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6 DISCHI PER IL 2008 A cura della redazione di Arlequins
 

Anche quest'anno vogliamo riproporre questo esperimento, visto che è stato molto ben accolto ed è stato considerato persino utile da qualcuno! Bene, per rinfrescarvi la memoria: abbiamo chiesto a ciascuno dei nostri collaboratori di redigere una lista di 6 album rappresentativi del Prog realizzato nel 2008. Si doveva trattare di album che avessero lasciato in qualche modo il segno, non necessariamente dei migliori in assoluto, dei più validi in base a criteri oggettivi, ma sei album che in base a criteri puramente soggettivi fossero rimasti nel cuore di chi li ha ascoltati. L'ordine delle preferenze è sparso, diciamo, e ribadiamo che in nessun nodo si tratta di classifiche ma di appunti di viaggio, di ascolto, riflessioni, suggerimenti. Gli autori compaiono nell'ordine in cui hanno inviato la lista in redazione. Buona lettura e chissà che anche quest'anno arrivi qualche suggerimento che solletichi le curiosità dei nostri lettori.




VALENTINO BUTTI
La premessa ovvia è che avrei potuto metterne altri 18... (Senza Nome, Moongarden, Pandora, Olive Mess, Beardfish, Kharmina Buranna…) comunque ecco qui:

MOTH VELLUM - "Moth Vellum": Splendido esordio, vicino alle suggestioni Yes, eppure ricco di personalità e creatività. Altro che Glass Hammer!!!

JELLYFICHE - "Tout ce que j'ai rêvé": Altro album d'esordio ed altra gradita sorpresa. Testi in francese molto belli e grande musica fra echi floydiani e Yes.

RATIONAL DIET - "At work": Geniale "progressive da camera". Si meriterebbero un passaggio su RADIO RAI TRE

DFA - "4th": Per loro si tratta invece di una conferma. L'ennesima. Jazz-rock per niente astruso anzi (anche) piacevolmente melodico.

IL BACIO DELLA MEDUSA - "Discesa agl'inferi d'un giovane amante": Finalmente una band italiana che riesce ad abbinare ottimi testi ad una adeguata capacità del vocalist. E una grande musica ovviamente!!!

ROHMER - "Rohmer": Musica di rara sensibilità, raffinatezza e malinconia. Lavoro coraggioso che ascolto sempre con grande piacere. Emozionante.



ANTONIO PIACENTINI
Premessa: quest'anno per il sottoscritto è il miglior anno del progressive rock dal 1995 ad oggi, detto questo è stato difficilissimo togliere dei nomi e vado su quello che ho ascoltato di più e che reputo importante per far capire oggi questo mondo. Tengo a precisare che è stata una scelta difficile e che roba di elevato spessore come i Deus ex Machina, Bacio della Medusa, Rational Diet, Moongarden son rimaste fuori purtroppo.

MUSICA FICTA - "A child and a well": il rock progressive sinfonico come dovrebbe essere fatto. Sicuramente la sorpresa di questo 2008
Il gruppo israeliano fa una delle cose più belle dell'anno non c'è una nota una sbagliata. Da consigliare a tutti.

CARTOON - "Estribo": c'è qualsiasi genere in questo disco. Suonato e cantato ad altissimi livelli, un disco che non stanca mai e che sarebbe da lasciare in macchina per gli amici nelle scampagnate.

SAENA - "Saena": se parlo bene di un disco che ha in formazione due che si chiamano Ledesma e Zarate vorrà dire qualcosa... rock sinfonico uniti alla tradizione sudamericana, belle melodie e voce azzeccata, in poche parole bello.

J'ACCUSE! - Abbandono del tempo e delle forme: stesso discorso per i Beat Circus..di prog canonico ce n'è poco ma se dovessi spiegare che cosa è il prog oggi per me farei ascoltare il gruppo triestino. CCCP uniti alla tradizione prog italiana anni 70 con un pizzico di new wave

YUGEN plays Leddi - "Uova fatali": in Italia come loro oggi non suona nessuno potrei fermarmi qui,continuo dicendo che fare un disco del genere dopo Labirinto d'acqua non è da tutti. "Uova fatali" è più acustico, meno folgorante del suo predecessore ma ricco di spunti che anche se son stati definiti e suonati 30 anni fa risultano sempre interessanti e degni di nota.

DFA - "4th": il mio disco dell'anno. Son passati tanti anni dal suo predecessore ma ne è valsa la pena. Non c'è una nota messa male una soluzione sonora sbagliata. E poi c'è Mannorri forse il pezzo progressive italiano più bello degli ultimi 20 anni che da sola vale l'acquisto.



PEPPE DI SPIRITO
Concordo con Antonio sull'ottima annata (anche se a mio giudizio non superiore al 2001 di Mind vol. 2, The Gates of Omega, Tuhkamaa e tante altre cose...) e sul fatto che mi pesa non poco lasciare fuori nomi quali Deus Ex Machina, Wrong Object, Finnegans Wake, Yugen, Rational Diet, Bededeum, Ego, Hostsonaten, Universal Totem Orchestra, Thieves' Kitchen...

DFA - "4th": Anche per me disco dell'anno. Tornare dopo diversi anni con un lavoro di tale caratura è semplicemente mostruoso. Disco che non presenta punti deboli, che non stanca nemmeno se è quasi interamente strumentale, che mostra musicisti affiatati come sempre e capaci di proporre una musica tecnica e allo stesso tempo godibile. Splendido, poi, il brano finale con le Andhira, più particolare, ricco di contaminazione, ma che non fa venire meno la coesione dell'album.

ONE SHOT - "Dark shot": empre grandiosi! Jazz-rock stellare e dalle inflessioni zeuhl come sempre. Suonato divinamente. Potente e coinvolgente. Non eguaglia il precedente Ewaz Vader, ma questa cosa fa solo pensare ulteriormente a quanto sia eccezionale quell'album...

OLIVE MESS - "Cherdak": Capaci come pochi di rendere credibile ed assimilabile un discorso fatto di avanguardia, nel quale sono pronti ad inserirsi elementi di musica antica, medievale, rock ed echhi crimsoniani. Riescono persino a superare il loro già notevole esordio...

SETNA - "Cycle I": Zeuhl di qualità eccelsa. Stavolta il punto di riferimento, più che i Magma, sono gli Offering. Sonorità calde e jazzate, voce femminile lontana dal kobaiano e che punta più su un qualcosa di "onomatopeico", tanto pathos ed un assolo di chitarra fantastico nel brano conclusivo ad opera di Monsieur MacGaw (Magma, One Shot...).

MAGNETIC SOUND NACHINE - "Chromatic tunes": In un anno particolarmente positivo per il jazz-rock italiano è un piacere segnalare questo gruppo giovanissimo, che col suo secondo album offre una proposta strumentale di pregevolissima fattura. Si sono già sprecati i paragoni col Perigeo. Meritano tantissimo, grazie ad un sound non astruso e molto mediterraneo.

ROHMER - "Rohmer": Si è parlato di evoluzione dei Finisterre e non è sbagliato. Per la maggior parte ascoltiamo un disco pregno di romanticismo, che può essere visto come l'ideale prosecuzione del "discorso" Finisterre, ma che pure si stacca un po'... Splendidi i momenti più rilassati, spesso guidati dal flauto e dal piano. Meno convincenti in alcuni frangenti finali in cui puntano su un'avanguardia che non fa troppa presa...



ROBERTO VANALI
Per il 2008, nonostante ci siano state delle ottime uscite italiane, i mie primi sei non ne comprendono. Direi che è stato un anno ricco di uscite di livello superiore e mi trovo così a scegliere con estrema difficoltà, lasciando fuori lavori che ai primi ascolti mi fecero pure pensare a “disco dell’anno”. Purtroppo due lavori che potenzialmente avrei messo non li ho ancora ascoltati (October Equus e Interference Sardines). Insomma il risultato, in ordine sparso e senza aver pretese di aver segnalato i migliori, ma solo quello che in qualche modo mi hanno dato emozioni maggiori è il seguente. E dire che ho lasciato fuori grandi dischi come: Talisma, VDGG, DFA, DEM, Hostsonaten, Jeavestone, Lars Hollmer, One Shot, Yugen, Finnegans Wake, Rational Diet, Spaced Out …mannaggia, proprio un buon anno.

JANNICK TOP - "Infernal machina": Un disco che possiede una seconda parte da capolavoro eterno, dopo il primo ascolto ho dovuto metterlo su altre tre volte per risentire quelle parti vocali che possiedono una forza e una personalità uniche.

MUSICA FICTA - "A child and well": Disco sorpresa, arrivato senza aspettare nulla del genere, è sicuramente il disco che ho ascoltato di più durante l’anno. Dentro ho trovato davvero ciò che cerco nel prog! E dici poco.

OLIVE MESS - "Cherdak": Altro disco dagli ascolti numerosi, sorprendente nel suo crogiuolo di cose belle e ben fatte, prese dalla fantasia più ampia, nuova e storicizzata. Prog di livello eccelso.

BEARDFISH - "Sleeping in the traffic part II": Ogni loro disco una nuova sorpresa. Anche questo, come i precedenti della band, travolgente e dinamico, suonato e cantato alla grande, ben prodotto e con brani sorprendenti per sviluppo e trama.

BIRDS AND BUILDINGS - "Bantam to Behemoth": Uno spasso di disco, forse poco utile e troppo déjà-vu, ma proprio piacevole.

SETNA - "Cycle I": Bello decisamente fresco, bei suoni in bilico tra Zeuhl, Canterbury, Avanguardia, Jazz e suoni precisi e mai stufanti.



GIOVANNI CARTA
Personalmente la lista potrebbe continuare, i dischi del 2008 sono stati davvero tanti: le ultime uscite di Kip Hanrahan (Beautiful Scars, spettacolare ed intenso etno-latin jazz), Residents ed il criptico e spiazzante The Bunny Boy, Sparks (Exotic Creatures Of The Deep, fra i pochi veri eccentrici del rock ancora in piena attività), Cloudland Canyon (Lie In Light, grande psych-kraut rock), Qui (ennesima e riuscita produzione jazz rock della Poseidon), Lorenzo Monni con il suo ambizioso Debris ed il delizioso delirio strizzacervella free-psych jazz rock dei SADO (Holzwege)

DUNGEN - "4": poco da dire, l'ennesima conferma per uno dei migliori gruppi psych rock degli ultimi anni, un disco incantevole ad altissimo tasso lisergico.

BIG ELF - "Cheat the gallows": il gruppo del luciferino tastierista Damon Fox si ripresenta con un orchestra e dà vita ad una sorta di opera rock barocca, spassosa e terremotante: oltre ai classici Black Sabbath, Beatles Atomic Rooster e Pretty Things i Big Elf sembrano omaggiare Alice Cooper ed il glam anni settanta più esagerato... disco a suo modo incredibile!

ASTURIAS - "In search of the soul trees": l'ultimo Asturias non si distingue certo per essere un disco innovativo, anzi... In compenso brilla per la poetica bellezza della sua musica, In Search of the Soul Trees rappresenta quanto di meglio può offrire oggi il progressive rock più "tradizionale", in particolare per chi ama i migliori lavori di Mike Oldfield. Notevole anche la quantità di musicisti coinvolti...

"BLUE" GENE TIRANNY - "The somewhere songs": ovvero tre composizioni in bilico fra musica contemporanea, minimalismo e musica "popolare", si racconta la storia di un'amicizia messa alla prova da eventi estremi in cui entrano in gioco agenti segreti, ufo, psicanalisi e strani incontri nel deserto... Disco sorprendente ed appassionante realizzato da uno dei protagonisti della scena avant americana degli ultimi trent'anni.

KAYO DOT - "Blue lambency downward": dopo le abissali esplorazioni orchestrali post-doom jazz metal di Dowsing Anemone with Copper Tongue, Toby Driver ed i Kayo Dot guardano al folk psichedelico, prendono ispirazione dal canterbury, dai King Crimson e dedicano un pensiero a Zappa. Forse un po' difficile da penetrare fino in fondo, è davvero un disco speciale e... esoterico.

BEAT CIRCUS - "Dreamland": disco polveroso, macabro e stravagante, i Beat Circus ci fanno fare un salto indietro nel tempo di almeno un secolo a suon di old jazz, vaudeville, bluegrass, klezmer... e per citare qualche nome, Tom Waits, Bob Drake, la Penguin Cafe Orchestra e la vecchia Bonzo Dog Band.



ANTONIO MOSSA

DFA - "4th": Mai una lunga attesa fu meglio ripagata. E' inutile contenere gli entusiasmi: 4th è un disco fenomenale, perfetto nella sua splendida asetticità. "Disco dell'anno"? Per me potrebbe anche essere il disco degli ultimi cinque anni.

RATIONAL DIET - "At work": I giovani bielorussi trovano un originalissimo, direi inedito, punto di incontro tra la musica classica e il rock. Confermano di avere creatività e talento da vendere.

TRINITY - "Harmadkor": Grossa sorpresa questi ungheresi: il loro disco d'esordio è un lavoro solido, senza ripiegamenti, lungo il cammino del progressive più solenne e sinfonico

OLIVE MESS - "Cherdak": Il loro ultimo disco può essere inteso come un pregevole lavoro di ricerca su antichi materiali sonori rielaborati attraverso un'ottica progressiva. E' un disco profondo e misterioso come pochi.

BEARDFISH - "Sleeping in traffic part II": I Beardfish stanno diventando monotoni nella loro capacità di sorprendere sempre e di non essere mai uguali a se stessi.

GURTH - "Tormentes": mi ha colpito la verve di questa formazione iberica che si presenta con una fusion discorsiva, leggera, ma al tempo stesso incisiva e ottimamente confezionata.



ALBERTO NUCCI

IL BACIO DELLA MEDUSA - "Discesa agl'inferi d'un giovane amante": Inutile cercare oltre... al di là del valore intrinseco, che pure è notevole, è l'album che più ho ascoltato quest'anno e che mi ha dato maggiori emozioni. Alcune parti sono emotivamente sublimi e toccano direttamente il cuore.

DFA - "4th": Una lista dei migliori album del 2008, sia pur "non rigorosa", non può prescindere da questo disco. Sarà banale, ma si tratta del miglior album dell'anno, per me.

SAENA - "Saena": Una bella scoperta. Grazie a chi me lo ha fatto scoprire!

THIEVES' KITCHEN - "The water road": Il grande Prog sinfonico torna in terra d'Albione! Ci saranno sicuramente dischi migliori di questo ma, visti anche i precedenti della band, sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo lavoro.

TRINITY - "Harmadkor": Anche questa una piacevole sorpresa... accresciuta dal fatto che questo gruppo pare scaturito dal nulla e subito si presenta con un album ricco di personalità e di ammiccamenti, ottimamente proposti, al Prog "storico".

VIII STRADA - "La leggenda della grande porta": Ho dovuto sacrificare lavori forse più validi (la lista sarebbe lunga: La Finca de Laurento, Birds & Buildings, Deus Ex Machina, Jellyfiche, Musica Ficta, Moongarden, Olive Mess, Talisma, Tilion, Rational Diet.... e chissà quanti ne dimentico) per segnalare questo bel disco che mi è piaciuto fin dal primo ascolto. Prog sinfonico classico, testi non banali e belle combinazioni musicali.



JESSICA ATTENE
Non è un'impresa facile selezionare solo 6 titoli vista la quantità di ottima musica prog prodotta quest'anno. Ho comunque notato che alcuni titoli ricorrono nelle nostre scelte, fatto questo che indica che qualcuno più di altri ha lasciato davvero il segno. Sicuramente fra i gruppi che sono stata costretta a sacrificare con più grande rammarico ci sono il Bacio Della Medusa, autori di un album davvero emozionante che trae spunto dai suoni più classici del prog nostrano, con liriche stupende, i DFA, che hanno fatto un discone che non ha bisogno certamente degli ulteriori miei elogi, i Deus Ex Machina, artisti davvero formidabili, ed ancora La Finca de Laurento, i Tilion, Birds & Buildings e tanti, tanti altri. Ripeto: basta un po' leggere le recensioni di quest'anno per accorgersi che c'è tanta bella musica per tutti i gusti!

RATIONAL DIET - "At work": Se il primo album di questa band era fra i miei dischi del 2007, questo, che mi ha stupito ancora di più, rientra di diritto nella mia lista del 2008. Musica d'avanguardia e da camera, eseguita da musicisti tecnicamente ineccepibili, che sprigiona voglia di libertà e un'energia creativa dirompente. Il loro approccio personale rende il tutto ancora più intrigante. Album imperdibile che rappresenta per me un vertice dell'avanguardia di oggi.

OLIVE MESS - "Cherdak": Non posso proprio prescindere da questo album, si tratta di un disco non privo di imperfezioni ma assolutamente particolare ed unico. Un mix di musica antica e prog sinfonico con testi colti, tanta creatività e numerosissimi particolari da scoprire. Incantevole.

FLËUR - "Euphoria": Rimaniamo ancora ad est con questo gruppo ucraino che per me rappresenta quanto di più bello e creativo abbia partorito il Progressive Rock ai nostri giorni. Una coppia di voci femminili che si alternano di canzone in canzone nel ruolo da solista, tanti strumenti provenienti dalla tradizione classica ed un approccio moderno. Canzoni godibili dagli arrangiamenti colti e raffinati, musica romantica, ispirata che somiglia a poco o addirittura a niente di quello che il Prog ha finora prodotto. Da provare.

MARIA FAUST GROUP - "Bitchslap boogie": Anche qui siamo ad Est: Maria Faust è una sassofonista estone e questo è il suo esordio che coniuga la grande tradizione del rock estone al jazz rock d'autore. Il risultato è un avant jazz dalle contaminazioni rock ed dagli accenti Canterburyani che denota gran classe ed una personalità dirompente. Brillante, colto, godibile, tecnicamente ineccepibile. Una bella sorpresa.

TRINITY - "Harmadkor": Bell'esordio per questo gruppo ungherese, spuntato fuori praticamente dal nulla. Si sono autoprodotti questo lavoro genuino, ricco di potenziali, di grande prog sinfonico che mi ricorda magicamente alcuni bei momenti dei connazionali After Crying. Non siamo proprio sugli stessi livelli ma il loro disco è quanto di più bello uscito quest'anno per quel che riguarda il prg di matrice sinfonica.

DUNGEN - "4": Una conferma per questa band svedese, non so perchè un po' dimenticata dai cultori del prog scandinavo. Bei riferimenti alle radici del Progg, soprattutto ad artisti come Pugh. Bellissime atmosfere psichedeliche che si intrecciano ad un feeling tutto scandinavo. Ho ascoltato davvero a ripetizione questo album che trovo davvero intrigante.



MAURO RANCHICCHIO

SIGUR ROS - "Með suð í eyrum við spilum endalaust": Sarà questione di affetto, ma ogni nuova uscita del quartetto islandese, unita all'ottimo riscontro commerciale, tiene viva in me la speranza che non tutto è perduto, che la qualità può ancora far vendere. L'album gioioso e "infantile" di un gruppo troppo frettolosamente etichettato come malinconico.

PENDRAGON - "Pure": Il solito nome noto! Eppure malgrado il nuovo album dei Pendragon sia avaro di soluzioni ardite o innovative voglio citarlo perché lo vedo come ennesima prova di superiorità rispetto alle schiere di emuli del new-progressive.

HÖSTSONATEN - "Winterthrough": Come restare indifferenti quando una chitarra liquida e dei fiati genuini e antichi si alternano a pastose aperture di Mellotron? Da pelle d'oca!

ROHMER - "Rohmer": Un progetto che fa rivivere le gioie elargite dai primi Finisterre ma commiste a influenze post-rock, avanguardistiche e jazz contemporaneo. Un disco "colto" e raffinato ma non certo ostico.

MOONGARDEN - "Songs from the lighthouse": Dopo 5 anni il ritorno di una delle colonne portanti del prog italiano contemporaneo, e che ritorno! Se "RoundMidnight" era stato un tentativo di allontanarsi da coordinate sinfoniche forse troppo inflazionate, il nuovo album è un felice ritorno sui propri passi, una gemma di prog classico che pur non rinnega le influenze del rock alternativo.

SIMON SAYS - "Tardigrade": Nati sull'onda lunga del sinfonico svedese degli anni '90, i nostri amano restare nell'ombra per lunghi anni prima di pubblicare un nuovo album, proprio come il tardigrado del titolo... questa è la terza opera e la conferma che si può vantare originalità anche seguendo un filone a detta di molti esaurito.

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