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DEVIL DOLL (1991) Luca Rodella
 

Se vi piacciono le emozioni forti, infilatevi le cuffie del walkman e, da soli, di notte, percorrete le strade di un quartiere desolato ascoltando la musica dei Devil Doll.

Inquietante ed angosciante ciò che viene proposto da questo gruppo che ha per me rappresentato la maggiore sorpresa musicale degli anni '90... sorpresa non solo per la maestosità di un disco comprato praticamente per caso, ma anche dovuta al gruppo stesso. Anziché essere, come pensavo, una band underground riuscita fra mille problemi a realizzare il sogno di un LP, i Devil Doll si sono rivelati un gruppo con recensioni stratosferiche su riviste musicali orientali (ad esempio su Papiros underground una giuria di giornalisti ha eletto il loro ultimo lavoro come miglior disco dell'anno, risultato raggiunto anche con un referendum popolare indetto da una delle maggiori stazioni radiofoniche coreane). Ma chi sono allora questi Devil Doll?

Il gruppo si forma nel 1987 per iniziativa del fantomatico Mr. DOCTOR e prende il nome da una pellicola del 1932 diretta da Tom Browning (regista statunitense maestro del grottesco). Iniziano la loro attività con la rappresentazione di "The girl who was death", opera in 17 parti basata su una serie televisiva esoterica degli anni '60, scritta ed interpretata da Patrick McGoohan. Messi sotto contratto dalla Hurdy Gurdy di Venezia (fondata da un simpaticissimo filantropo con il preciso scopo di dare una casa ai Devil Doll), nel marzo dell'89 fanno uscire la versione studio dell'opera, stampandola in sole 500 copie che vanno esaurite in due settimane; le numerose richieste lasciate insoddisfatte sono destinate a rimanere tali, visto l'inamovibile rifiuto di Mr. Doctor a che il disco venga ristampato (da notare che questa voglia di Devil Doll non sfiora minimamente l'Italia che rimane impassibile alla pubblicazione dell'album). Lo stesso Mr. Doctor lavora ad un progetto solista che vede la luce nel giugno del '90 con il titolo "Sings Hanns Eisler", stampato in 500 copie numerate, anche queste andate esaurite entro la fine del mese. Si giunge al settembre del '90 quando esce "Eliogabalus", secondo lavoro del gruppo, registrato agli studi Tivoli di Lubiana.
Parlare dei Devil Doll in questi termini (elencando cronologicamente avvenimenti) è però alquanto riduttivo; il modo migliore per conoscerli è ascoltarli: il distacco dalla realtà, l'atmosfera di mistero e travaglio caratteristica della loro musica è espressione di una dimensione talmente irreale da rendere inutile ogni discorso mondano. Ascoltarli senza pregiudizi e barriere difensive coinvolge nel viaggio esplorativo di una realtà che non è propriamente la nostra ma che ci appartiene, di ciò che chiamano black holes, i buchi neri della mente.
Tralasciando i testi, perché le numerose allegorie che affiorano fra stralci di formule negromantiche e passi della Bibbia non permettono di darne un'interpretazione oggettiva, è forse il caso di sottolineare alcuni degli aspetti dell'incredibile lavoro di ricerca e studio che rimane nascosto dietro la loro musica.

Parlare di un'armonia definita diabolus in musica presumo abbia come probabile reazione qualcosa del tipo "chi?!?". In questo non c'è nulla di strano, visto che già i riferimenti classici non sono pane quotidiano ed oltretutto di diabolus in musica si trova traccia solo nei manuali in quanto, nel passato, il suo uso era assolutamente vietato perché così dissonante da venir considerata una cosa diabolica, l'armonia in assoluto più sgradevole... Ebbene i Devil Doll ne fanno uso per ben tre volte con il fine di creare proprio una forma di rigetto psicologico. Così come l'idea di non suonare nelle parti di violino la nota LA (nota pura per eccellenza, la nota data dal diapason), utilizzando al suo posto una nota di 1/4 di tono superiore o inferiore è studiata con lo scopo di creare una situazione di disturbo mentale inconscio. Ed avete mai sentito parlare di messaggi subliminali (messaggi che non arrivano alla scoglia della conoscenza per cui sono recepiti ed elaborati dal cervello senza che ci si renda conto di averli percepiti)? Prendendo spunto da Bernard Herman che, curando la colonna sonora di "Psycho", inserì nella scena dell'assassinio il suono di violini strappati per far raggiungere il culmine della tensione, allo stesso modo Mr. Doctor utilizza suoni di violini strappati portati a tonalità insostenibili psicologicamente e nascosti dietro un'innocua melodia per creare uno stato di turbamento inconsapevole.

Spaventoso? Direi piuttosto inconsueto... Questo sono i Devil Doll, gruppo per cui non è opportuno parlare di influenze musicali quanto invece di influenze culturali. Così come ha fatto Ambrose Bierce con i suoi scritti ("Il gaudio del demonio", "Dizionario del diavolo"...), così come ha fatto Hyeronimos Bosch con i suoi dipinti ("La cura della follia"...) e così come hanno fatto le opere degli altri artisti cultori dell'orrido e del grottesco, così anche la musica dei Devil Doll ha abbattuto un mattone del muro che separa il mondo reale dall'irrealtà delirante ed ossessiva di cui parlano. Ma la divisione è davvero così netta? C'è davvero un muro o, come dicono i Devil Doll, è solo il vetro di uno specchio, la nebbia che ci avvolge di notte a separare l'esistenza mondana da quest'altra dimensione...? Comunque sia esiste un ponte capace di unire questi due mondi: la grandiosa musica dei Devil Doll. Buon viaggio a tutti.

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