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GENTLE GIANT ROCKS Marco Del Corno
 

Percorso ragionato e un po' casuale alla scoperta dello strumento che tutti posseggono ma che in pochi riescono a suonare.

Sicuramente espressione pura di un genere alla ricerca di quello che c'è oltre alla solita musica, i GENTLE GIANT sono stati dei pionieri nell'uso articolato della voce umana. Sfruttando le 3 voci soliste (Kerry Minnear, Derek e Phil Shulman) fin dagli esordi, la band ha sviluppato un modo di pensare e concepire la musica che richiedeva la sperimentazione sotto ogni punto di vista (quindi anche vocale). Ma andiamo con ordine... L'esempio di cantato semplice e lineare, ma allo stesso modo intimistico o selvaggio a seconda dei casi, si ritrova particolarmente agli esordi del gruppo. "Funny ways" rappresenta bene questa caratteristica, infatti la voce vellutata di Phil si contrappone qui a quella più dura e aggressiva di Derek (...my ways are strange...), creando un effetto ben noto ai fans: una sorta di sdoppiamento tra qualcosa di lineare e qualcosa di più nervoso, saltellante oppure a volte graffiante. Stessa cosa accade in "Think of me with kindness", in cui il gioco di estrema melodia viene interrotto in modo stupendo nella parte centrale. In entrambi i casi comunque è la potenza vocale a fare da supporto al brano e la forza espressiva utilizzata diventa marchio di fabbrica dei GENTLE GIANT. In "Way of life" Derek canta con tutta la sua rabbia e in certi frangenti con un lirismo sopra ogni standard, facendo intuire che la tecnica usata da Kerry e Derek (con Phil prima, e poi da soli) prevede accavallamenti e sdoppiamenti, giocando proprio sulla contrapposizione di stili vocali differenti (vedi "Free hand").
Spesso tale accorgimento è utilizzato per dare enfasi a particolari sezioni dei testi, o per sconvolgere l'ascoltatore con aperture inaspettate. Questo concetto spinge i GENTLE GIANT a sperimentare ulteriormente, ritrovandosi qualche volta a dover utilizzare effetti particolari sulla voce per ottenere il risultato voluto. Così, unendo una eccezionale tecnica (ascoltate "In a glass house" e soprattutto la sua prima strofa) con un uso intelligente di filtri, si possono enfatizzare sensazioni quali lontananza ed evanescenza ("Valedictory") o profondità ed estrema presenza ("Mobile"). Purtuttavia, nella maggior parte dei casi, la band prediligeva l'utilizzo naturale della voce la quale, quasi per andare contro l'idea espressa precedentemente, i GENTLE GIANT pensavano come l'unico vero strumento musicale completamente naturale. Allora perché non utilizzarlo per sostenere l'intera struttura della composizione?
Con il passare degli anni, il gruppo sviluppa questo concetto in modo mirabile e la loro discografia è piena di buoni esempi. Per rendere l'idea, in "Just the same", Derek usa la voce come complemento ad una ritmica spezzata che trascina fino al ritornello. In questo modo le battute vengono accentuate dal cantato in levare che poi rientra senza soluzione di continuità nel ritornello stesso. Da ascoltare con attenzione per capire cosa intendo è anche "As old as you're young" nella sua seconda strofa. Tutta la sezione è incentrata su controtempi, con sovrapposizioni delle due voci (Derek e Kerry) per creare un intreccio surreale, sfasato come al solito, ma allo stesso tempo concatenato perfettamente. Tutta questa tecnica permette ai GENTLE GIANT di tessere melodie ipnotiche, con la voce che sembra sempre fuori tempo, ma che cade immancabilmente sugli accenti della base ritmica. "So sincere" è un altro buon esempio: il pezzo è sminuzzato, martellante e allo stesso modo melodico. Proprio in questo brano (sorta di critica al mondo della politica) Kerry fa in modo che "So sincere" (così sincero) diventi "So sin's here" (così il peccato è qui), dimostrando come l'ironia del gruppo sia estremamente sottile (in "Dog's life" Phil sembra raccontare la vita di un cane, mentre in realtà il brano è un omaggio alla fedeltà dei roadies della band). Tale ironia e arguzia nella stesura dei testi è unita poi alla ricerca di rime particolarmente ad effetto, ed a volte interne al verso, per non parlare delle figure retoriche (quella studiata al liceo, per intenderci, e che sono veramente una barba!) utilizzate in abbondanza, il tutto allo scopo di supportare il concetto ritmico sopra spiegato. Un esempio valido è "Schooldays", in cui le rime servono proprio a questo ("Remember / september"). Nella loro carriera comunque i GENTLE GIANT si sono spinti ancora più in là, facendo in modo che la voce a volte fosse il vero e unico mezzo d'espressione musicale. "On reflection" è una fuga eseguita da Derek, Ray Shulman, Kerry e Gary Green in ordine d'apparizione e Gary da solo nella sezione centrale. In questo caso il cantato è lo strumento attraverso cui si regge tutto, creando melodia a base ritmica. Le varie parti si incastrano una sull'altra perfettamente come un infinito mosaico creando un effetto nervoso, con le voci che rimbalzano come schegge impazzite da una parte all'altra.
E' su questa base che si regge tutto, tant'è vero che quando finalmente la batteria entra in scena, il pezzo sfuma e termina. Poi, come dimenticarla, c'è "Knots": un altro mosaico vocale in cui le liriche hanno gran parte della responsabilità per quanto riguarda il risultato finale. Ispirato da intriganti giochi di parole, il testo è come un serpente che si mangia la coda. "A lui fa male pensare che lei si stia facendo del male sapendo che lui si fa del male pensando che lei pensa che lui è ferito dal fatto che lei si sente in colpa perché lo fa sentire male per il fatto che lei pensa che lei vuole che lui lo voglia" è una traduzione (molto!) libera di una porzione del testo che rende bene l'idea.
In 10 anni i GENTLE GIANT hanno continuato su questa strada, anche se, verso la fine della carriera, un po' di magia si è perduta e gli esempi che avrei potuto portare sarebbero stati molti di più, se solo lo spazio non fosse stato come al solito tiranno. Se avessi analizzato tutto, inoltre, null'altro rimarrebbe per incuriosirvi, quando invece il mio scopo è proprio quello di stuzzicarvi a rispolverare i vecchi vinili (o relativi supporti digitali) prodotti dai GENTLE GIANT e a riascoltare ancora questi maestri del progressive. In ultimo vorrei invitarvi a contattare la redazione se desiderate vedere su queste pagine altre analisi, in modo che tutti possano capire un po' più a fondo (almeno nelle nostre intenzioni) questa musica che tanto amiamo.

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