbath abbraccia la robustezza di Santana e lo smarrimento cosmico degli Hawkwind; così sino al finale in cui i nostri dimostrano ancora di essere una perfetta ed oliata macchina da guerra, minacciosa nel suo serrato heavy rock, aspro e dannato. I Captain incideranno altri 2 lp (nel '73 e nel '77), pare poi che siano ancora in giro a deliziare fortunati timpani, beato chi li ascolterà... |
Donato Zoppo
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