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YS Madame la frontière Philips 1976 FRA
 

Forse il nome di questo gruppo non vi dice nulla ma se vi dicessi che il suo leader è un tale René Werneer (canto, violino, Crumhorn, Tin whistle, dulcimer) dovrebbe iniziare a suonare qualche campanellino nella vostra testa. Evidentemente se siete ancora in alto mare non siete degli estimatori del prog folk francese, lasciate quindi che vi aiuti. La storia di René si intreccia con quella di Gabriel Yacoub (presente come ospite alla chitarra acustica su questo stesso album nella title track): insieme hanno infatti contribuito all'apertura dei primi club e festival folk in Francia e insieme si trovano a suonare, dopo lo scioglimento degli Ys, nei Malicorne. Troviamo René nelle prime formazioni del celebre Alan Stivell ed il suo nome vola oltre la manica e in terra di Irlanda si troverà a suonare con i Planxty diventando un violinista di riferimento in ambito prog folk.
Nel 1975 René fonda gli Ys prendendo con sé alcune leve della formazione di Stivell: Michel Santangeli (canto, batteria, percussioni), che troveremo anche nei Malicorne e nei Ripaille, e Pascal Stive (canto, tastiere). Completano poi la formazione Pierre Chereze alla chitarra e Jacky Thomas al basso, più gli ospiti Jacques Wiederker al violoncello e Jacques Higelin alla fisarmonica nella traccia "Carolan's Farewell"). L'album, registrato nel Natale del 1975, offre un delicato equilibrio di sonorità e melodie che richiamano i motivi della tradizione folk bretone, irlandese e francese, con arrangiamenti complessi, in chiave rock-sinfonica. Colpisce soprattutto l'armonia di queste canzoni, ritmate e melodiche ma delicatamente complesse. Gli elementi sinfonici, di cui il gruppo non abusa, donano a questa musica una veste fresca e vivace ed un appeal irresistibile. L'ascolto è leggero e godibile ma comunque stimolante. Si alternano tracce cantate e strumentali, canzoni liriche e romantiche e balli gioiosi e si arriva praticamente senza accorgersene in fondo all'album.
Il pezzo di apertura, "O' Connell Street" è una Reel, una danza popolare celtica che risale al medioevo e che si sviluppa su tempi binari molto vivaci. L'impressione è che il violinista batta il tempo col piede mentre suona con tanto trasporto e la commistione di strumenti elettrici e acustici rende questo pezzo robusto e di impatto. La successiva "Dentu Ganeme" è la prima delle tracce cantate e si sviluppa in maniera progressiva con begli arrangiamenti sinfonici che fanno pensare a qualcosa dei Gentle Giant. E' la volta della title track che si mette in evidenza per il bel suono del Crumhorn e per le belle parti corali che ripetono a ruota le parole della voce solista. "Captain O' Kane" è una romantica slip-jig che rievoca ovviamente tutto il fascino delle verdi terre irlandesi. E' molto bella la tavolozza sonora scelta per questo brano che fa pensare a qualcosa di antico e prezioso. Il lato A si chiude con la malinconica "Comment vouloir qu'une persone chante…", una ballad romantica che ci riporta alla tradizione della chanson francese. Il lato B si apre con la splendida "Ag Arlane", una laridé, cioè una danza bretone che si accompagna alle strofe cantate laridé e cioè con un intercalare che somiglia al nostro tra la la. Questa in particolare è un'allegra danza nuziale, interpretata con eleganza e con belle parti sinfoniche. "O ya laret em eus" è una breve ballad in lingua bretone che fa leva sul romanticismo dei versi cantati. La successiva "Carolan's Farewell" è una deliziosa traccia strumentale in cui compare una allegra fisarmonica. "Ar gohoni" è una gavotte, danza tradizionale bretone in ritmo binario. Molto belli sono gli intrecci vocali, molto ipnotici, mentre la musica, che presenta una decisa impronta rock sinfonica, è coinvolgente e allegra. Chiude l'album "Ystor", uno strumentale molto evocativo e di grande atmosfera con delicati richiami new age, amplificati dai dolci suoni ambientali. Il basso è in primo piano e sullo sfondo si aprono ampi tappeti di tastiere che rendono questo pezzo davvero unico nel contesto in cui si trova. Si chiude così un disco bello e particolare che non può mancare nella discografia degli amanti del prog folk ma che per i suoi connotati sinfonici e per il suo splendido equilibrio di suoni ed influenze potrebbe fare la gioia di chi si sente legato alle correnti più classiche del progressive rock. Nel 1976 gli Ys si sciolgono: René, che vuole abbandonare il repertorio celtico per dedicarsi alla musica tradizionale francese, entra nei Malicorne, con i quali rimarrà per un anno appena. Il resto della band pubblicherà invece, nel 1977, un secondo album a nome Keris sostituendo René con Patrig Molard che suona flauti e bagpipes. Purtroppo il valore di questo disco, intitolato "Avel vor" ed uscito sempre per la Philips, è molto inferiore rispetto a quello degli Ys. Si viene infatti a perdere quel magico equilibrio fra parti folk, elettriche, sinfoniche ed acustiche che aveva reso grande "Madame la frontière". Per finire aggiungiamo che l'album non è stato purtroppo ristampato su CD ma si può trovare a prezzi tutto sommato contenuti e senza grossi salti mortali.

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Jessica Attene

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