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GRUPPO 2001 L’alba di domani King 1972 ITA
 

Piero Marras è conosciutissimo in Sardegna ed è forse l’artista che più di ogni altro rappresenta un certo modo di fare musica che mescola la modernità del pop e del rock con il dialetto e le sonorità tradizionali. Ben prima dei Tazenda, negli anni Settanta Marras ha rinunciato a crearsi un seguito a livello nazionale, sacrificando una probabile carriera di cantautore di successo per dedicarsi a scrivere principalmente canzoni in limba aventi come tema la Sardegna in ogni suo aspetto, positivo o negativo che fosse. Il risultato è stato un incredibile aumento di popolarità nell’isola che certamente nel 1972, anno di pubblicazione di "L’Alba di Domani", nessuno si aspettava.
Piero Marras è originario di Nuoro e il suo è un cognome d’arte, usato per sostituirne un altro molto “ingombrante” nella scena musicale sarda: Salis. Con il cognome originale è invece conosciuto il compositore/tastierista/cantante durante la permanenza nel Gruppo 2001.
"L’Alba di Domani" contiene poco o niente di ciò che verrà dopo, essendo legato abbastanza strettamente al rock progressivo che in Italia iniziava il suo periodo di massimo splendore in quel periodo. Questo legame è saldo in realtà solo per il primo brano del disco, oltre sei minuti di musica ricchi delle sonorità ben conosciute dei tanti gruppi storici del periodo. "Maggio" possiede tutte le caratteristiche che ci si aspetta dal prog italiano tradizionale, colpendo l’ascoltatore con l’impatto della sua introduzione strumentale, con tastiere e chitarra elettrica che si scambiano veloci riff e linee melodiche con il flauto. E’ un classico anche il rallentamento che accompagna il cantato, con tanto di sottofondo di Mellotron, prima, e di chitarra acustica successivamente. Cori alla New Trolls e una coda strumentale di due minuti chiudono un brano che spiazza se confrontato con i successivi.
L’atmosfera cambia completamente da "Una Bambina… Una Donna" in poi, diventando più intimista e rilassata, con canzoni perlopiù acustiche e il cui punto debole sono probabilmente i testi, in alcuni casi abbastanza banali. Il prog sembra apparentemente sparito, ma non è importante dato che ci troviamo comunque di fronte a buone canzoni denotanti un ottimo gusto per la melodia. Alcune di queste conservano ancora spunti interessanti e cambi di ritmo che non ti aspetti, come "Era bello insieme a te", che nella seconda parte contiene parti strumentali decisamente prog. Degna di nota "Messaggio", pubblicata anche come singolo, allegra canzone che porta alla mente i primi Delirium, mentre sorprende nuovamente "Volo d’angelo", con un’introduzione quasi ambient che lascia posto alla consueta accoppiata chitarra acustica-voce per poi trasformarsi in un’incalzante cavalcata rock con Hammond, Mellotron e Moog insieme alla chitarra elettrica a chiudere un brano tanto vario ma che supera appena i quattro minuti. La successiva "Padre Vincenzo" torna sui terreni rassicuranti della melodia e sorprende decisamente per il testo, il quale parla dei turbamenti di un prete innamorato che vede la sua parrocchia svuotata dei fedeli indignati, e che alla fine del brano diventerà solamente Vincenzo (non è precisato se per decisione propria o spretato “dall’alto”)!
Chiudono il disco le delicate armonie vocali di "Denise", cantata in inglese, e la traccia che da il titolo all’intero lavoro, con la quale ci tuffiamo nuovamente in territori più sperimentali: ad una prima parte costituita da un testo poetico recitato segue un’altra cavalcata strumentale di breve durata. In coda è presente il minuto abbondante di "Sa Dansa", uno stringato episodio che, come lascia intendere il titolo, è la riproposizione in chiave prog di ritmi e melodie tipicamente sardi. Peccato che il brano duri così poco, un suo maggiore sviluppo sarebbe stato senz’altro interessante.
Un album ben riuscito in definitiva, in bilico tra soft-prog e tentazioni cantautoriali, con alcune “zampate” più coraggiose che ne aumentano piacevolmente la varietà.
L’alba di Domani è l’unico album del Gruppo 2001, che vedrà l’abbandono di Piero Salis nel 1974. I restanti componenti pubblicano ancora qualche singolo prima di sciogliersi definitivamente alla fine degli anni settanta. Piero Salis pubblica un album immediatamente dopo l’uscita dal gruppo (Plancton, a nome Piersalis) e poi inizia la carriera solista come Piero Marras. Negli anni ottanta intraprenderà anche la carriera politica, diventando consigliere regionale col Partito Sardo d’Azione nella legislatura 1989-1994. Ritenterà anche alle ultime elezioni, sempre legato ad un gruppo politico di ispirazione sardista, senza però essere eletto.
"L’alba di domani" è reperibile su CD ad un ottimo prezzo nella ristampa ben realizzata in formato mini LP dall’etichetta coreana Media Arte.

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Nicola Sulas

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