La nascita del progressive rock in Indonesia (1965-1973) II parte
QUI la prima parte QUI la prima parte de "L’era d’oro del progressive Indonesiano (1975-1979)" QUI la seconda parte de "L’era d’oro del progressive Indonesiano (1975-1979)"
Lo sviluppo del rock nelle grandi città
Agli inizi degli anni ’70, grazie soprattutto ad Aktuil, le influenze occidentali si fanno sempre più presenti e marcate e con queste anche i primi spunti progressive. Sono ovviamente le città più grandi dove la musica rock europea e americana arriva prima e quindi proprio in queste che fioriscono le band più interessanti. In particolare nella capitale Giacarta, Medan, Surabaya e, non poteva certo mancare, Bandung, sede di Aktuil. Giacarta, la capitale
La capitale con i Koes e le Dara Puspita è stata la culla della musica rock negli anni ‘60, e con gli inizi degli anni ‘70 la scena continua ad essere in frenetico fermento. In particolare un altro gruppo di fratelli, dopo i Koes, è pronto a conquistare l’arcipelago: sono i Panjaitan Bersaudara, meglio conosciuti con l’acronimo Panber’s.
“Avevo 14 anni quando per la prima volta vidi all’aeroporto i Panber’s, erano dei miti per me, avrei voluto così tanto chiedergli un autografo, ma non ci riuscii, tanto mi tremavano le gambe” (Andy Julias)
Hans, Benny, Sido e Doan (i quattro fratelli) iniziano a suonare a metà degli anni ‘60, ma solo agli inizi del decennio successivo cominciano ad avere successo e strappare un contratto con la Dimita Molding Industries, la quale permetterà loro di pubblicare il loro primo storico album nel 1971. .Il loro album d’esordio, “vol 1 - kami tjinta perdamaian”, è una novità assoluta nel panorama musicale indonesiano e pur rimanendo in un contesto pop rock, alcune tracce sono quanto di più progressive si sia ascoltato fino a quel momento. Ne è uno splendido esempio la canzone “Haai”, una vera chicca psych prog con flauti orientali, sitar e con una voce che ricorda molto Perry Farrel dei Jane’s Addiction. I Panber’s si dimostrano musicisti eclettici e la loro musica spazia facilmente dalla psichedelica al pop, dallo hard rock alla musica tradizionale, proponendo un uso massiccio delle chitarre fuzz. Il successivo “Vol 2” prosegue sulla falsa riga del primo, sebbene non ne eguaglierà i picchi qualitativi. Album dopo album i Panber’s virano sempre più verso il pop, senza però mai essere banali, contaminandosi spesso con il Kroncong, lo spiritual, ed altri generi musicali e rimanendo sempre uno dei gruppi più amati dal pubblico. Unica eccezione l’interessante album chiamato, non a caso, “Hard Rock” in cui la band ci ripropone interessanti sonorità rock miste a funk. Nel 1974 all’apice della loro popolarità sono il gruppo d’apertura per lo storico concerto dei Bee Gees a Giacarta. Il gruppo è tuttora attivo e continua a pubblicare album con nuovi pezzi; ha scritto più di 700 canzoni in circa 100 album, numeri che rendono i Panber’s una delle band più longeve e prolifiche di tutto il rock indonesiano.
Altra band di enorme successo e molta qualità sono i Favourite’s Group conosciuti anche come Fave. Nascono dalle ceneri del gruppo strumentale dei Band 4 Nada a cui si aggiunge il talentuoso cantante Mus Mulyadi, caratterizzato da una voce molto alta e specializzato nel canto Krocong. Sono sempre guidati dal tastierista e compositore Aloysius Riyanto e al suo interno vantano musicisti tra i migliori in assoluto della scena Indonesiana: il bassista Nana Sumarno, il chitarrista Eddy Sham e il batterista M Sanni. La loro musica è un pop molto moderno e sofisticato con un tocco retrò di romanticismo, sono altresì evidenti i riferimenti a Beatles e Bee Gees. Fanno il loro esordio discografico nel 1972 con “Vol.1” che ottiene subito un grosso successo. Dopo quest’album Riyanto rivoluziona la band, conservando solo il cantanto Mulyadi e reclutando Haryanto alla batteria, Harry Toos e Tommy Was al basso e realizzano il secondo album “Vol.2” . Questo però non bissa il successo dell’esordio. Il terzo album, “Vol.3” ,e in particolare il quarto album, “Vol.4” ,presentano una musica molto elaborata, con l’inserimento di elementi classicheggianti che ricorda vagamente gli Zombies. Riyanto si dimostra un fine compositore e canzoni come " Mawar Thorns" e "White Lotus " hanno una forte connotazione sinfonica con arrangiamenti molto curati. In questo periodo d’oro riescono anche ad organizzare concerti in Europa. Purtroppo dopo il quarto album Mulyadi, lascia la band. Il gruppo continua senza cantante per un periodo di tempo e fino al 1977, quando assoldano un nuovo vocalist (Mamiek Slamet), ma ormai hanno perso tutta la loro magia. Ad ogni modo i Fave sono stati uno dei gruppi più innovativi dei primi anni ‘70 e possono considerarsi a pieno merito come precursori del genere Kreatif Pop, un Pop con forti tinte progressive, che sul finire del decennio spopolerà in tutto l’arcipelago grazie a musicisti del calibro di Chrisye, Iwan Falls e Fariz RM.
Forse leggermente fuori posto in una retrospettiva progressive, ma sicuramente di vitale importanza per il rock indonesiano, sono il Trio Bimbo, composto anche questo da fratelli, che ricorda un po’ Simon & Garfunkel a cui si aggiungono spunti latinoamericani. La loro musica comunque è abbastanza strutturata e caratterizzata da stupende armonizzazioni vocali e piacevoli chitarre acustiche. Tra l’altro con i Bimbo ha collaborato anche il chitarrista Albert Warniren che sarà una delle figure principali del prog indonesiano con Roesli prima e con i Giant Step dopo.
Molto più vicini alle sonorità progressive, anche se qualitativamente inferiori ai gruppi sovra citati, sono i Band Rasela. Capitanati dal batterista Eddy Rasela e il chitarrista Najib Usman, nel biennio 1972-73 realizzeranno 3 album un po’ naïf, piacevoli ma senza mai esaltare. Rimane forte ovviamente la componente melodica come in qualsiasi gruppo indonesiano, ma si iniziano a sentire chiare influenze dei Genesis. Eddy, sciolto il gruppo, collaborerà con molti altri musicisti tra cui I Koes, Keenan Nasution e Fariz Rm. Con questi ultimi due si ricorda anche una serie di concerti appunto con tre batteristi. Najib Usman rimarrà un apprezzato bluesman fino ai giorni nostri. I Rasela faranno anche una reunion e suoneranno July Morning, in un album tributo agli Uriah Heep.
Simili ai Band Rasela e autori di un soft prog interessante sono i De Prins. Guidati dal cantante Tatas Sitompul e dal tastierista Nadjib Osman, realizzano più di quattro album all’inizio degli anni ‘70 per poi sciogliersi. Osman è ancora attivo e ultimamente ha affiancato Albert Warnerin in un programma chiamato Blues Night Program per la televisione indonesiana.
Gruppo pop psichedelico molto intrigante sono anche i Clique Fantastique. Guidati da Euis Darliah, indonesiani, ma attivi a Singapore, fanno della sezione di fiati e ottoni vagamente free jazz il loro punto di forza. In particolare l’EP “Batu Karang” è il disco con più influenze psichedeliche
Altro gruppo da citare è Ivo’s Group, sotto la guida del cantante Ivo Nila Kresna. La proposta è sempre un rock folk molto melodico, ma qua e là non mancano spunti psych, hard rock e un po’ di funk. Il motivo forse di maggiore interesse è che proprio nel 2011, dal loro album “That Shocking Shacking Day” ed in particolare dall’omonimo brano, l’etichetta Now-Again ha preso spunto per rilasciare una raccolta dei brani più significativi della scena psych prog dei primi anni ‘70 in Indonesia con il nome “Those Shocking Shacking Days”. Con tutti i limiti di una raccolta di artisti vari, vista la facilissima reperibilità può essere un buon assaggio dei gruppi trattati in questo speciale. Infine va citato Benyamin, artista poliedrico e fuori dagli schemi, cantante e attore inizia negli anni 50 la carriera come musicista suonando nei Melody Boys che spaziavano tra i generi più disparati: calypso, rhumba, cha-cha, jazz, blues, rock n roll e un po’ di keroncong. Verso la fine degli anni 60 produce i suoi album più interessanti influenzato da Hendix, Mayall e James Brown (ascoltare il pezzo “I am Teacher” del 68). I suoi album più significativi sono “Si Djampang” (1969), “Ngibing” (1970) e “Gambang Kromong “ (1971). Negli anni 70 si afferma come attore cinematografico, ma non abbandona mai la carriera discografica. Medan, il rock arriva nell’isola di Sumatra
Medan, nella regione settentrionale dell’isola di Sumatra, è l’unica città indonesiana non di Giava, dove era presente una scena di rilievo da cui sono fuoriuscite band capaci di varcare i confini regionali ed affermarsi su tutto l’arcipelago, questo grazie anche alla vicinanza con la Malesia e Singapore. A Medan il pubblico è particolarmente esigente: le band non ritenute all’altezza venivano tranquillamente subissate di fischi e non mancavano certo i lanci di oggetti sul palco. La location musicale fortemente competitiva era il Nommensen Siantar Hall dove si esibivano tutte le band locali e poteva accomodare tranquillamente 4000 spettatori. In pratica la città era una perfetta palestra per tutte le band emergenti. Se un gruppo riusciva a conquistare la città, poteva tranquillamente conquistare tutto l’arcipelago! Esempio più clamoroso è costituito dai famosissimi The Mercy’s, una vera leggenda del pop Indonesiano. Il gruppo che raggiunge picchi di popolarità ai livelli dei Panbers e dei Rollies. Si formò nel 1969 dai fratelli Erwin e Rinto Harahap prendendo il nome dal marchio automobilistico Mercedes e raggiungendo la formazione definitiva solamente con l’ingresso del tastierista e cantante Charles Hutagalung. I primi passi, non a caso, li muovono nella vicina Penang in Malesia, dove raggiungono i primi successi, ma riescono a stampare il primo album solo nel 1971. I principali riferimenti sono Beatles, Bee Gees e Creedence e seppur con alcune parti di organo interessanti poco si addentrano nel prog o nella psichedelia. Vero valore aggiunto della band il sax di Albert Sumlang, mai banale, che spesso si avventura in assoli vagamente avant jazz. Sumlang è autore anche di alcuni discreti album con i suoi fratelli e sorelle.
In ambito pop con spunti prog e sicuramente meno famosi, sono da citare anche i Ge And Ge, gruppo in cui è sempre presente Hutagalung. In alcuni pezzi è addirittura possibile ascoltare un Moog.
Spostandoci in ambito più propriamente rock, Medan è stata terra di una delle rivalità più sentite di tutta la musica rock indonesiana, ovvero quella tra i Rythm Kings, Great Session e Minstrel’s. A riprova di tutto ciò, nel 1974, all’apice dello splendore della scena musicale di Medan, un giornale locale (Waspada Newspaper) il cui proprietario è da Taruna Said, manager dei Great Session, indice un concerto al Wisma Ria con le tre band rivali. Il fine ultimo era quello di stabilire chi fosse la numero uno della città. I gruppi e fans vengono fomentati all’inverosimile dai media locali fino ad arrivare a dei veri e propri scontri tra i sostenitori delle varie band che discutono sulla bravura tecnica dei loro beniamini e a dei veri e propri sabotaggi da parte dello staff tecnico dei gruppi.
Oltre a queste tre band si devono anche citare i Destroyer, the Freemen, The Foxus, Amateur, The Rag Time, Six Men, Grave Men, Copa Tone, Bhineka tone e the Black Spades.
I Rythm Kings sono tra questi forse i più famosi, attivi dal 1967, e devono il loro nome al primo batterista Reynaldo Panggabean. Inizialmente suonano cover dei The Monkeys, Tilman Brother, Otis Reding, Papas & The Mamas e Shadows. Inizia quindi un continuo stravolgimento della line-up che si stabilizza infine con l’ingresso del tastierista Raja Muda Nasution e del batterista Yahya. Nel 1970, sotto la guida di John Tangkau, realizzano il loro primo album con la seguente formazione che sarà quella storica: i tre fratelli (anche in questo caso) Darmawan Purba (chitarra), Darma Purba (sassofono), Darmawi Purba (basso), a cui si aggiungono Raja Muda Nasution (tastiere) e Yahya (batteria). Il loro stile vira decisamente verso lo hard rock e in concerto cantano canzoni dei Led Zeppelin, Deep Purple, Uriah Heep, BS & T, Chicago e Yes. Nel famigerato concerto del 1974 sono forse il gruppo che raccoglie maggiori consensi. Nel 1975 hanno già registrato sette album e, seppur conservando un’indole hard, vuoi perché non riescono a resistere alla tentazione o vuoi per pressioni da parte dei produttori, non mancano di scrivere molte di quelle canzoni d’amore melense che tanto piacciono al pubblico indonesiano. Successivamente i tre fratelli preferiscono concentrarsi sugli studi spostandosi a Giacarta, le mode musicali voltano verso la disco e altri generi e le apparizione dei RK si fanno sempre più rade fino a sparire completamente. Solo nel 2002 ci sarà una reunion del gruppo.
Grandi rivali dei Rythm Kings sono i Minstrel’s. Attivi dai primi anni ’70, raggiungono l’apice della popolarità quando Fadhil Uthman (fratello più giovane del cantante Ivo Nilakresna che aveva raggiunto il successo con il gruppo Ivo's Group) invita a Medan Jelly Tobing grande batterista dei C’Blues. A questo ingresso corrisponde anche l’abbandono di Adhy Haryadi che invece farà il percorso inverso andando a suonare a Bantung con i Rollies. A completare la formazione sono Kris Hutabarat (sax, vocals), Mamad (bass, vocals) e il tastierista Iqbal Thahir orgoglio della di Medan per le sue capacità tecniche e grande fan di Emerson.Anche per i Minstrel’s il repertorio varia tra Grand Funk Railroad, Iron Butterfly, Rolling Stones, Beatles, Deep Purple, Emerson Lake and Palmer, Led Zeppelin, Black Sabbath, and Jimi Hendrix. L’arrivo di Jelly Tobing insidia la leadership consolidata di Siagian Rizaldi dei Great Division di migliore batterista di Medan. Nel famigerato concerto al Wisma Ria sono vittima di un sabotaggio ai cavi che non permettono alla voce e alla chitarra di sentirsi, ma malgrado tutto la band riesce a non sfigurare con un Jelly Tobing sugli scudi. La fama del gruppo cresce sempre più. Lo stesso Aktuil si accorge di loro celebrando come un grande evento lo show del 1975 e in tal modo facendo conoscere i Minstrel’s in tutta l’Indonesia. A Medan sono un punto di riferimento per molte le band, a partire dai Destroyer, Freeman e Black Spades. Sul finire del 1975 i tre leader del gruppo Uthaman, Tobing e Tahir si spostano a Giacarta per cercare fortuna come solisti, virando verso generi più commerciali. Fadhil fonda senza successo i Faried Hardja Brotherhood. Jelly farà parte di qualsiasi gruppo rock indonesiano arrivando a partecipare al reunion degli acerrimi rivali dei Rhythm Kings nel 2002. Iqbal invece si concentrerà sugli studi e diventerà titolare di un corso universitario. I Minstrel’s invece cercano di sopravvivere anche dopo queste dipartite ma l’assenza contemporanea di tre leader storici è troppo e la fama del gruppo scende clamorosamente. I Minstrel’s rimarranno sempre e solo quelli di Jelly Tobing!
A chiudere la triade del Rock made in Medan sono i Great Session. La loro musica ha come modelli Uriah Heep, Beatles, Emerson Lake & Palmer e Deep Purple. Tra le sue fila annovera due fuoriclasse come il batterista Rizaldi Siagian, da tutti considerato il numero uno di Medan, e il virtuoso tastierista Mustafa Iqbal, idolo di tutti i ragazzini della città. Forse raggiungeranno una minore popolarità dei loro nemici colleghi fuori Medan ma indubbiamente per i fans locali non sono inferiori a nessuno come dimostreranno nel concerto al Ria. Anche loro con la fine dell’epoca d’oro della musica rock a Medan andranno poco per volta scomparendo. Rizaldi si laurerà come percussionista al conservatorio e come etnomusicologo all’università di San Diego studiando la musica classica del sud dell’India. Oltre alla grande rivalità tra queste tre band, a Medan sono emersi altri ottimi gruppi come i Destroyers e i Freeman. I primi si rispecchiano nella figura maledetta del loro leader, il cantante Thunder Simatupang. Dotato di capacità vocali fuori dal comune, rimane famoso anche per le sue performance estreme. É infatti solito cantare seduto sul tetto del palco oppure accompagnato da 40 serpenti che lo mordono allegramente. Si guadagna, sia per le sue capacità che per le sue bizzarrie, il soprannome di Alice Cooper di Medan. Anche i Freeman, conosciuti come gli AKA di Medan, si rispecchiano nella figura del loro leader e cantante Jose Tobias. Tobias è famoso pure lui per le sue perfomance sul palco alquanto eccentriche e teatrali che ricordano appunto quelle del frontman degli AKA, Ucok, e con i quali faranno anche un concerto assieme nel 1974. Tobias, al di là di ogni stranezza, è un cantante molto dotato con una voce possente. É forse tra i migliori della scena di Medan. Anche la gloria dei Freeman come per tutte le altre band sovra citate finisce con la decadenza della musica rock sul finire degli anni ‘70. Purtroppo di tutte queste band (eccetto Rythm Kings e ovviamente Mercey e suoi derivati) non è rimasta alcuna traccia in studio, visto che nessuna è riuscita nell’impresa di registrare un album. Solo i Minstrel registrarono un album per la Remaco ma questo non fu mai pubblicato perché considerato di scarso appeal per il pubblico.
Anche nelle altre città principali dell’isola di Sumatra troviamo gruppi interessanti come i Limestones a Padang. Guidati dal cantante Yan Juned erano specializzati nel Gamad (genere che univa la musica tradizionale indonesiana alla musica rock di stampo occidentale). Molto interessanti e più prog sono i Tinminers da Bangka. Il loro è un prog molto melodico caratterizzato da un flauto abbastanza piacevole. Sono autori di tre dischi molto difficili da reperire.
Più famosi e più fortunati sono stati invece i Golden Wings conosciuti anche come gli Uriah Heep Indonesiani. Formati nel 1969, la band comprendeva Peter Kenn alla chitarra, Sandy Prabu alla basso e al flauto, Adhimantra all’organo e il piano, Soleh Tarno prima e Victor Ekki dopo alla batteria, ma soprattutto Carel Simon alla voce e al violino, caratterizzato da una voce molto alta e potente e guardacaso grande fan di David Byron. Influenzati molto dalla band inglese, i Golden Wings possono essere considerati la risposta made in Sumatra ai famosissimi AKA (che vedremo successivamente). Riescono a pubblicare il loro primo album “Volume 1, Di mana” solo nel 1973, riuscendo a portare unici dopo agli AKA un disco prettamente rock nei primi posti delle classifiche indonesiane. Come sempre e come tutti (o quasi) i gruppi del periodo la componente pop all’interno del disco è sempre molto forte, ma nei Golden Wings l’impronta rock e più precisamente un hard rock di tinte progressive, è ben chiara e delineata. Il loro stile, seppur derivativo, li rende un caso unico all’interno del panorama rock indonesiano. Molto famosi erano all’epoca i loro concerti, paragonabili a quelli di mostri sacri del rock indonesiano come AKA e God Bless. Nel 1975 pubblicano il loro secondo disco e forse migliore “Volume 2, Senyum Harapan” in cui si consolida il loro stile che prende il nome di “Indo Rock Sound”. In questo album si iniziano a sentire anche influenza di Santana. Sempre nel 1975 pubblicano un album di canzoni di Malay Pop, genere molto in voga nel sud di Sumatra. Il successo della band continta e nel 1976 riescono a pubblicare altri due album 1976, “Volume 3, Semusim Kisah Cinta” e “Volume 4, Pulau Kemarau”. Sul primo si fa predominante il lato pop del gruppo, mentre nel secondo si ritrovano pezzi più hard rock. La band poi si scioglie e Carel Simon assieme a sua moglie Hera Sofyan e Soleh Tarno formerà i No Wing per poi dar vita ad una carriera solista che terminerà con la sua morte nel 2007. Di facile reperibilità è una raccolta uscita nel 2012 per la Bravo Musik.
Surabaya tra psichedelia e hard prog
Realtà di grande interesse è quella che si è andata a sviluppare nella città Surabaya, che ha regalato forse i gruppi heavy psych indonesiani più interessanti. Gruppi che, rispetto a quelli della capitale, riescono maggiormente a svincolarsi dal pop melodico che andava per la maggiore in tutto l’arcipelago.
I De Hands sono guidati dal cantante Nano, conosciuto anche come Mus Mujiono, fratello più piccolo di Mus Mulayadi, cantante dei Favorite's Group. Sono autori di un afro-rock melodico, dove qua e là emergono arrangiamenti psichedelici e qualche sprazzo di Santana. Raggiungono una certa popolarità con il brano “Hello Sayang”, hanno realizzato per certo almeno 6 album e di loro si ricorda una discreta attività live
Di maggior interesse sono sicuramente i Gembell’s, band formatasi nell’Ottobre del ’69. Il nome del gruppo è un’abbreviazione del termine “Gemar Belajar” che significa “il piacere di imparare”. La formazione originale includeva Victor Nasution (organo, timpani, tromba), che però non ha nulla a che fare con il ben più famoso Keenan Nasution dei Guruh Gipsy, Rudy Ananta (chitarra, sassofono), Abu Bakar (basso), Minto Muslimin (batteria), Anan Zaman (piano, organo, flauto, sassofono) e Eddy Mathovani (voce). A causa della somiglianza tra il nome della band e la parola “gembel” che significa “senzatetto” i fan della band erano convinti che i Gembell’s erano veramente dei senzatetto. Erano invece un gruppo di studenti. Proprio a causa di conflitti dovuti a diversi piani di studi, Eddy è costretto ben presto a lasciare il gruppo e il suo posto di cantante solista viene preso dallo stesso Victor. Di lì a poco entra nella band anche il violinista e pianista Djodjok Rahardjo. In poco tempo diventano molto popolari nei circuiti underground di Surabaya, grazie ai loro testi di protesta sociale e molto epici e ad una musica che fondeva i ritmi ossessivi, fatti di percussioni della musica africana, con le tipiche linee melodiche della musica indonesiana. Si esibiscono per la prima volta live a Pandaan il 31 Dicembre del 1971 assieme ai Darpus Min Plus (The Virgin Flowers) da Jakarta e i famosissimi The Rollies da Bandung. La loro performance gli permette di ottenere un contratto discografico in Singapore dove la band, a differenza dell’Indonesia, diventa molto popolare tra i giovani e i loro concerti pubblicizzati dalla stampa. Al loro ritorno in patria pubblicano il loro primo album per la Indra Records: “Pahlawan Yang Dilupakan” (“Forgotten Heroes”). Il disco alterna 8 tracce in lingua Bahasa Indonesia e alcuni pezzi registrati completamente in Inglese. Il sound può ricordare i Santana per via delle percussione e di alcuni spunti psichedelici, seppur innestati sempre su canzoni tradizionali melodiche. Il disco ha un discreto successo e i Gembell’s riescono a esibirsi con le band più popolari dell’epoca, come ad esempio nel 1972 al Gelora Pancasila di Surabaya, assieme ai Rollies e ai Panbers. Il secondo album "Balada Kalimas" è forse ancora più interessante del primo perché li fa distinguere come uno dei gruppi più originali e innovativi della scena rock indonesiana. La loro attività continua per tutti gli anni ‘70, dove agli album in studio alternano concerti in cui oltre alle loro canzoni cantano pezzi dei Santana, dei Grand Funk Railroad e dei Led Zeppelin. Ultimamente c’è stata anche una loro reunion e su internet è anche possibile ascoltare alcuni pezzi nel loro Myspace.
Sempre in ambito psych sono da citare gli Ariesta Birawa, gruppo non molto conosciuto in Indonesia, ma uno dei pochi ad avere avuto una ristampa anche in cd, peraltro facilmente reperibile ed è forse questo il motivo di maggior interesse di questo album. Pur non essendo un capolavoro, rimane comunque un disco molto interessante e pionieristico considerato il periodo, specialmente nei momenti in cui abbandona il solito pop melenso che inquina molte delle produzioni indonesiane che stiamo trattando. Interessanti i fraseggi con organo, flauto e chitarre che, seppur muovendosi sempre all’interno di canzoni di breve durata, danno un tocco progressivo all’album. Purtroppo si sciolgono dopo la realizzazione di questo album. Inizialmente nel gruppo suonava Soenata Tanjung che però lasciò la band senza registrare nulla per poi andare negli AKA. Ed è proprio quest’ultimo uno dei gruppi cardine e fondamentali per lo sviluppo della musica rock in Indonesia.
Gli AKA sono stati fondati nel 1967 da Andalas Datoe Oloan Harahap meglio conosciuto come Ucok AKA, figura leggendaria del rock indonesiano. La band ha preso il nome dalla farmacia del padre di Ucok , la “Apotek Kali Asin”. E’ stata sicuramente la band indonesiana che ha più incarnato lo spirito del rock in tutti i suoi eccessi e bizzarrie. La formazione iniziale era composta da Ucok Harahap alla voce e tastiere, Syech Abidin (che spesso viene confuso con Udin Syah, flautista degli Ariesta Birawa) alla batteria e voce, Soenata Tanjung alla chitarra e voce, proveniente dagli Ariesta Birawa, e al basso Peter Wass che, dopo essersi infortunato con un fumogeno che stava preparando per un concerto live, è stato sostituito quasi subito da Lexy Rumagit. Ma la formazione definitiva si ha solo con l’ingresso in sostituzione di Rumagit di Arthur Victor George Jean Anesz Kaunang, proveniente dal gruppo dal gruppo Muana, in cui suonava con Leo Kristi. Kaunang era un musicista completo che, oltre ad essere un bassista e cantante, aveva una formazione da pianista classico e, cosa molto particolare, era anche egli mancino come i suoi due predecessori. Inizialmente gli AKA suonavano cover di Hendrix, Grand Funk Railroad, Deep Purple e Led Zeppelin. I loro concerti erano eventi unici e mai visti per l’underground Indonesiano: sul palco erano disposti a tutto pur di soddisfare e strabiliare lo spettatore, in particolare Ucok era un vero animale da palcoscenico, capace di essere feroce e furioso nei pezzi più hard, ma al tempo stesso gentile e dolce nelle ballate. Nel concerto del 9 novembre 1973 a Giacarta, assieme alla band taiwanese delle Gigi Girls, mentre suonano la canzone Crazy Joe, Ucok sbuca sul palco sorprendendo il pubblico, sale prima su un muro e poi sul tetto, quando all’improvviso appare appeso come un impiccato, con le gambe legate, pugnalato per venire poi calato dentro una bara. Tutto ciò lasciò il pubblico indonesiano, certamente non abituato a tali show, allibito e col fiato sospeso per poi esplodere in un elettrizzante applauso. Dopo tale performance, dietro il palco Ucok era in prenda a convulsioni come se fosse in trance e solo una secchiata di acqua fredda in faccia risolse la situazione. Dopo questo show gli AKA uscirono dall’underground e la loro fama e quella del loro front-man crebbero a dismisura in tutto il sudest asiatico e Oceania. Le loro performance, non sempre apprezzate dal pubblico ancora non pronto a quel tipo di proposta musicale, spesso venivano fischiate e in un’occasione furono addirittura distrutti anche i loro strumenti. Gli AKA inizialmente hanno privilegiato l’attività live, evitando di registrare album in studio, anche se veniva loro richiesto da più parti. Solo nel 1971 riescono a selezionare le canzoni per il loro primo album “Do What You Like” che, pur non essendo del tutto rappresentativo delle loro perfomance live (almeno a detta dei testimoni del tempo), propone un sound davvero innovativo per la scena musicale indonesiana. I riff distorti di Tanjung, l’organo impazzito di Ucok e il basso pulsante di Kaunang creano un impatto sonoro mai sentito primo. Il disco fonde due anime che sono le stesse di Ucok, una nera, feroce e sporca, fatta di pezzi heavy psych, hard prog e funk rock con chitarre distorte, assoli d’organo e con testi in inglesi e l’altra sensibile e più solare con ballate dolci, alle volte al limite del melenso, deliziose canzoni pop-psichedeliche e brani che si rifanno più alla tradizione locale, tutti cantati in bahasa indonesia. La trascinante title track “Do What You Like”, la stralunata ballata psychedelica “Alam Tanah Air”, la Heepiana “Glenmore”, la Hendrixiana “We’ve gotta work it out” e la ballata jazz “Keagungan Tuhan” sono dei veri gioielli e uno dei punti più alti di tutta la musica rock indonesiana. Sarebbe sbagliato pensare che gli AKA siano solo Ucok perché se lui è di certo la faccia della band, Kaunang e Tanjung ne sono spesso il cuore e la mente. Soenata Tanjung è un chitarrista in possesso di una tecnica eccezionale e di un sound che è un mix tra Iommi e Hendrix. Arthur Kaunang è un musicista a trecentosessanta gradi che dà spessore a tutta la proposta musicale del gruppo. I dischi successivi si mantengono su ottimi livelli, la canzone “Crazy Joe” arriva addirittura ad essere la più programmata dalle radio australiane per qualche settimana ma, con l’arrivare del successo, iniziano a farsi sentire i primi scricchiolii all’interno del gruppo. La vita dissoluta e gli eccessi di Ucok iniziano a creare problemi a tutta la band. Uno dei segni della frattura ormai prossima avviene quando Ucok inizia a disinteressarsi sempre più degli AKA, portando avanti progetti musicali diversi, come il gruppo LSG e la Ucok Gang, interessandosi sempre più alla moda, al cinema ed altre attività. A fine dicembre 1975 Soenata, Arthur e Syech Abidin decidono finalmente di cacciare via Ucok (che formerà con alterne fortune i Duo Kribo) e di rinominare gli AKA in SAS (le iniziali dei loro nomi), ma questa è un’altra storia che racconteremo più avanti. Un’altra curiosità molto interessante è che gli AKA ed Ucok nel 1971 registrano anche un album di Qasiadah modern, cantando canzoni religiose con arrangiamenti pop. L’album era composto di 8 canzoni, tra queste anche l’hit “Insaflah” canzone rock con spunti di musica etnica Maraws e Batavia. Quest’album era il lato B dell’album “Qasidah Bimbo (Fajar Satu Syawal, Remaco)”. Bandung la culla del prog Indonesiano
La vera culla del prog però sarà la città di Bandung, dove nascerà la gran parte dei gruppi progressive degli anni ‘70 in Indonesia: C-Blues, Rollies, Rhapsody, Shark Move e Harry Roesli and his Philosophy Gang. L’atmosfera a Bandung in quegli anni è davvero elettrizzante: è il centro dell’arte e della moda in Indonesia.
“Bandung era una città davvero fantastica con un ambiente stimolante. Eravamo molto in confidenza l’uno con l’altro e potevamo scambiarci così le nostre idee. A quel tempo ero uno studente della facoltà di agraria, andavamo al campus e fra le lezioni, durante la pausa ero solito andare alla Dago Tea House. Era un punto molto in alto dal quale potevo vedere Bandung e li componevo canzoni, perché portavamo sempre le nostre chitarre con noi. Amavo la montagna, era una grossa fonte d’ispirazione”. (Benny Soebardja)
Per le strade si vedono ragazzi vestiti eccentricamente alla moda come Deddy Stanzah e Gito Rollies o con i capelli lunghi alquanto femminili, cosa severamente vietata dalle leggi indonesiane, come Remy Silado, Deddy Dores, Benny Soebardja, Triawan Munaf e svariati altri. Bandung è sede di due delle maggiori università indonesiane: l’ITB (Institut Technologi Bandung) e la Universitas Padjadjaran, ma il motivo principale di questo fermento intellettuale va ricercato, come già scritto, nella rivista Aktuil. In pochissimo tempo escono innumerevoli rock band come i Savoy Rhythm, Provist (Progressive Student), Diablo Band, The Players, Happiness, Thippiest, Comets, DD (Djogo Dolores), Jack C'llons, C'Blues, Memphis (che più tardi diventeranno i Man Face), Delimas, Rhapsodia, Rock, The Peels, Shark Move, Red & White, Topics & Company, The Rollies, Philosophy Gang Of Harry Roesli, Giant Step, Paramour, Finishing Touch, Freedom, Lizard, Big Brothers e tanti altri ancora. Tra questi molti gruppi riusciranno a sopravvivere e ad avere successo, cambiando radicalmente la scena indonesiana.
Vanno sicuramente ricordati i Rhapsodia che nella formazione iniziale annoverano anche il talentuoso chitarrista Albert Warnerin. Il gruppo inizia negli anni ‘60 come studio band supportando i cantanti pop che andavano per la maggiore, ad esempio Fenty Effendie. Già in quel periodo si possono sentire influssi psichedelici occidentali negli arrangiamenti. Ad inizio anni ’70 Albert lascia la band per entrare nella Philosophy Gang di Roesli e al suo posto giunge il carismatico Deddy Dores che prende subito la leadership del gruppo. Il nome viene cambiato in Freedom of Rhapsodia inizialmente con la seguente formazione: Soleh Sugiarto Djayadihardja (batteria e voce), Deddy Dores (chitarra e voce), Utte M.Thahir (basso) e Alam (voce). Deddy viene rinominato “Wonder Guy” per via dei suoi immancabili occhiali da sole che l’accompagnano giorno e notte nelle sue esibizioni. Il suo stile ricorda molto Edgar Winter. Sugiarto invece è caratterizzato da una voce alla Alice Cooper e diventa presto il cantante principale. Nella band entrano poi il batterista Kicky , il tastierista John Sarwono e il bravissimo sassofonista Dave Tahuhey, rendendo il sound molto più variegato ed interessante. Dal vivo propongono lunghe cover di Santana, James Brown, Deep Purple, Uriah Heep e Alice Cooper. Il loro punto di forza è quello di riuscire ad integrare alla perfezione sezioni di ottoni e di spaziare con disinvoltura dal soul allo hard rock, dal rock melodico al folk. Nel 1972 registrano il loro primo album, senza alcun dubbio il più bello della loro discografia, con la seguente formazione: Salah Sugiarto (batteria, voce, tromba, Deddy Dores (chitarra, voce); Utte M. Tahir (basos), Dave Tahuhey (sassofono, flauto), Kicky (batteria) e John Sarwono (tastiere). La canzone “Hilangnya Seorang Gadis” diventa un vero hit e l’album vende 50.000 copie. Si tratta di un vero gioiellino a prescindere dal successo commerciale, pur avendo sempre una matrice pop melodica ed elementi folk, psichedelici e hard rock; sono evidenti influenze di Procol Harum e Genesis ed è senza alcun dubbio uno dei primi dischi indonesiani a poter essere etichettato come progressive. L’album colpisce per la varietà di sonorità e strumenti, che vengono utilizzati con molta classe e raffinatezza. Dopo questo disco realizzeranno un altro album più che discreto. Deddy Dores lascerà poi la band per unirsi a Benny Soebardja nei Giant Step (che per un breve periodo si chiameranno anche Giant Step of Rhapsodia) e la band cambierà nuovamente nome in Freedom , andando verso lidi sempre più poppeggianti. Nel 1977 ricompariranno di nuovo con il nome Rhapsodia con l’ottimo album “Superstar” .
Da segnalare anche i C-Blues del violinista Adjie Bandi e del batterista Jelly Tobing che poi andrà nei Minstrel. Siamo sempre in ambito pop con piccole influenze progressive, in particolare nell’album “C'Blues pim. Sakti Siahaan”, dove Sakti non era altro che il proprietario della band. Di qualche interesse anche i successivi album di Adjie Bandi. Adjie Bandi si unirà poi anche al gruppo dei Band Rasela, mentre Jelly Tobing andrà prima nei Minstrel per poi raggiungere nei Giant Step, Benny Soebardja.
Uno dei gruppi più importanti e fuori dagli schemi della scena indonesiana sono i Rollies, una brass band sullo stile dei Chicago. Fondati nell’aprile del 1967 dal chitarrista, bassista e cantante Dedy Sutansah (conosciuto soprattutto come Deddy Stanzah) assieme al bassista Utje F. Tekol, al batterista Iwan Krisnawan, al tastierista e cantante Delly Djoko Alpin e al sassofonista Tenku Zulian Iskander . Inizialmente il gruppo è finanziato dai genitori di Deddy, che possiedono un hotel, e suonano pezzi dei Beatles, Bee Gees, Hollies e Beach Boys. Nel 1969 alla band si uniscono il cantante Bangun Sugito (Gito Rollies) e Benny Likumahuwa con il suo trombone. Con il loro ingresso i Rollies iniziano a prediligere gli strumenti a fiato all’interno delle loro canzoni, spostandosi verso sonorità più jazzate alla maniera dei primi Chicago e Blood Sweat and Tears, acquisendo così il loro inconfondibile marchio fabbrica che li differenzierà da qualsiasi altra band indonesiana. I Rollies diventano, assieme ai Panbers e Mercy, il gruppo indonesiano di maggior successo, Koes Plus esclusi. Con il successo iniziano a sorgere i primi problemi che portano alla rottura: troppe personalità forti all’interno del gruppo e la droga di cui fanno uso Deddy e Iwan. Gito prenderà allora le redini del gruppo, che opterà sempre più per soluzioni melodiche e commerciali. I loro dischi di maggior importanza e rilievo sono i quelli del periodo con Deddy Stanzah, in particolare “Let’s Start Again” del 1971 è quello maggiormente etichettabile come progressive, un disco che mostra il talento e l’ecletticità di questi musicisti. Capaci di spaziare dal Jazz allo Hard Rock, dal Blues al Pop, i Rollies sono senza alcun dubbio una delle band di maggior talento della scena indonesiana.
I due gruppi più importanti per la nascita del prog indonesiano sono sicuramente gli Shark Move e Harry Roesli e la sua Philosophy Gang.
Per introdurre gli Shark Move facciamo un piccolo passo indietro e parliamo dei Peels, un gruppo la cui attività non è stata molto lunga, ma che ha avuto una ruolo importante per lo sviluppo della musica indonesiana e della sua diffusione nel sudest asiatico. I Peels nascono nella regione occidentale di Giava nel 1966 da un’idea del talentuoso chitarrista Benny Soebardja assieme a Gumilang Kentjana Putra, Budhi Sukma Garna (Buce) e Dedy Budhiman Garna. Durante una vacanza a Singapore, vengono invitati a partecipare ad un concerto chiamato Stage State: la performance ha un successo incredibile e vengono chiamati a partecipare a diversi eventi, trasmissioni televisive e radiofoniche e, infine, a registrare un album. Questo è un onesto pop che ha come guest star Karliana Kartasa e si chiama “The Peels By Public Demand in Singapore”. Viene stampato anche in vinile, diventando uno degli album più difficili da trovare. La svolta si ha nel 1967 con l’aggiunta del tastierista Soman Loebis che apporta nuovi colori alla musica del gruppo. Ora non è più solo pop ma anche rock e psichedelia. Sempre di base a Singapore, la band è sotto contratto per il ristorante galleggiante Sea Dragon e nei loro eventi alternano a pezzi loro, canzoni occidentali di Hendrix, J. Mayall e degli immancabili Beatles. Di questo periodo rimane solo traccia del mini album “Selamat Tinggal Singapura” pressoché introvabile. La loro fama arriva fino a Kuala Lumpur in Malesia e in tutta l’Indonesia. Ma nel 1969, a causa di divergenze musicali, i Peels si sciolgono e, mentre i restanti componenti abbandoneranno la carriera musicale, Benny Soebardja (Chitarra e Voce) e Soman Loebis (Tastiere) creeranno una nuova band, gli Shark Move, assieme a Bhagu Ramchand (Voce), Sammy Zakaria (Batteria) e Janto Diablo (Basso).
“Io e Soman abbiamo avuto una discussione con Boetje Garna e Deddy Garna, gli altri membri dei The Peels, avevamo idee differenti circa il futuro della band. Io avrei preferito focalizzarmi su canzoni scritte da noi, mentre loro preferivano suonare pezzi stranieri. Questo è il motivo per cui io e Soman abbiamo lasciato The Peels per formare gli Shark Move.” (Benny Soebardja)
Nel 1972 esce il loro primo album: “Ghede Chokra’s” (ristampato recentemente in formato CD dalla label tedesca Shadoks Music). É il primo disco indonesiano a potersi considerare progressive a tutti gli effetti. Rispetto a band come Freedom of Rhapsodia, Aka o Rollies, gli Shark Move hanno massima libertà espressiva, essendo “Ghede Chokra’s” una produzione indipendente. Il produttore Bhagu Ramchand gli lascia carta bianca e non li obbliga a fare rock melodico e il risultato finale è la “pietra miliare della musica indonesiana”. Non a caso la rivista Rolling Stones l’ha messo tra 150 album indonesiani migliori di sempre.
“L'album degli Shark Move è stato registrato nel 1972, frutto solo delle nostre sensazioni: era un periodo complicato per avere qualche influenza dalla musica estera.” (Benny Soebardja)
L’album è un’opera pionieristica al passo con i tempi anche se lo rapportiamo allo stato dell’arte della musica rock in quel periodo. Spazia su più generi: Blues, Jazz, Hard Rock, Pop, Psichedelia, musica tradizionale sundanese (regione occidentale dell’isola di Giava), ma in tutte le canzoni è molto forte la componente prog sinfonica. In particolare la canzone iniziale “My Life” scritta da Benny è la vera perla dell’album, una cavalcata epica ed oscura che ci lascia inchiodati all’ascolto per tutti i suoi 9 minuti. Già la presenza del flauto nella parte iniziale ci fa capire che finalmente si parla di prog. Si susseguono poi stupendi dialoghi tra chitarra e organo, alternati alla voce acida e graffiante di Benny. Si possono sentire influenze di Deep Purple ma in particolare degli Uriah Heep di “Salisbury”. Il disco prosegue sempre su altissimi livelli, tra ballate oniriche e pezzi più hard, con musicisti in stato di grazia assoluto: l’organo di Lobis in grande spolvero e spesso padrone della scena, il basso di Diablo che non si limita a svolgere il compitino ma sa diventare protagonista quando serve e il drumming ruvido e selvaggio di Zacharia che può ricordare il grande Bonzo Bonham.
“Ghede Chockra’s” risulta alla fine un disco di una forte identità propria e si completa così il passaggio tra dischi pop e di musica tradizionale con innesti prog/psichedelici, ad un tipo di produzione di stampo prog/hard rock in cui vengono miscelati con maestria spunti folk e pop tradizionale. Il disco per altro sarà un eccezione all’interno del mercato discografico indonesiano anche perché unico album uscito in LP in un mercato fatto quasi esclusivamente da cassette. L’album seppur proveniente da una produzione indipendnete lascerà un segno tangibile nella musica rock indonesiana a venire, tanto da associare al nome di Benny Soebardja quello di padrino del progressive in indonesia. Ahinoi i master originali dell’album saranno persi per sempre a causa di un incendio alla casa di Bhagu. Purtroppo gli Shark Move non sono destinati a durare a lungo a causa di incomprensioni personali che portano le strade di Soebardja e Loebis a separarsi. Loebis si unirà a Ahmad Albar tornato dall’Olanda per formare i God Bless. Benny, sentendosi tradito, scioglie il gruppo e decide di dedicarsi agli studi universitari grazie ai quali si laureerà come agronomo e al tempo stesso fonda il gruppo folk GPL (Group Pecinta Lagu) con i quali incontra anche Albert Warnerin (incontro come vedremo nei prossimi capitoli molto importante per lui). Tuttavia nel 1974 incontra di nuovo Soman a Riau Road a Bandung. I due hanno una lunga discussione, ma alla fine Soman si scusa con Benny e gli chiede di riformare gli Shark Move, ovviamente dopo aver avvisato Ahmad Albar che aveva in programma di andare a Giacarta il giorno dopo. Purtroppo un infausto destino non ha permesso tutto ciò: il giorno dopo in un incidente automobilistico Soman Loebis perde la vita e con lui l’allora batterista dei God Bless, Fuad. Benny è distrutto da tutto ciò e decide di lasciare definitivamente la musica. Però, fortunatamente per noi , sarà una scelta solo provvisoria, ed anche questa è un’altra storia!
Sempre a Bandung, qualche mese prima di “Ghede Chokra’s”, esce l’altra pietra miliare del prog indonesiano, l’omonimo album di Harry Roesli and the Philosophy Gang. Roesli Fachrudin Zharsyah Djauhar, meglio conosciuto come Harry Roesli, nato a Bandung il 10 settembre 1951, bassista e polistrumentista, musicista geniale, ironico, personaggio scomodo, autore di testi di protesta, è stato una delle figure chiave del rock indonesiano, accomunato spesso, e non a torto, al grande Frank Zappa. Sin dalle scuole elementari mostra un talento musicale non indifferente, componendo a 9 anni l’inno della scuola e continuando a coltivare la sua passione fino al liceo. La sua carriera musicale inizia seriamente nel 1971 quando, assieme ad alcuni dei musicisti di maggior rilievo della città, forma la Philosophy Gang. Il gruppo include il talentuoso chitarrista Albert Warnerin, membro anche dei Rhapsodia e dei Bimbo nonchè futuro membro dei Giant Step, il cantante chitarrista Iwan Abdurachman, il batterista Janto Soedjono, che suonerà poi anche lui nei Giant Step, il tastierista e pianista Indra Rivai (che suonerà poi con i Bimbo) e all’armonica Harry Pochang. Nel 1972 il gruppo registra a Singapore l’album omonimo, disco che segna una rottura con il passato ancora maggiore rispetto a “Ghede Chokra’s”, a partire dai testi taglienti, fortemente politicizzati che si concentrano su ingiustizie sociali e attaccano in maniere nemmeno troppo velata il regime del presidente Suharto:
“ Sexy country where are you? Come or run? But I saw your steps deep underground That is why I know your direction, I follow you Look those leaves are falling from those yellow trees But the peacock dog will make it clean. Could it? That is why I know your fantasy, right here!”
Queste sono le parole del brano di apertura “Peacock Dog”. Fortunatamente il fatto che tutti i testi siano in Inglese, evita problemi ad Harry. Non è così per la copertina: un disegno surreale di una vecchia donna decrepita in topless, che provoca la censura dell’album e problemi con le autorità. Per quanto riguarda la musica, taglia di netto con la tradizione Indonesiana, in un mix di blues, fusion, prog, jazz, funk e spunti di musica classica, una miscela esplosiva, suonata in maniera impeccabile con arrangiamenti raffinati con una registrazione di alto livello per gli standard indonesiani.
“Ricordo ancora la prima volta che ho ascoltato “Malaria”, ero sorpresa dall’apprendere che era l‘artista era Indonesiano, perché era totalmente differente da qualsiasi altra musica che avevo ascoltato. Non ascoltavo spesso la musica pop Indonesiana, perché non mi piaceva troppo la musica tradizionale melodica, che in quel periodo andava per la maggiore. Perciò quando ascoltai la musica di Harry, per me fu come una ventata di aria fresca.”
Con queste parole Kania Roesli, che sposerà Harry nel 1975, ricorda la prima volta che ha ascoltò questo disco. Un ruolo chiave nel disco lo ha anche Warnerin, autore di due pezzi: la funkeggiante e strumentale “Don’t Talk About (Freedom)” e la dolce ballata Heepiana “Roses”. Il brano “Imagine” lo scrive invece con Hutagalung che si firma Chok T per non confondersi con il tastierista dei Mercy. Dopo quest’album la Gang si scioglie: Albert Warnerin e Janto Soedjono andranno nei Giant Step di Benny Soebardja , Iwan Abdurachman si affermerà successivamente con il suo gruppo vocale, il tastierista e pianista Indra Rivai suonerà con i Bimbo, mentre Harry continuerà con successo la sua carriera solistica diventando una leggenda della musica Indonesiana, ma di questo ce ne occuperemo nel prossimo episodio.
Discografia consigliata:
1964 Koes Bersaudara -s/t 1966 Dara Puspita – Jang Pertama(CD) 1967 Koes Bersaudara - To the So Called the Guilties (CD) * 1967 Koes Bersaudara - Jadikan Aku Domba Mu (CD) 1967 Dara Puspita – Green Green Grass (CD) 1967 Dara Puspita – A Go Go (CD) * 1968 Yanti Bersaudara – Sinbad (CD) * 1969 Koes Plus – Dheg, Dheg, Plus (CD) ** 1970 Koes Plus – Vol.II (CD) ** 1970 Koes Plus – Vol.III 1970 Benyamin S – Gambang Kromong 1970 Yanti Bersaudara – Yanti Bersaudara 1970 Rhythm King – Vol 1 1971 De Prins – Vol1 1971 Koes Plus – Vol.IV* 1971 Koes Plus – Vol.V * 1971 The Rollies – Let’s Start Again * 1971 Panbers – Vol I * 1971 C’Blues - C'Blues pim. Sakti Siahaan 1971 AKA – Do What You Like ** 1971 AKA - Reflections 1971 Gembell’s – Ballad Kalinas 1972 The Rollies – Bad News 1972 Panbers – Vol II 1972 Cliquè Fantastique – Batu Karang 1972 The Brims – Vol.1 1972 Favourite’s Group – vol I 1972 Favourite’s Group – vol II 1972 Freedom of Rhapsodia – Vol 1 (Hilangnya Seorang Gadis ) (CD) * 1972 Ariesta Birawa – Vol I(CD) * 1972 Harri Roesli and the Philosophy Gang – The Philosophy Gang * 1972 Shark’s Move – Ghede Chokra’s (CD) ** 1972 Band Rasela vol II 1973 AKA – Crazy Joe * 1973 AKA - Sky Rider 1973 Rollies – Signs of Love 1973 Favourite’s Group – vol III 1973 Band Rasela vol III 1973 Freedom of Rhapsodia – Vol 2 (Hancurnya Sebuah Harapan)* 1973 Golden Wings – vol I (CD) 1974 Koes Plus – In Hard Beat * 1974 Favourite’s Group – vol IV 1974 Panbers – Hard Rock 1974 AKA - Cruel Side of Suez War * 1974 AKA - Reflection 1975 Golden Wings – vol II (CD)* 1975 AKA – Sky Rider 1976 Golden Wings – vol IV 1976 Koes Plus – In Hard Beat II * 1977 Rhapsodia - Superstar * 2011 A.A.V.V. – Those Shocking Shaking Days (CD) ** 2011 AKA – Hard Beat **
(*) Particolarmente interessante (**) Essenziale
Ringraziamenti:
Hengki Herwanto (reporter di Aktuil) , Benny Soebardja (chitarrista e cantante dei Peels, Shars Move, Giant Step), Andy Julias (chairman dell’Indonesian Progressive Society e batterista e leader dei Makara), Kania Roesli (moglie di Harry Roesli), Nur Sumintardja, Alfie Syahrine, Gianlorenzo Giovannozzi e Mauro Moroni
|